Dopo la pubblicazione della terza parte il mio cellulare dallo schermo scheggiato ha squillato in modo anomalo.

Quando ho risposto, non lo nego, sapevo già chi mi avrebbe rimproverato, con la voce di chi porta sciarpe di lana e camice costose, dall’altro capo della cornetta. Il caro Mancio nazionale non ha preso benissimo la divulgazione del suo potere al mondo intero. L’ho rassicurato dicendogli che i miei pezzi non fanno il giro del mondo anzi: non fanno il giro del BelPaese, né di Roma, neanche del mio quartiere, a malapena del mio palazzo. E’ rimasto comunque seccato e di questo mi scuso ufficialmente con lui. Finita la telefonata ho acceso la tv: Dodò ha rinnovato per dieci anni. #sorryMancio.

NAPOLI – Uscire dalla fastosa era Benitez, dove i premi e le coppe sono scesi a grappoli come acini d’uva durante una vendemmia anticipata, non doveva essere cosa facile. E’ per questo che il caro De Laurentiis, mentre cercava d’inserire Zuniga a libro paga del suo prossimo cinepanettone targato Salemme, ha dovuto rimuginare e rimuginare sull’uomo giusto a cui affidare la panchina del proprio amato Napoli. E sarà che il mistero che dona il fumo della sigaretta davanti al volto o quegli occhialetti, palesi contraffazioni di marche ben più pregiate, hanno abbagliato il giudizio del caro DeLa portandolo a scegliere probabilmente la più scommessa delle scommesse: il caro Sarri detto O’Empolitano. Caffè servito nel bel mezzo degli allenamenti, Marlboro rosse alla cintola, barba incolta e vago odore di Jack Daniels fin da quando apre gli occhi al mattino: Sarri incarna in sé tutti gli elementi del sex symbol italico medio. Dimenticatevi addominali scolpiti, vestiti scuri, preparazioni tattiche, parlantina elegante, comunicazione diffamatoria e le care vecchie frasi fatte del buon pallone: siamo davanti al nuovo prototipo di allenatore internazionale. E’ per questo che per quanto mi sforzi non riesco a capire quale tifoso potrebbe avere l’ardire di storcere il naso di fronte a cotanta bellezza anti-estetica. Parliamo di numeri? Va bene. Sarri vs Ancelotti: 0-0. Sarri vs Mourinho: 0-0. Sarri vs Klopp? Van Gaal? Guardiola? Sempre 0-0. Nessuno dei grandissimi ha mai battuto il prode Maurizio. E se vogliamo proprio esagerare, ma neanche troppo, nessuno dei precedenti ha mai fatto l’impiegato in banca; nessuno dei suddetti allenatoroni ha allenato Avellino e Sorrento uscendone vivo. Ragazzi, Sarri vince. Dopo questa scelta azzardata Aurelione nazionale ci ha dato sotto col mercato: accompagnato dal fedelissimo Giuntoli, su cui spenderò due parole, ha iniziato a comprare e vendere giocatori a casaccio, come piace a lui. Appunto, il caro Cristiano Giuntoli: fautore delle ultime quattro promozioni del Carpi, dal 2009 al 2015 dalla Serie D alla Serie A, è la speranza vera che il Napoli possa essere promosso dalla Serie A alla Serie A1, campionato segreto internazionale a cui partecipano solo i più grandi. Partendo dal delicato tasto del portiere, lo scorso anno nota dolente tra le più acute: Rafael è stato rimesso a versare i cocktail alle prime della Filmauro S.r.l e fare il titolare è tornato quel gigante di Pepe Reina, che tutti si ricordano per aver parato un rigore a Balotelli e non per le papere delle altre 37 giornate di campionato: chapeu. Gabriel a fare il terzo è una chicca di marketing: Rafael fa i cocktail e lui prende le ordinazioni. La difesa era il reparto che richiedeva più sforzi ed è proprio per questo, seguendo la famosa “mossa Berlusconi” , che è stato quello meno ritoccato: Vlad Chiriches, dopo sette anni di avvicinamento alla Roma è finalmente arrivato in Italia per mostrarci quanto sia impossibile essere al contempo rumeni, sobri e forti a calcio. Hysaj, più che un acquisto, pare una buonuscita concessa a Sarri dall’Empoli: una specie di “amici come prima, ognuno per la sua strada, chi se lo prende Hysaj?”. Stesso discorso, o per lo meno simile, per il caro vecchio giovane Valdifiori di cui ancora non si è ben capita né l’età ne la potenzialità: se davvero avesse, come dicono, 28 anni e passa sarebbe uno stipendio regalato ad un muratore. Tenersi De Guzmann e fare una campagna abbonamenti è roba da denuncia da parte dei tifosi di “tentata estorsione”. Anche riprendersi El Kaddouri dopo la peggiore stagione da qui agli ultimi quattro anni è questione a dir poco spinosa. Togliendo Chalobah, che purtroppo nessuno sa quale ruolo abbia e da dove venga, l’unico acquisto decente pare quello di Allan che comunque ad un centrocampo, pure dopo sei mesi di stage da Pirlo in persona, non darebbe il minimo apporto a livello tecnico. Lì davanti invece si conoscono De Laurentiis modifica ogni giorno, stile password per il caveau di famiglia, così da depistare possibili compratori. Il buon Pipita deciderà cosa fare del Napoli anche quest’anno. VOTO – “Rafael dacci da bere”

