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Sepang (MAL) - Comincia con il sapore agrodolce la domenica motoristica tricolore: Sebastian Vettel, al suo secondo Gran Premio con la Ferrari, parte dalla prima fila, in seconda posizione,  grazie al fantastico tempo ottenuto nelle prove del sabato, mentre il campione del mondo 2007, Kimi Raikkonen, parte dalle retrovie, precisamente dalla 11ma posizione, in seguito ad un errore di valutazione relativo all’uscita in pista durante il Q2 del sabato, poco prima dello scroscio di pioggia che ha caratterizzato le prove.

Lo strapotere Mercedes è confermato dalla Pole Position del Campione in carica Lewis Hamilton e dal terzo tempo del suo compagno Nico Rosberg. È una gara che però ci consegna altri spunti di interesse, come il ritorno alle gare di Fernando Alonso, al suo primo GP della sua nuova avventura in McLaren, dopo lo strano incidente che lo ha visto protagonista durante le prove invernali, e come il 6° tempo in griglia del diciassettenne Max Verstappen. L’appuntamento malese deve tener conto della pioggia improvvisa, come successo durante le qualifiche, che può sconvolgere tutte le strategie, che vedono nelle due soste l’opzione migliore.

Posizioni inalterate alla partenza per quanto riguarda i primi tre, con Hamilton che parte senza problemi e Vettel che riesce con una manovra decisa a difendere la sua seconda posizione da Rosberg, Raikkonen intanto, anche per la paura di contatti, rimane imbottigliato nel traffico e perde qualche posizione. Il secondo giro è quello delle forature: prima Maldonado sulla Lotus e poi, purtroppo, Raikkonen. La foratura del ferrarista sa di beffa perché la gomma  comincia a disintegrarsi sul rettilineo della partenza, costringendo il pilota finlandese a dover compiere un intero giro su tre ruote e su uno dei cerchioni posteriori e, di conseguenza, a perdere ulteriore terreno nei confronti di chi lo precede. Al quarto giro l’uscita di una Sauber e l’intervento della gru provoca l’ingresso in pista della Safety Car, inevitabile dopo il tremendo incidente dello scorso anno che ha visto coinvolta la Marussia di Jules Bianchi, e che costringe ancora oggi il pilota transalpino nello stato di coma.

La Safety Car fa saltare le strategie di tutti i team e ci consegna quella che in gergo viene chiamata ‘gara aperta’ ad ogni possibile sviluppo. E il cambiamento delle strategie si vede subito con l’ingresso delle due Mercedes ai box che anticipano i pit stop, mentre la Ferrari di Vettel rimane in pista. Al settimo giro la gara riprende, con Vettel in prima posizione che imprime un ritmo straordinario, facendo registrare il giro veloce, e con Hamilton relegato in quinta posizione, rallentato da macchine più lente della sua freccia d’argento. In pochi giri le Mercedes recuperano le posizioni che le competono e cominciano la rimonta sulla Ferrari numero 5 guidata da Vettel, che al 17mo giro si ferma per il suo primo pit stop, rientrando in terza posizione, ed ‘ufficializzando’ il cambio di strategia su due soste, mentre la Mercedes ne deve fare tre.  

Al 22mo giro Vettel si lancia all’attaco del tedesco della Mercedes e guadagna la seconda posizione, e nello stesso giro purtroppo Alonso, per problemi alla sua McLaren, è costretto al ritiro: peccato era in zona punti e sarebbe stato un bel rientro in pista per il campione di Oviedo. Continua il ritmo forsennato del tedesco della Ferrari che al 25° giro attacca e sorpassa Hamilton e riconquista la prima posizione, il pilota inglese intanto si dirige verso i box per il pit stop, Vettel dovrà aspettare almeno il 36° giro per la sua seconda sosta. Al rientro Hamilton, grazie alle gomme nuove, guadagna un secondo al giro su Vettel: le uniche speranze di vincere per l’inglese sono legate alla possibilità di annullare il distacco di 20 secondi prima del secondo pit stop del tedeco che continua la sua cavalcata solitaria cercando di non rovinare troppo le gomme.

Al 35° giro intanto pit stop per Raikkonen, mentre Vettel ha ancora un vantaggio di 15 secondi su Hamilton, e si avvicina al momento del pit stop, che viene effettuato 2 giri dopo: Vettel torna in pista davanti a Rosberg, ma proprio di un soffio e si ritrova con gomme nuove e pista libera. Hamilton reagisce e rientra ai box per il suo ultimo pit stop: al rientro comincia a spremere la Mercedes ed a rimontare i 14 secondi di distacco che lo separano dal tedesco della Ferrari. Intanto Raikkonen, autore di una stupenda rimonta, si attesta in quarta posizione e mantiene il ritmo costante. E’ questo il momento più delicato della gara, la vittoria di Vettel è appesa ad un filo, quello delle sue gomme: se resistono è fatta, se hanno anche il minimo calo, Hamilton lo passa senza pietà, la tensione in pista è grande.

