"The Danish Girl" mostra il percorso di un uomo, che scopre di essere una donna, con toni delicati e misurati, sullo sfondo della Copenaghen degli anni Venti.

La pellicola è l’adattamento del romanzo La danese (The Danish Girl, 2000), scritto da David Ebershoff. Racconta la storia di Einar Wegener (Eddie Redmayne) uno dei primi transessuali della storia a subire un’operazione chirurgica.

L’uomo è un pittore paesaggista e vive con la moglie Gerda Wegener (Alicia Vikander) anch’essa una pittrice.

I due condividono la passione per l’arte, anche se Einar è un tipo riservato e non partecipa assiduamente agli eventi mondani, nonostante il suo lavoro sia più apprezzato rispetto a quello della moglie. Ma quando Gerda chiede al marito di posare per lei con dei vestiti femminili, qualcosa scatta in Einar. All’inizio nasce quasi per gioco, ma Einar si accorge di sentirsi sempre più una donna e di apprezzare questo suo lato nascosto. Lato che emerge, fino a prendere il sopravvento. 

La regia di Tom Hooper è essenziale ed ha un forte legame con la pittura. Ci sono spesso inquadrature del paesaggio che richiamano i quadri realizzati da Einar. Anche in sceneggiatura, i personaggi hanno una grande connessione con l’arte. Non solo sul visivo, con inquadratura in controluce, o che danno molto spazio ai dettagli, ma anche a livello spirituale. Lo dimostra il fatto che Einar, quando diventa Lily smette di dipingere. E Gerda, che inizialmente non ha molto successo con le sue opere, trova l’ispirazione solo quando cattura l’anima di Lily nei suoi quadri. Perché, come afferma Einar, quello che dipinge viene da dentro. Eddie Redmayne, attore premio Oscar per La teoria del Tutto, regala nuovamente un’interpretazione magistrale. Mostra l’agonia di un conflitto interno, e di come Einar sia diviso tra l’amore per la moglie Gerda e il desiderio di essere Lily. Un dualismo che sembra quasi folle, dichiarato attraverso la gestualità e le espressioni.

La sua trasformazione inizia dagli indumenti ma si sposta sul portamento, le movenze e gli sguardi. Diventa un’esigenza acquisire ogni movimento, ogni gesto, in particolare quando si ferma davanti ad un prostituta e replica ogni sua mossa. Alicia Vikander non è la protagonista, ma la sua recitazione non è da meno. Rimane sempre sullo sfondo e i suoi silenzi spesso, evidenziano il suo stato d’animo. Anche lei vive un forte disagio, combattuta tra l’amore per il marito e l’accettazione di Lily. Entrambi trasmettono le emozioni dei personaggi in quei particolari momenti.

Pellicola ben strutturata e raccontata in modo equilibrato, per la delicatezza degli argomenti trattati. Visione consigliata.