E’ di qualche giorno fa la notizia rilasciata ai media dal Ministro dell’Istruzione Giannini sul progetto denominato “La scuola al centro”.

Lanciato in via sperimentale e con l’obiettivo di prevenire e contrastare la dispersione scolastica, porre la scuola come comunità attiva e aperta al territorio, come centro interattivo con le famiglie e la comunità stessa, consisterà nel tenere aperte anche durante i mesi estivi le istituzioni scolastiche appartenenti a zone periferiche particolarmente disagiate, al momento, di sole quattro città italiane Milano, Roma, Napoli e Palermo. Da settembre il progetto, ha dichiarato il Ministro “verrà esteso a tutto il territorio nazionale”.

Per il progetto sono stati dedicati da parte del Governo 10 milioni di euro, di cui beneficeranno già dal 1 luglio circa 700 istituti scolastici delle periferie delle quattro città scelte. I fondi saranno utilizzati per pagare le attività, i materiali e il personale.

Gli argomenti e le attività messe in campo nelle sessioni estive interesseranno “l’autoimprenditorialità, l’avvicinamento alla musica, le attività sportive pomeridiane, i laboratori artistico-espressivi, la promozione dell’inserimento del cinema e del teatro a scuola, la diffusione della lettura, l’attività per la conoscenza del territorio di appartenenza e di incentivazione alla cittadinanza attiva”.

“La scuola al centro” per strappare i ragazzi - soprattutto quelli “non abbienti”, appartenenti a fasce sociali più deboli e a zone più a rischio criminalità - dalla strada e dalle “cattive amicizie”. Ragazzi fragili, che per la loro tenera età, sono facilmente avvicinabili, suggestionabili e reclutabili per pochi soldi. Per dare loro la possibilità di vivere la scuola, di apprezzarne, non solo le attività didattiche, ma anche quelle ludiche. Per offrirgli al contempo un’opportunità di crescita culturale ed un conseguente riscatto sociale.

L’iniziativa del Ministro, che ai più è sembrata più che apprezzabile, ricevendo ampi consensi da parte dell’opinione pubblica, in quanto importante tentativo di integrazione sociale e culturale, ha suscitato non poche polemiche ed assoluta contrarietà da parte del comparto insegnanti, preoccupati a ragione di dover prolungare le loro prestazioni oltre l’ordinario periodo lavorativo per una manciata di euro in più. Si perché il Ministro ha già preannunciato, che seppur facoltativo aderire all’iniziativa, per gli insegnanti “il compenso non sarà molto alto”.  Speriamo che trovino presto un accordo!!.

Al di là delle polemiche, va da parte di tutti noi un plauso al progetto della Giannini!!

Per i ragazzi la scuola gioca un ruolo fondamentale per la crescita. E’ per loro una seconda famiglia e come tale deve porsi. Un luogo, un contesto sociale per educare e per formare non solo culturalmente ma anche socialmente, e con il necessario apporto delle famiglie,  le “persone di domani”. Ma anche luogo dove imparare ad esprimere la propria individualità e la propria personalità, relazionandosi con gli altri.