Sono cresciuta con il mito di Tina Turner, emblema di cantante di successo, grintosa, un’ interprete con una voce unica...ma quanto si nascondeva alle spalle della sua entrata sul palco con un misto tra l’incedere signorile di una regina vatussi ed il dinoccolato?
Dietro la patina della notorietà, può essere considerata un’icona delle donne vittime di violenza Tina Turner, pseudonimo di Ann Mae Bullock. Ella, fin da bambina, aveva conosciuto le avversità della vita come l’abbandono da parte dei genitori, solo in parte compensato dall’affetto della nonna. Da giovane pensò di aver trovato la vocazione e l’amore nella musica e nel marito Ike, ma dovette successivamente ricredersi amaramente. Nel privato l’alcolizzato Ike, che dipendeva anche fortemente dalla cocaina, la svalutava, la sfruttava sessualmente e professionalmente, la tradiva senza sosta.
Intossicata dalla disistima, Tina Turner tentò il suicidio, ritenendolo l’unica strada per sfuggire al suo aguzzino in casa. Aveva solo 36 centesimi da offrire in pagamento al proprietario di un hotel, quando trovò il coraggio e la forza di scappare dal marito che l’aveva massacrata di botte per strada. Fin qui la storia di Tina Turner può intrecciarsi con quella di tantissime vittime di femminicidio. Si tratta di racconti che ogni donna, in cuor suo, ha imparato a temere accanto ad un doloroso dubbio. E’forse la paura, il nascondimento, la giustificazione nelle aule giudiziarie il destino che spetta alle partner che dicono di no? Vi può essere un’altra narrazione? L’autobiografia “Tina. La storia della mia vita” racconta sia il dramma, sia la rinascita come donna ed artista grazie alla forza di volontà della cantante ed all’aiuto di coloro che le sono stati vicini. Tra queste persone, vi é stato anche il secondo marito dell’artista, che l’ha amata a tal punto da donarle un rene. Detto diversamente, sono carenti i modelli di donne che tornano ad essere padrone della propria esistenza, al di là di tutte le difficoltà da affrontare.
Vi é quindi bisogno di apripista, di donne che spianino la strada ad altre in difficoltà. Per questo si segnala il Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne (LEF-Italia). Esso ci é stato illustrato dalla Presidente della Lef-Italia Rossella Poce nel corso del convegno che ella ha moderato. La manifestazione ha avuto per titolo: “L’attività della European Women’s Lobby” e si é tenuta nei locali dell’Ufficio di Collegamento in Italia del Parlamento Europeo. Il Coordinamento in oggetto è una organizzazione ombrello che raccoglie alcune delle maggiori associazioni femminili a livello nazionale, rappresenta l’Italia nel Consiglio di Amministrazione della Lobby Europea delle Donne. La Lef-Italia si occupa di portare la voce delle donne in Italia presso le Istituzioni europee e viceversa al fine di promuovere, influenzare ed implementare legislazioni e politiche di Pari Opportunità. Allo stesso tempo vigila sull’implementazione nel nostro Paese delle direttive e delle strategie europee ed internazionali inerenti i diritti delle donne. Entro i temi discussi nel convegno si segnalano le attività tese al contrasto della violenza sulla donna e l’azione di pressione per la “Direttiva contro la violenza domestica e la violenza contro le donne”. Tra i qualificati relatori si ricordano l’On. Beatrice Covassi del gruppo S&D e l’Avvocata Titti Carrano dell’Associazione D.i.Re.
Un’altra chiave per contrastare la violenza contro le donne é l’educazione. Essa é diversa dall’insegnare, un termine che significa dimostrare, esporre in maniera comprensibile qualcosa. In maniera grossolana può essere paragonato ad uno stampo che serve per dar forma. L’educare, invece, significa condurre fuori quello che ha dentro un soggetto, consentendogli di agire in maniera matura. Su questi temi molto dibattuti si segnala il convegno organizzato dalla Sezione “Ara Pacis” della F.I.D.A.P.A B.P.W. Italy, dall’Associazione “Donne e Società” e dal C.i.f. di Roma. Il titolo dell’evento é stato: “Violenza di genere tra reale e virtuale” e si é tenuto nei locali dell’Esperienza Europa “David Sassoli” del Parlamento Europeo nella Capitale. Nel convegno di formazione sono stati delineati i contesti di discriminazione contro le donne e gli strumenti a supporto delle vittime di violenza. Inoltre, sono state esaminate iniziative e buone pratiche. A tal proposito si segnala un interessante modello educativo basato su un approccio laboratoriale che ha stimolato e potenziato il dialogo e la consapevolezza dei ragazzi coinvolti. In particolare, sono stati formati dei fanciulli sulla diversità e contrasto agli stereotipi per combattere la cultura della violenza. I protagonisti di questo innovativo programma sono stati i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale Sinopoli- Ferrini di Roma. Tra di essi, hanno partecipato attivamente al convegno in oggetto le classi 1° B e 3° B insieme alla Prof.ssa. Spinelli, anima del progetto innovativo. Moderatrice del convegno é stata la Presidente dell’Associazione “Donne e Società” Donatina Persichetti. Gli altri qualificati relatori sono stati: la Responsabile comunicazione e social media dell’Ufficio del Parlamento Europeo Rappresentanza in Italia Valeria Fiore, la Dirigente Ufficio Affari legali Italia Digitale Caterina Flick, la Presidente Distretto Centro FIDAPA Grazia Marino, la Presidente Sezione “Ara Pacis”, Miryam Fuentes, la già Dirigente scolastica Simona Pianese, la Segretaria Generale SIULP CISL di Roma Luana Martucci e la Psicoterapeuta Federica Casciotti.