La stagione di Formula Uno sta entrando nel vivo e ciò che risalta agli occhi è il dominio delle McLaren.

Nella passata stagione le Papaya hanno cominciato a dettare legge, seppur con strategie rivedibili. Quest'anno , invece, la rivalità interna tra i due piloti ha fatto sì che la scuderia lavorasse in maniera certosina per non perdere punti preziosi. Risultato?

Le McLaren sono in testa al campionato costruttori con i due atleti in corsa per il mondiale; un dualismo che può avere più di due medaglie con annessi rischi da considerare. Se questo torneo sembra già scritto c'è un pilota che ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote a Lando Norris ed Oscar Piastri per tentare di ribaltare il tavolo.

 Max Verstappen è l'unico in grado di alzare l'asticella delle corse e qualsiasi avvenimento riguardi l'olandese è orientato all'interesse della gara in questione. Numero uno sulla scocca e quattro titoli iridati in bacheca, la ricerca del quinto sta diventato un tassello fondamentale per entrare nella leggenda di questo sport. Le sportellate che rifila agli avversari, quello stile di guida aggressivo e poco ortodosso sta, di fatto, procrastinando la parola fine sul 2025. La sua perfezione con la Red Bull ha fatto fuori, inconsciamente, Lawson e sta mettendo in ombra un buonissimo Tsunoda. Oltre loro due Max ha fatto passare in secondo piano gente come Albon, Gasly e Perez. Una macchina che, a quanto sembra, è in grado di guidare solo lui portandola oltre il limite naturale. Nulla è ancora scritto ma non sarà semplice dimostrare di essere nuovamente il migliore, anche perchè oggettivamente non ha il mezzo migliore. Nel 2024 è riuscito a conquistare il primato, seppur la RB20 era di parecchio indietro alle McLaren. Due primi posti e altrettanti secondi posti non sono paragonabili ai domini degli anni passati (pensare che nel 2023 solo tre volte non è arrivato primo su ventitrè corse ed in due occasioni è arrivato secondo). Gli appassionati sperano che Verstappen continui con questa fame di vittorie, l'importante è non dimenticarsi che se questo Mondiale è aperto e divertente è, soprattutto, merito suo.