Credits: Claudio Bianchi "Estate africana"

L'estate è arrivata.

Qualcuno se ne va, altri ritornano.

Il pensiero vola ai progetti che accompagneranno un'altra fine. Un ulteriore inizio.

Ad ogni bella stagione, si discute sul clima che cambia, sulle alte temperature, su come il mondo abbia preso una brutta piega. 

Anche l'estate è stereotipata.

L'occasione del caldo smuove riflessioni olistiche che toccano temi importanti, dall' ambiente all'educazione ecologica, dal gossip di qualche casata reale alla fame nel mondo. Si finisce sempre con la guerra, che attualizza tutto, riportando la parola alla coscienza. Quando questa smuove dentro e bussa forte, l'orecchio si prepara ad ascoltarla. E così ci arrovelliamo le budella per scacciare i sensi di colpa. Ma è inutile aggirare l'ostacolo.

Allora ci ricopriamo il volto di sabbia e le conversazioni diventano più generaliste, sterili. 

Dunque, l'estate porta al pettine tutti i nodi, lasciando che sia il vento a scioglierli. O che venga il Sole a bruciare via le ultime foglie. A creare pelle nuova...

Come ogni volta, il cambiamento è in atto.

La proiezione di quello che sarà o immaginiamo sia, mi dà la sensazione di non vivere mai a pieno il tempo presente. 

Si continua a progettare, fantasticare, rimandare.

La dimensione futura prevale sul qui e ora.

Sarà forse questa ossessione per il domani a farci sbagliare?

E se vivessimo davvero come fosse il nostro ultimo giorno?

L'estate fa anche questo.

Mette in standby, carica, allontana. 

È esibizionista. 

La caratterizzano i simboli. Piogge di foto riempiono la galleria del telefono per essere condivise sui social. La spasmodica ricerca della perfezione fa perdere l'attimo.

Qualche emoji supplisce a ciò che è mancato allo scatto. Altre volte svela dettagli premeditati per creare suspense.

Angurie, ondine, barche. 

Aerei sopra il cartello di una destinazione.

Buffi animali esotici e bandiere multicolor  fanno la storia del posto del cuore.

E poi i Soli gialli, sfumati nell'arancio. I raggi fantasiosi, le bocche aperte nei sorrisi.

La felicità è il trend dell'estate.

Mentre il corpo cerca il dorato della carnagione, l'oro frigge tra le mani dei padroni. Che, come a scuola, durante l'intervallo, ne approfittano per rubare le merende degli altri.

Immagino che se prendessimo la vita con lo stesso umore dell'estate, ci sarebbe più amore. E forse anche le atrocità potrebbero andare in pausa, per scoprire che senza, si sta meglio.

La gente sarebbe più incline alla gentilezza.

Perfino le zanzare ci apparirebbero simpatiche.

Se fossimo estate, verrebbe spontaneo alleggerirsi. Anche le barriere del controllo avrebbero il coraggio di abbassarsi.

Ad una partenza corrisponderebbe sempre la possibilità di arrivo. La voglia di tornare.

Il mare si tufferebbe negli occhi come una finestra aperta for ever.

E fare l'amore aiuterebbe finalmente a fare la pace.

 

D'estate le notti luccicano sotto i  falò delle stelle

Gli adulti si confondono con i bambini

I castelli di sabbia crollano alle carezze dell'acqua per ritornare materia plasmabile

E mentre il pensiero vola ai progetti che accompagneranno un'altra fine

Anche i sogni si allontanano dai cuscini...

 

L'estate non se n'è mai andata