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Foto: Matchnews

Sempre più di frequente si leggono sui media episodi che hanno per protagonisti, come vittime o carnefici, ragazzi e studenti delle scuole. Ne deriva una visione alquanto fosca dell’ambiente frequentato da coloro che si stanno formando.

A ben guardare, questa è solo una visione parziale del sistema dell’istruzione che è un fenomeno molto complesso e variegato con elementi molto positivi. Essi hanno una minore visibilità mediatica e, per questo, meritano di essere presentati per la loro efficacia didattica. Come esempio paradigmatico è stato scelto l’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone – Paolo Borsellino” situato nel quartiere romano denominato “Bologna”.

La Dirigente scolastica Cinzia Di Palo ha gentilmente dialogato con la sottoscritta con un contributo della Prof.ssa Marinella Rocca Longo Ordinario di lingua, letteratura e traduzione inglese presso l’Università Roma Tre, già direttore del Master in “Linguaggi del turismo e comunicazione interculturale” e presidente del Centro Studi Umanistici Comparati, che da un anno fornisce efficace supporto alla scuola per attività pomeridiane in diversi ambiti didattici e culturali. Dal colloquio è emerso in primo luogo che la comprensione ed assimilazione di contenuti richiede una successione ed evoluzione articolate.

Questo significa che accanto alla lezione frontale con successiva verifica scritta e verbale, andrebbe affiancato un modello di apprendimento dinamico in linea con le digitali modalità di comunicazione ed insegnamento. Le innovazioni tecnologiche, infatti, consentono sia un collegamento funzionale con l’ambiente esterno alla scuola, sia un’armonizzazione con altri e differenti linguaggi come l’ audio ed il video. Tale ammodernamento dell’ approccio metodologico è più facilmente riscontrabile nelle scuole dell’infanzia e soprattutto in quella primaria rispetto a quella secondaria. Una delle principali ragioni può essere attribuita ad un maggior grado di malleabilità ed attenzione ad uno studio semplice e naturale nei primi due casi. Quanto affermato è un’estrinsecazione della Riforma della scuola del 2010 di cui uno dei punti salienti è il superamento della didattica delle conoscenze a favore di quella delle competenze.

Quest’ultima rappresenta il principale viatico di un’educazione in cui gli alunni possano acquisire, oltre ad una serie di nozioni e capacità, anche una maturazione in grado di ripercuotersi sul proprio modo di essere, ovvero diventi cultura personale ad ampio raggio. Nella linea descritta la competenza indica una sorta di capacità di problem solving in termini di crescita personale. Essa quindi differenzia e valorizza la competenza rispetto alla singola conoscenza ed abilità. Dalle affermazioni precedenti si comprende agevolmente che attraverso l’insegnamento dovrebbe essere offerta ai ragazzi una formazione tramite la sperimentazione e l’elaborazione. Questo significa che la didattica per competenze richiede un approccio metodologico diverso.

Esso dovrebbe essere basato su una docenza interdisciplinare con una programmazione scolastica, e relativa conduzione, tra più insegnanti. Risulta evidente che tale metodologia richiede un’enorme quantità di tempo, di vitalità, oltre ad una guida autorevole ed in grado di armonizzare le differenti attività. La scuola, infatti, è un’organizzazione complessa costituita da molti organi monocratici e collegiali che debbono essere coordinati tra loro come il collegio dei docenti, il consiglio di istituto, i rappresentanti di classe. Si potrebbe quindi paragonare il ruolo del dirigente scolastico a quello del direttore d’orchestra. La differenza, nel primo caso, è data dall’ ampliamento nel tempo degli adempimenti burocratici e pletora di provvedimenti amministrativi che sottraggono grandi energie all’opera di armonizzazione didattica ed accrescono notevolmente la relativa responsabilità. In altri termini, è un impegno di grande fatica che, con la passione e l’amore per i bambini, può dare piacevoli soddisfazioni. In fondo, il miglio antidoto contro le situazioni di disagio è un indirizzo programmatico nella didattica scolastica in cui ciascun ragazzo possa trovare l’occasione di un approfondimento del proprio talento. Alcuni esempi nella struttura scolastica in oggetto sono  i docenti che svolgono un ampliamento dell’offerta formativa extracurricolare di musica, di inglese, di francese, di matematica, di teatro; un “fab lab” in cui i bambini possono progettare e realizzare piccoli oggetti e che è aperto anche al territorio, come aperta al territorio è anche la nuova efficiente biblioteca.

Un altro caso è la rappresentazione teatrale dedicata alla storia della donna nel tempo in cui la sceneggiatura è stata scritta dagli stessi ragazzi della scuola e messa in scena in un importante teatro romano. Senza dimenticare iniziative corali quali “La settimana della legalità” in cui i protagonisti sono stati i bambini, la scuola si è aperta all’esterno ed ha creato collaborazioni con le istituzioni e qualificate Associazioni come il Centro Studi Umanistici Comparati. Accanto a quanto detto, sono da citare lo sportello di ascolto per dare voce al disagio e il dialogo con i genitori per accrescere il coinvolgimento ed il supporto delle famiglie.

Tutto questo nell’ottica della “scuola inclusiva” tramite l’azione congiunta del corpo docente con gli altri partecipanti al processo formativo degli alunni. In altri termini, sono i leader visionari i capitani coraggiosi che possono puntare verso il largo e navigare nei mari aperti.