La fine dell' estate mi mette sempre malinconia. Come tutte le cose che finiscono, che vanno lasciate andare, anche se ti fanno stare bene…
Contemplo il mare dalla mia finestra e finisco per perdermi in infiniti tumulti. I pensieri cavalcano le onde con l'intenzione di superarle ma qualche volta scompaiono insieme a quelle.
Chissa’ se torneranno ancora.
Così perdo la strada. Infilo il mio fluire dentro un sacco pieno di tante Z, ma l'alfabeto è già in corsa per ripartire con la prima lettera.
Mi manca il respiro e sento l'affanno.
Sono troppo agitata per quello che mi aspetta.
Sono troppo in ritardo per quello che resta.
Mi accorgo che tutto scorre così velocemente. Che non c'è tempo per approfondire.
Non c'è abbastanza tempo per raccogliere le emozioni. Per fare ordine.
Non basta più nemmeno l’ estate…
E il sacco è rimasto vuoto di A.
Anche l'aria appare inconsistente. Eppure nutre, accarezza, sposta.
Settembre sa di alba rossa.
Di aspettative ingoiate.
Di promesse da slacciare.
Tutto ruota intorno al nuovo, anche quando non c'è.
Tutto è preceduto dall' iper. In una gigantografia di compiti e impegni dove obiettivi iper-grandi si muovono in uno spazio iper-piccolo.
La bella stagione sta per finire.
Mi nascondo dietro gli ombrelloni salati per respirarne ancora il profumo.
I gabbiani volano bassi sulle punte schiumose dell' acqua per cercare nutrimento. Mentre i pesci saltellano tra mondi paralleli che dividono l'asciutto dal bagnato.
Il mio amico Sar si è messo in testa una manciata di cappelli. Non gli pesa niente al pensiero della sua Africa…
Alla mattina prendo l'ultimo caffè della vacanza.
Affondo lo sguardo nell'orizzonte e lo lascio andare via.
Non sono pronta a un' altra fine.
Ma domani è un altro viaggio. Un nuovo inizio.
…Non basta più nemmeno l' estate..