Il confronto è ora tra due grandi campioni e due macchine performanti: l’inglese spreme telaio gomme e motore, il tedesco gestisce al meglio le gomme. Al 51 giro poi un sorpasso che ha un sapore davvero particolare per Vettel: doppia infatti la Red Bull, l’auto su cui ha corso fino allo scorso anno e che gli ha regalato vittorie e titoli mondiali, e con questo doppiaggio si mette dietro le spalle il passato. Hamilton però non molla e continua a spingere, mentre il ferrarista conserva un incredibile sangue freddo, non sbaglia nulla, non forza nulla, deve conservare le gomme fino in fondo, e così fa fino al 56° giro, l’ultimo che lo vede vincitore, e che, soprattutto, riporta la rossa sul primo gradino del podio 676 giorni dopo l’ultima volta.

Un podio che vede Vettel primo, Hamilton secondo e Rosberg terzo, ma che soprattutto ci da la possibilità di riascoltare, finalmente, l’inno tedesco associato a quello italiano e ricordare, quindi, Michael Schumacher, che ancora oggi, purtroppo, combatte con i tragici postumi del suo incidente sulla neve: Keep Fighting Michael.

Un Vettel fenomenale, una Ferrari grandiosa per come ha gestito la strategia di gara, e non solo quella di Vettel, ma anche quella di Raikkonen, ci ridanno speranza nel mondiale 2015 di Formula 1, e nella possibilità di competere ad armi pari con le sempre forti Mercedes.  

Chiudiamo con le parole appena sentite dopo la bandiera a scacchi, e cioè ‘Ferrari is back si ragazzi si ragazzi, grazie mille, grazie, grazie: forza Ferrari!’ gridate da Vettel ai box nel team radio del giro di rientro dopo questa fantastica vittoria, e ‘Piedi a terra e testa bassa’ con cui Maurizio Arrivabene, nuovo Team Principal della casa di Maranello, che fotografano al meglio il nuovo spirito che si respira in Ferrari.

Gp Malesia F1 2015: ordine d'arrivo

1 Sebastian Vettel GER FERRARI 1:41:05.793 2 Lewis Hamilton GBR MERCEDES +8.569s 3 Nico Rosberg GER MERCEDES +12.31s 4 Kimi Raikkonen FIN FERRARI +53.822s 5 Valtteri Bottas FIN WILLIAMS +70.409s 6 Felipe Massa BRA WILLIAMS +73.586s 7 Max Verstappen OLA TORO ROSSO +97.762s 8 Carlos Sainz SPA TORO ROSSO +1 giro 9 Daniil Kvyat RUS RED BULL +1 giro 10 Daniel Ricciardo AUS RED BULL +1 giro 11 Romain Grosjean FRA LOTUS +1 giro 12 Felipe Nasr BRA SAUBER +1 giro 13 Sergio Perez MEX FORCE INDIA +1 giro 14 Nico Hulkenberg GER FORCE INDIA +1 giro 15 Roberto Merhi SPA MARUSSIA +3 giri Rit. Pastor Maldonado VEN LOTUS Rit. Jenson Button GBR MCLAREN Rit. Fernando Alonso SPA MCLAREN Rit. Marcus Ericsson SVE SAUBER

Gp Malesia F1 2015: classifica piloti

1 Lewis Hamilton GBR Mercedes 43 2 Sebastian Vettel GER Ferrari 40

3 Nico Rosberg GER Mercedes 33 4 Felipe Massa BRA Williams 20 5 Kimi Raikkonen FIN Ferrari 12 6 Felipe Nasr BRA Sauber 10 7 Valtteri Bottas FIN Williams 10 8 Daniel Ricciardo AUS Red Bull Racing 9 9 Nico Hulkenberg GER Force India 6 10 Max Verstappen NED Toro Rosso 6 11 Carlos Sainz SPA Toro Rosso 6 12 Marcus Ericsson SVE Sauber car 4 13 Daniil Kvyat RUS Red Bull Racing car 2 14 Sergio Perez MEX Force India car 1

Gp Malesia F1 2015: classifica costruttori

1 Mercedes 76 2 Ferrari 52 3 Williams 30 4 Sauber 14 5 Toro Rosso 12 6 Red Bull 11 7 Force India 7