Reti, reti e ancora reti. Costruiamo reti in qualsiasi ambito ed in qualsiasi settore, che sia di lavoro o privato, è tutto una rete!

Reti internet, telefoniche, autostradali, di imprese e imprenditori, di professionisti e delle professioni, delle conoscenze, delle informazioni e chi più ne ha più ne metta.

Oggi tutti fanno rete, si affiliano, si aggregano. E chi ancora non lo ha fatto sta pensando di farlo!!! Ma a cosa è dovuto tutto questo?

Alla crisi economica che determina l’unione, perché fa la forza? Alla globalizzazione, fenomeno di integrazione, di uniformazione economica, sociale, culturale, di costumi e finanche di pensiero?

Pensandoci bene la creazione della prima rete risale a metà del secolo scorso con l’istituzione, da parte di un gruppo di visionari fondatori, della Comunità economica europea, ora Unione Europea, nata per favorire lo sviluppo economico dei paesi aderenti.

Ma la rete che al nostro tempo va per la maggiore è quella sociale, meglio conosciuta con il termine anglosassone social network.

E’ il caso di dire che viviamo nell’era dei social network! E’ tutto molto network e molto social! E se cerchi l’anonimato o vuoi proteggere la tua privacy hai sbagliato epoca, perché è pressoché impossibile conservarla grazie anche ai nostri efficientissimi smartphone che memorizzano e incrociano dati di ogni tipo.

Chi è che non si è fatto sedurre da questi nuovi sistemi sempre più sofisticati, e volendo dirla tutta anche invasivi della nostra privacy? Con essi abbiamo modificato i nostri comportamenti, costumi sociali perché sempre connessi, pronti a socializzare, a condividere con la rete attimi di vita vissuta immortalati e pensieri, anche quelli più intimi. Il rovescio della medaglia di questa metamorfosi sociale, consapevole o inconsapevole, è che non abbiamo più un’identità personale, ma una globalizzata, che ci rende tutti identificabili e sicuramente più vulnerabili.