Il Gran Premio di Monza è stato l’emblema dell’amore italiano per il mondo dei motori.

Pubblico emozionante - ed emozionato - che ha dipinto di rosso ogni angolo della Brianza. Dal venerdì alla domenica i tifosi sono stati eccezionali e appassionati, alla ricerca di quel brivido che muove il motore di questo sport. Le prime due posizioni della Ferrari nelle libere, la strategia sbagliata del Cavallino con Charles Leclerc che non riesce proprio a staccarsi dalla Ferrari. Il più innamorato è proprio lui, legato sentimentalmente ad una scuderia che non sta riuscendo ad essere alla sua altezza.

La Pole momentanea distrutta dalle Papaya prima e demolita da Max Verstappen, una gara che ha dimostrato ancora una volta come spingere la macchina oltre il limite a volte non basta. Vincere è fondamentale, inutile girarci intorno, conquistare un mondiale sarebbe il giusto riconoscimento per il Predestinato. Ogni weekend che passa senza primo posto non fa che alimentare dei dubbi (legittimi?) sull’effettiva forza del monegasco con schieramenti degni di Guelfi e Ghibellini. Tre team principal vissuti - Maurizio Arrivabene, Mattia Binotto e Frederic Vasseur - ma il solito risultato amaro.

Per concepire bene quanto Leclerc abbia dato alla Ferrari basta sottolineare una statistica particolare: Charles è il terzo pilota della Rossa con più Gran Premi disputati (142) dietro solo a Kimi Raikkonen (151) e Michael Schumacher (179) ed è il pilota con più presenza senza aver vinto mai un mondiale. Leclerc è il secondo atleta Ferrari con più Pole Position (27), secondo solo a Shumy (58), superando Niki Lauda ma senza aver vinto il titolo mondiale. Che ci sia qualche stortura nella costruzione della macchina è palese a tutti, basta vedere che le vittorie del ragazzo sono appena 8. Maggior numero di punti (1593) secondo anche questa volta solo a Schumacher; insomma la storia d’amore tra lui e la Ferrari non sembra vedere una fine ma ci sono diverse sliding doors importanti. Nell’ultimo GP il pubblico ha cantato a squarciagola il nome di Max Verstappen e quella frase dell’olandese che sarebbe lieto di andare in Ferrari ma per vincere. Storie che si intrecciano con il monegasco che a quel bivio di carriera sembra non pensarci perchè un amore così grande si vive fino all’ultimo. Se è vero che il Mondiale è importante, ancora di più è il percorso. Di esempi se ne potrebbero fare a iosa come Spartaco - guerriero ribelle che non è riuscito a compiere l’impresa - o Aiace Telamonio - eroe della mitologia greca che nonostante avesse una forza straordinaria non ottenne il successo sperato.

Mai perdere la speranza però, come dimostra Harry Kane. L’attaccante del Bayern Monaco ha giurato fedeltà sentimentale al Tottenham Hotspur ed alla nazionale inglese ma per vincere il primo trofeo ha dovuto aspettare il trasferimento ai bavaresi. La scelta del numero 16 dovrà essere ponderata al millesimo perchè ne va della sua storia, di quella della Ferrari e di questo sport. Jean Jacques Rousseau scrisse: “Una grande passione infelice è un grande mezzo di saggezza” ma a quanto possiamo leggere negli occhi di Leclerc la felicità è accompagnata da un grande sentimento d’amore. Quando l’amore supera la vittoria.