Massimiliano Lodi Ludovico Ariosto legge l’Orlando furioso alla presenza della corte estense 1860 olio su tela, 123,5 x 167 cm inv. 80 Ferrara, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea

“I Voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti”: un viaggio fatto di rime e colori nello splendido scenario di Villa d’Este in cui il grande poema ariostesco prende vita

Quando davo ripetizioni di latino, ma anche di letteratura, mi è capitato una volta di fare lezione ad un ragazzo del liceo a proposito dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Il giovane era particolarmente annoiato da questa storia che è invece incredibile e affascinante.

Per cercare di coinvolgerlo allora gli dissi che, se avesse prestato un po’ di attenzione, si sarebbe subito accorto che il poema era, non un lungo e tedioso componimento, bensì un’avvincente saga del tipo ‘Il Signore degli Anelli’ (che invece lui amava molto).

Gli spiegai che le persone del tempo, del XVI secolo quindi, seguivano tutte le avventure di Orlando, un po’ come lui ora seguiva quelle di Frodo. Aggiunsi che se era vero quello che dicevo, allora questa storia non doveva essere poi tanto brutta. Fu così (con un piccolo escamotage, lo ammetto) che riuscii a catturare, senza troppa fatica, la sua curiosità…

Tutto questo non per parlare di vecchie lezioni private, ma per ricordare a tutti un interessante appuntamento. Una mostra che vede di nuovo legati insieme in maniera quasi osmotica la letteratura e l’arte figurativa.

I Voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti. Questo il titolo. La location invece non poteva essere più bella: la Villa d’Este di Tivoli. E non è certo un caso. Il poema di Ludovico Ariosto infatti fu dedicato al cardinale Ippolito I, zio di quell’Ippolito II d’Este che nella seconda metà del Cinquecento trasformò la Villa come noi oggi (più o meno) la vediamo.

Quanto ha influenzato le arti figurative l’Orlando Furioso? Perché l’Ariosto, padre del poema, veniva definito “poeta che colorisce”?

Ecco non lungi un bel cespuglio vede

di prun fioriti e di vermiglie rose,

che de le liquide onde al specchio siede,

chiuso dal sol fra l’alte querce ombrose;

così voto nel mezzo, che concede

fresca stanza fra l’ombre più nascose:

e la foglia coi rami in modo è mista,

che ‘l sol non v’entra, non che minor vista.

(Canto I, 37)

E questo piccolo pezzo di bosco, mentre Angelica fugge, sembra di vederlo davvero! Si vedono chiaramente i raggi del sole che filtrano dai rami; si vede il rosso vermiglio delle rose, il bianco delicato dei petali di pruno.

La mostra di Tivoli presenta una sorta di Orlando Furioso raccontato attraverso le immagini. Dal Cinquecento a oggi. E attraverso le più variegate tecniche artistiche: dal dipinto alla scultura, dall’arazzo al libro.

Un lungo viaggio fatto di suggestioni e immagini letterarie che prendono forma, che si animano diventando altro.

Sei sono le sale coinvolte dalla mostra ognuna caratterizzata da uno specifico tema: I volti e il mito dell'Ariosto; Il Cinquecento: nascita e diffusione dell’iconografia ariostesca; Tra Sei e Settecento: storie del Furioso, da Firenze alla Francia; Distrazioni romantiche: i paesaggi istoriati ariosteschi; Visioni del Furioso nell’Ottocento francese; “Il più bell’Orlando furioso del Novecento”: un omaggio a Luca Ronconi.

Dai titoli delle sezioni si comprendono bene la varietà delle opere d’arte in mostra e la molteplicità dei punti di vista attraverso i quali il poema viene osservato.

Autoritratti di Ludovico Ariosto, preziosi arazzi provenienti dal Musée des Arts décoratifs di Parigi (parte di un insieme realizzato nel 1558-59 per la camera da letto di Ercole II nel palazzo ducale di Ferrara), testimonianze pittoriche dei grandi cicli decorativi seicenteschi e accanto a questi le antitetiche interpretazioni pittoriche di Jean-Auguste-Dominique Ingres e Eugène Delacroix, fino ad arrivare al grande Ronconi e al suo Orlando Furioso del 1969.

Tra i dipinti si ricordano la tela di Armand Cambon Orlando affronta l’orca per liberare Olimpia (1876), Angelica e Medoro di Simone Peterzano (ante 1572), il ben noto Ruggiero libera Angelica di Ingres (1841), e i disegni di Gustave Doré per l’edizione illustrata del “Roland furieux” (Paris, Hachette, 1879).

La mostra sarà arricchita da un serie di eventi collaterali, in particolare concerti (a partire dal 2 luglio) organizzati dalla Direzione di Villa d'Este in collaborazione con l'Associazione Schola Palatina, e affidati alla "Vertuosa Compagnia de' Musici di Roma" e, per l’intera durata della mostra, l’Audioistallazione “Il Furioso in giardino”: «le voci di Alberto Lupo, Giorgio Albertazzi e Arnoldo Foà torneranno a raccontare l'Orlando furioso in un luogo dedicato all’ascolto, alla riflessione, al riposo come al tempo dei fasti estensi».

I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti

15 giugno – 30 ottobre 2016

Villa D’Este, Piazza Trento, 5 – 00019 Tivoli (RM)

Dal martedì alla domenica ore 8.30

fino ad un’ora prima della chiusura del monumento

Aperture serali nelle giornate di venerdì e sabato

Biglietto unico € 11,00: mostra + ingresso villa - Ridotto: € 5,50 www.villadestetivoli.info www.ariostovilladeste.it 

 

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