A guardarla, da lontano, è una donna minuta, ma le sue movenze, la sua stretta di mano, rivelano decisione, determinazione. I suoi occhi esprimono una grande profondità, un percorso personale sofferto e vissuto, mai domato da altri.
Lo sguardo è dolce e malinconico come la musica della sua terra: il fado. La sua voce manifesta una vivacità intellettuale di rara bellezza. Di chi stiamo parlando? Il riferimento è nei confronti di Violante Saramago Matos, figlia di due personalità di primo piano della cultura portoghese contemporanea: lo scrittore eclettico José Saramago, Premio Nobel per la Letteratura e dell’incisore Ilda Reis.
La vita di Violante Saramago Matos è stata caratterizzata dalla sua costante attività a favore della difesa dei diritti umani, dall’età giovanile in cui è stata anche dirigente della lotta studentesca contro la dittatura e la guerra coloniale, all’attuale impegno nella vita civile e politica portoghese, senza che la detenzione in carcere per la sua azione abbia minimamente scalfito la sua lotta per la giustizia ed il suo sostegno ai più deboli. Accanto a questo impegno civile è presente in Violante una particolare e ricercata vena artistica che è possibile ammirare nella sua mostra dal titolo: “Na esquina dal ruas” (all’angolo delle strade), che si tiene nei locali storici dell’Istituto Portoghese di S. Antonio in Roma, in via dei Portoghesi 6. La personale gode dell’alto patrocinio dell’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Antonio De Almeida Lima. Nel corso del vernissage Violante ci ha confidato che essere stata figlia di due genitori così famosi da un lato le ha riempito il cuore, è stata una sorgente zampillante di un intellettualismo vivo e profondo.
Dall’altro lato tale eredità ha rischiato di soffocarla, per questo ha avviato un cammino di emersione dalle acque di questi talenti per cercare di andare oltre la loro grandezza, per cercare percorsi differenti da quelli intrapresi da due dei maggiori nomi della cultura portoghese e trovare un proprio angolo di strada, da cui deriva anche il senso ed il titolo della sua mostra.
Il dono dei suoi genitori si può sintetizzare in tre verbi: guardare, vedere, notare, il cui significato più intimo ed intenso è stato compreso nella sua interezza solo successivamente. Si è trattato di un modo più raffinato di andare oltre le apparenze per ricercare quello che è nascosto, celato. Nella stessa occasione il curatore della mostra, il Prof. Francisco de Almeida Dias ci ha rivelato che: “le due decine di opere esposte costituiscono un percorso che è legato coerentemente dalla parola e dal disegno. Si tratta di eredità genetica, sono elementi congeniali a Violante Saramago. Ma non solo. Strumenti fondamentali della sua formazione culturale e civica, essi continuano ad essere, alternativamente o in simultanea, il suo modo di esprimersi nel mondo, come donna, come educatrice, come cittadina politicamente impegnata, come scrittrice e come artista. Questa mostra è, dunque, una sorta di autoritratto, di racconto di un’intera vita che, data la sua coerenza stessa, garantisce futuro, anche parlando di passato. La tavolozza dei colori di Violante è solitamente delicata. L’artista privilegia gli sfondi chiari, i toni pastello, una gamma cromatica evocativa della natura – azzurri, marroni e grigi aperti, a volte, in volatili gialli, rose floreali, verdi muschiati. La forza della sua espressione non viene affidata a dei violenti contrasti espressionisti, bensì alla solida espressione delle forme che disegna con rigore, semplificandole e dunque conferendo loro essenzialità, collocando nella linea di contorno la definizione di una narratività, cioè di una esistenza. E qui abbiamo parola e disegno, grafismo e letteratura uniti nel miracolo creatore del pensiero fatto gesto, del gesto cristallizzato nella tela, della tela che racconta una storia al fruitore. I titoli arrivano dopo, per confermare quello che sapevamo già, debitori di letture varie, sparse certamente nel tempo biografico – dall’avventuroso Nils Holgersson di Selma Lagerlof agli autori africani di espressione portoghese, fino alla voce purissima di Sophia de Mello Breyner Andersen (la voce stessa della poesia portoghese) e, necessariamente, all’unico Nobel portoghese per la Letteratura, José Saramago”. Nella mostra sono presenti anche alcune sculture di legno ed altri materiali portati dal mare e personalizzati dall’artista.
Nella foto Violante Saramago Matos con l’Ambasciatore del Portogallo presso la Sante Sede Antonio De Almeida Lima ed il Rettore dell’Istituto Portoghese di S. Antonio in Roma, Mons Agostinho Da Costa Borges.