Vi siete mai chiesti se alle parole tendiamo ad attribuire più un ruolo di senso o di significato? E come cambiano le parole quando sono lette, ascoltate o pronunciate?
È da queste riflessioni che nasce la mia nuova rubrica “L’alfabeto in versi”, dove racconterò la mia visione del mondo, a partire da alcune parole chiave, dalla A alla Z. Scopriremo insieme se vale più il senso o il significato. Se valgono entrambi. Se quella parola ha davvero il suo posto nel mondo. Se è necessario lasciare spazio. Se esiste ancora il bisogno di inventare parole nuove.
Avvieremo una rubrica - contenitore di emozioni (…scrivere senza suggestione, a che serve?) proprio come le opere d’arte, la poesia, la musica… alfabeti sensoriali che ci riportano a quel gusto unico del sentire, declinato nella sua universalità: del vedere, sentire, toccare, odorare, anche se non ci va, anche se siamo apparentemente nella modalità OFF.
Sentirsi vivi, proprio come succede nella magia dell’Arte, quando quell’idea-significato trascende dal suo autore per divenire senso (senSazione) nell’altro, lasciando che il fascino di quell’ideale che è o che ci sembra potrebbe essere, resti sospeso, in evoluzione.
Inizieremo questo viaggio con un brano di Gianni Rodari, maestro di vita, il cui lascito più grande è averci insegnato a pensare con la fantasia, a semplificare anche i temi più spinosi della realtà “…Per cominciare... ad imparare tutto quel che c'è da sapere. Per cominciare... ad imparare ma anche per ridere e giocare...”
Ecco che la sua Filastrocca dell’alfabeto ha il dono di trasportarci in una dimensione di esistenza dove perfino i segreti hanno una loro forza trasformativa. Allora immaginare e sognare, restano l’àncora ed ancóra quel rifugio sicuro, alla larga dalla frenesia di un ventunesimo secolo molto decadente e poco romantico.
La Filastrocca dell’alfabeto,
dove le lettere hanno un segreto;
ma se le guardi con attenzione,
troverai subito la soluzione.
A è il tetto di una casetta.
B son le ali di una farfallina.
C è una luna piccina piccina.
D è la vela di una barchetta.
E è il forcone di un contadino.
F è il trespolo di un galletto.
G assomiglia a un lanternino.
H è fatta come un letto.
I è un tronco sottile e diritto.
J è lo scivolo dei giardinetti.
K è un soldato che marcia diritto.
L è la seggiola per i nanetti.
M è il muro di un alto castello.
N è una strada in discesa e in salita.
O è rotondo come un ombrello.
P è una racchetta per una partita.
Q è un signore con la pipa in bocca.
R è una mamma che aspetta un bambino.
S è un serpente che non si tocca.
T può sembrare un tavolino.
U è una tazza di latte o di tè.
V e il becco di un uccellino.
W è la corona d’oro di un re.
X è la culla di Gesù bambino.
Y è il muso di un gatto a strisce.
e con Z l’alfabeto finisce!
Tutte le lettere col pigiamino
vanno a dormire nel loro lettino.
(Filastrocca dell’alfabeto di G. Rodari)