Un western sui generis in perfetto stile tarantiniano. Scritto e diretto dallo stesso Tarantino, che al suo ottavo film segue la scia di Django (2012) e mette in scena otto personaggi, ma nessuno è realmente chi dice di essere.

Il film è diviso in capitoli, come succedeva in Kill Bill vol. 1 e 2 (2003-2004). La prima parte è un po’ più lenta e introduttiva. Il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) porta con sé la fuorilegge Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). L’uomo, noto come “il boia”, ha l’abitudine di consegnare le sue vittime ancora vive fino al patibolo.

Per strada John incontra il maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson). I due vanno nella stessa direzione, la città di Red Rock, per poter consegnare i loro prigionieri e ritirare le rispettive ricompense. Dato l’arrivo imminente di una tempesta di neve, i due decidono di viaggiare insieme ed aiutarsi a vicenda, poiché sul loro cammino si imbattono in Chris Mannix (Walton Goggins) un rinnegato del sud, che afferma di essere stato nominato sceriffo di Red Rock.

Buona parte del film si svolge nell’emporio di Minnie, dove gli “odiosi otto” sono costretti a rimanere a causa della bufera di neve. Nonostante la lunga durata del film, la storia scorre velocemente. I dialoghi, spesso apparentemente privi di senso, in realtà dicono molto più di quello che sembra. Come ad esempio il discorso di Oswaldo Mobray (Tim Roth) sulla giustizia e su cosa significhi essere un boia. La storia è ben costruita, con un flashback strategico che, con maestria, ci svela il mistero. La regia non è da meno, alcuni piani ricordano Kill Bill e non possono mancare le inquadrature dal basso che Tarantino predilige. Lo stesso vale per i personaggi: ironici, taglienti, sarcastici. D’altronde, hanno un qualcosa in più che li contraddistingue. Si crea spesso un delizioso contrasto tra le scene cruente, il sangue che schizza da tutte le parti e i dialoghi, in cui si fa ironia, tanto da strappare spesso più di una risata. Il cast è superbo: Samuel L. Jackson è ormai la mascotte di Tarantino e gli viene naturale interpretare i suoi personaggi. Sembra davvero uscito da un film western, ironico e spietato. Ma la vera rivelazione è Walton Goggins, tra tutti il più poliedrico. All’apparenza ingenuo, ma in realtà sorprendentemente furbo. Tim Roth è il più subdolo, si mette in mostra sproloquiando ma rimane sulle sue. Jennifer Jason Leigh, unico rappresentante del gentil sesso tra gli “otto”, è una fuorilegge fuori di testa e nonostante sia un’assassina, riesce ad essere un personaggio sui generis. Menzione particolare alle musiche di Ennio Morricone, che completano il quadro, sottolineando la suspence e il ritmo dell’azione, anche nei momenti più tranquilli.

Ottimo ritorno per il regista, che prende spunto dal passato, mettendo anche qualcosa di nuovo. Visione assolutamente consigliata, soprattutto per gli amanti del genere.