
- Scritto da Redazione
Riprende mercoledì 13 settembre la programmazione di Officina Pasolini, il Laboratorio di Alta Formazione artistica e Hub culturale della Regione Lazio diretto da Tosca.
Il primo spettacolo è il concerto del musicista diplomato della sezione Canzone Gabriele Minino, che presenta il suo album d’esordio Normandia, un progetto dalle atmosfere folk, riflessivo e malinconico, nato in un piccolo paesino della Normandia meridionale, dove Minino ha vissuto alcuni anni. Sul palco con lui, voce e chitarra, ci saranno Umberto Scaramozza alla chitarra elettrica, Ryan Nakkour al piano e tastiere, Maud Sartre al violoncello e Antoine Bernard al basso.

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Il Festival Summer Mela è un momento di celebrazione, un'occasione unica sul territorio nazionale per comprendere e condividere la cultura indiana nelle sue più antiche e raffinate tradizioni, ma anche nelle sue espressioni contemporanee declinate da grandi interpreti della cultura, della musica e del cinema indiano.
L’undicesima edizione del Summer Mela, il festival della cultura tradizionale indiana, si apre con un omaggio ad un classico della letteratura epica, il Mahabharata. Domenica 18 giugno alle ore 19:00, nell’arena all’aperto della Casa del Cinema di Roma, verranno presentati gli Studies for Mahabharata, quattro brani selezionati dal Mahabharata Opera Project, un’opera musicale di Riccardo Nova promossa da FAD Fondazione Alain Danielou in co-produzione con Kama Productions ed Ensemble MusikFabrik e in collaborazione Attakalari e Quattrox4.

- Scritto da Redazione
In occasione della presentazione del diario di Lelio Aureli "Deportazione a Cassino".
Una vera e propria lezione di storia, in occasione della presentazione del diario di Lelio Aureli “Deportazione a Cassino, promossa dalla Fondazione Levi Pelloni con l'ausilio degli interventi di Luca Aniasi (Presidente della Fiap), Paolo Aureli, curatore del volume, Pino Pelloni e gli studiosi Francesco Arcese e Antimo Della Valle. Una lezione di storia, seguita da un numeroso ed interessato pubblico, propedeutica al convegno che la Fondazione promuoverà il prossimo 15 febbraio 2024 e dedicato agli 80 anni dalla distruzione dell'Abbazia benedettina di Montecassino (15 febbraio 1944).

- Scritto da Fiorella Ialongo
“La cultura non é il superfluo: é un elemento costitutivo dell’identità italiana. Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni – da preservare e sostenere – divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico” (Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella)
Come sostiene autorevolmente la massima carica istituzionale del nostro Paese, ci sono le condizioni ed i talenti affinché i settori culturali e creativi possano generare bellezza, ricchezza ed occupazione in una prospettiva sostenibile. Detto diversamente, la sfida che alcuni hanno accolto é la contaminazione tra diversi ambiti per elaborare modelli innovativi di turismo culturale. In essi la domanda e l’offerta si indirizzano verso soluzioni più inclusive e di prossimità che prevedono la partecipazione attiva delle comunità locali.

- Scritto da Fiorella Ialongo
La coppia più strana ed improbabile che abbia vinto una medaglia olimpica é forse quella composta da Jubilee e Lis. La prima era bruttina, con un corpo ordinario per cui, sovente, non era riconosciuta quando veniva vista da vicino, lontano dalle gare. Le sue simili, invece, erano belle e con una muscolatura armoniosa.
Nella foto della premiazione, sul podio, furono immortalati due uomini in divisa, tesi nell’atteggiamento del saluto militare; Lis, invece, si asciugava le lacrime di gioia. Ella, inoltre, indossava dei pantaloni a sbuffo che le stavano addosso in modo singolare, ed era leggermente inclinata di lato, come se non fosse molto stabile su se stessa. Cosa vi era di eccezionale in questa medaglia d’argento vinta nel 1952 ad Helsinki nel dressage (gara di addestramento n.d.r.), una disciplina sportiva che richiede eleganza ed abilità? Jubilee non era una cavalla nata per le competizioni e la fantina, Lis Hartel, aveva le gambe paralizzate, cosce e braccia indebolite da una poliomielite.

- Scritto da Redazione
Un’avventura folle e straordinaria di un giovane romano che ha cambiato la vita di donne e orfani del Tigray, regione etiope flagellata dalla siccità, dalle malattie e da un’atroce guerra civile.
Una storia vera che ha dell’incredibile, con un risvolto che ogni orfano sognerebbe di poter vivere: questa è l’avventura di Babajé, “papà mio” in lingua etiope, che decine di bambini del Tigray, nell’Etiopia settentrionale, hanno iniziato a vivere circa un ventennio fa. Artefice della loro “nuova famiglia”, un villaggio costruito “ad hoc” per ospitare l’infanzia privata di genitorialità – per la guerra o per il caso – è un giovane romano, Francesco Romagnoli, che a contatto con quel mondo fragile decise di lasciare la propria professione, sicura ed affermata, per rivolgere lo sguardo al bisogno umano.

- Scritto da Redazione
Piero Pepe, calabrese di origine, fin da piccolo coltiva la passione per la scrittura e il cinema, In età adulta, il regista Daniele Pettinari, direttore artistico della scuola di cinema internazionale ACT Cinecittà, lo accoglie come amico e allievo prediletto.
“Sono stato un suo allievo, lui ha stimolato umanamente e intellettualmente, ha dato speranza ai miei sogni e mia ha reso una persona migliore, convincendomi che la mia storia dovesse essere scritta. Io ci ho provato e la dedico ogni lettore, ma soprattutto, a tutte le persone che nella vita credono in un sogno”.

- Scritto da Fiorella Ialongo
Già a partire dall’ampia scalinata dell’ingresso del locale, sembrava di entrare nel salone delle feste settecentesche. Mano a mano che si salivano i gradini, si veniva avvolti da un turbinio di voci e di musiche.
All’ingresso nella sala si era accolti da un’esplosione di vivaci colori, quelli dei caftano e dei Djellaba. I loro tessuti erano ricercati, con perline e ricami. Protagoniste indiscusse erano le donne che, indossando gli abiti tradizionali marocchini, creavano un’atmosfera araba come quella descritta nel libro “Le mille e una notte”, oppure quella dell’epoca aurea di Solimano il Magnifico e Roxelana (la schiava che divenne sua moglie legale n.d.r.). Ebbene, proprio questo saggio di splendore orientale é stato uno degli elementi più interessanti del Festival del Marocco, tenutosi a Roma in un noto locale all’Eur.
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