Il termine emigrante viene sovente associato a disperate attraversate via mare. Eppure questa stessa parola può essere a riferita anche a colei che ha incarnato un’ immagine di libertà e di fierezza a tal punto da essere immortalata nell’unico monumento celebrativo a Roma, sul Gianicolo, dedicato ad una donna che non sia stata né una santa, né una dea.

Chi é? La risposta é Ana Maria De Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi. Accanto a lei sul medesimo colle, tra i busti garibaldini, vi é anche quello di Colomba Porzi Antonietti. Entrambe coraggiosamente entrarono nella mischia della battaglia, armata e non, per gli ideali patriottici del Risorgimento. Anita, inoltre, affrontò un’analoga coraggiosa, indomita lotta per l’indipendenza e la libertà del Brasile.

L’eroina “dei due mondi”, nel monumento celebrativo, monta su un cavallo senza sidesaddle (sella laterale), in uso anteriormente all’ ‘800, che dona un’andatura elegante ma lenta. Ella  è su una sella maschile, per cui é a cavalcioni su un destriero impetuoso e valoroso come il cavallino di un noto logo automobilistico. La rappresentazione sottolinea il coraggio, la forza femminile, l’emancipazione, il protagonismo di Anita. Senza dimenticare che, tra le simbologie del cavallo, vi sono quelle della libertà e del potere. Un’altra particolarità della statua risiede nel fatto che nella mano destra Anita impugna una pistola, mentre nel braccio sinistro tiene stretto un suo figlio.

Tuttavia, nell’immaginario collettivo questa eroina é sostanzialmente posta in secondo piano, sfocata nel  legame affettivo con il Generale Giuseppe Garibaldi. Ella, invece, merita di essere conosciuta e valorizzata nella sua identità di donna, come accade in Brasile. In questa linea di impulso ed apprezzamento del suo ruolo ed esempio si pone il progetto internazionale la “Rosa di Anita”, ideato e promosso dall’Associazione Olim Flaminia di Cesena. L'obiettivo é quello di divulgare e valorizzare nel mondo l’immagine della donna e della femminilità in ogni sua forma, declinazione ed espressione. Lo strumento simbolo di questa finalità é la diffusione e messa a dimora di una varietà di rosa creata da Giulio Pantoli, dedicata all'eroina brasiliana Anita Garibaldi  (1821-2021) e non commercializzata, chiamata “Anita Fidelis”, quale simbolo di pace e democrazia declinato al femminile. Il logo di “Anita Fidelis” ricorda il monumento equestre sul Gianicolo, in quanto vi é raffigurata una donna su un cavallo rampante che coglie una rosa.

Forse non é un caso questo binomio, dato che in numerosi ambiti equestri e nella nostra cultura in riferimento alle donne, sono fortemente interiorizzati strutture di dominanza e di sottomissione. Per questo il simbolismo descritto é fortemente evocativo di un intreccio profondo, ovvero della capacità delle donne di esprimere pienamente se stesse in modo paritario, analogamente a quanto accade nella cavalcata in cui due corpi, pur distinti, diventano un tutto armonico.

Nel corso del tempo il messaggio di “Anita Fidelis” ha trovato un numero crescente e qualificato di interlocutori tra le due sponde dell’Atlantico diventando un progetto umanitario, di solidarietà e cooperazione che valorizza la parità di genere in ogni forma, declinazione ed espressione, e fonda i suoi principi sull’esempio della figura emancipata di Anita Garibaldi. Senza dimenticare la rete di relazioni culturali, turistiche, economiche che si sono create tra gli Stati e le città che ne sono entrati a far parte. 

All’interno di questa rete vi é stata la piantumazione della rosa “Anita Fidelis” sul colle del Gianicolo nel corso di una solenne e partecipata cerimonia. Essa é stata organizzata dall’Associazione “Olim Flaminia” in accordo con l’Ambasciata del Brasile ed il Comune di Roma Capitale. Alla cerimonia hanno partecipato gli Ambasciatori del Brasile, Uruguay, Messico, Cuba, Haiti, Colombia, Paraguay, Guatemala, Honduras, El Salvador, Angola e San Marino accanto ad altri importanti ed autorevoli rappresentanti di Istituzioni nazionali ed internazionali.

Al termine della manifestazione ci ha gentilmente rilasciato una dichiarazione il Presidente del Centro Studi Olim Flaminia Cav. Andrea Antonioli: «Si tratta di un tributo all'eroina italo-brasiliana condiviso da tante istituzioni che unisce tante comunità e due mondi nel nome della pace e della cooperazione  un importante gesto da parte di Istituzioni di tanti Stati e città che è partito da Cesena e la Romagna 10 anni fa per promuovere nel mondo i valori della pace, della democrazia e della libertà, valorizzando la donna e la femminilità in ogni sua forma ed espressione, con particolare riguardo a quelle tematiche legate a inclusione, parità di genere, empowerment femminile, lotta contro la violenza, femminicidi. La rosa incarna anche il tema dell'emigrazione, poiché Anita stessa fu una emigrante e portò con sé quei valori di giustizia e di amore verso il prossimo e le istituzioni, per cui credo costituisca davvero un grande a beneficio per i territori coinvolti».

Tra le testimonianze della manifestazione si ricorda quella offerta dalla Presidente della Sezione “Cesena Malatesta” della BPW Italy Mirella Ravaglia. Ella ha affermato che il progetto “Anita Fidelis” ed i valori in esso contenuti, sono stati i punti di riferimento dei due anni del suo mandato e che tale azione si é svolta in accordo con la Past Presidente del Distretto Nord-Est BPW Italy Carla Laura Petruzzelli. Entrambe mi hanno confidato il loro auspicio che le figure di coraggiose ed indomite emigranti quali Anita Garibaldi ed Ines Suares, (la quale partì dalla Spagna e dopo numerose peripezie contribuì alla fondazione del Cile n.d.r) escano dal dimenticatoio per diventare esempi di superamento di stereotipi e di empowerment femminile valido a distanza di decenni.