PALERMO – Ahh, parlare di Zamparini mi dà sempre una certa soddisfazione.Quel suo inconfondibile stile da camiciona aperta sul petto e croce a settanta carati ben piazzata intorno al collo produce in me una specie di movimento mentale di stima ed invidia: che fortunella sfacciata hanno i tifosi del Palermo. O meglio, i tifosi juventini che tifano Palermo come seconda squadra. Il caro vecchio Maurizio, a cui spedirei volentieri una lettera di elogio per come riesca ogni volta, più o meno ogni due giorni, a rilasciare la dichiarazione più sbagliata nel momento più sbagliato con i toni più sbagliati e le parole, indovinate un po’, più sbagliate che si potessero scegliere. Quante trattative altrui avrà fatto saltare?Quante teste avrà fatto cadere?Quale sarà il prossimo povero, piccolo, allenatore di provincia che si affaccerà impaurito al suo ufficio una domenica sera dopo un’altra sonora sconfitta? Chi lo sa, per il momento ci godiamo quest’infinita storia d’amore con Iachini che durerà più o meno altri due mesi. Il buon Maurizio, tra una dichiarazione sballata e l’altra, ha finito di contare i milioni ricavati da Dybala solamente a inizio luglio. Ha capito subito di essere in netto ritardo per fare il mercato di giovani ragazzini nordafricani e slavi sconosciuti che tanto gli piace e siccome il suo direttore sportivo funge solo da copertura per uno smercio illegale di latticini siculi si è dovuto rimboccare le maniche e iniziare a cercare. Per la porta ha tenuto un profilo basso, degno del miglior rifugiato politico venezuelano: Sorrentino in fondo avendo solo cinquantasette anni può benissimo reggere i ritmi della competizione, Colombi deve ancora riprendersi dagli allenamenti di Zeman improntati sui doppi passi a testa in giù (allenamento che adotta solo con i portieri sia ben chiaro) e Alastra è chiaramente un personaggio fittizio al quale, come cognome, hanno affibbiato una “locuzione lessicale superiore” romanesca che sta a significare “la lastra”. Per la difesa spazio alle nuove leve dell’Isis con Abelhamid El Kaoutari: a parte gli scherzi il ragazzo è nato a Montpellier di conseguenza fa parte di quell’operazione dell’Isis chiamata “Guerra dei Mondi”. Consiste più o meno nell’instaurare giovani ragazzi in paesi stranieri così da avere spie dappertutto: ora è a Palermo se l’anno prossimo lo acquisterà la Roma inizierei a preoccuparmi sul serio. Insieme a lui, unico vero volto nuovo della retroguardia rosanero ecco quel Goldaniga che sembra uscito da un qualche paese del centroamerica dedito alla coltivazione di sostanze strane.In verità è italianissimo, nato a Milano ed al Pizzighettone ha imparato a giocare a pallone: nel caso ve lo steste chiedendo questo non è un punto a suo favore.In mezzo al campo l’abbandono del caro Barreto, capitano e anima della squadra, ha lasciato un vuoto incolmabile: per questo non se la sono sentita di comprare nessuno al suo posto. Si è speso tutto in avanti il caro Zamparini: la scommessa Gilardino, così felice di tornare in Cina che avrebbe accolto anche la corte del Battipaglia in fallimento; l’estro e la creatività del giovane Matheus Cassini, brasiliano che in patria hanno ribattezzato “guerrerinho” (non scherzo) ed essendo alto 1,74 cm, pesando si e no 60 kg mi sa un po’ di presa in giro; il colpo geniale di Djurdjevic, che assomiglia a Djordjevic ma non lo è, così da confondere gli avversari solamente in Lazio – Palermo e Palermo – Lazio; il profilo sovietico ed il cognome impronunciabile di Trajkovski che ad Amburgo nessuno, e dico proprio nessuno compresi i parenti, rimpiangerà. Insomma gli ingredienti ci sono tutti, la bomba è pronta a esplodere. VOTO – “Salvate il soldato Iachini”

ROMA – Se Zamparini ha il dono della classe, Mancini ha il dono della “chiamata facile”, Sarri ha il dono dello stile, Lotito del fair-play, Galliani della raccomandazione e Marotta della “supervista” dove lo vogliamo mettere il vecchio Walter? Sabatini è una specie di ninja del mercato, uno che fuma solamente per crearsi intorno quella cortina di fuliggine che gli permette di scappare via lontano: da Milano a Londra, da Parigi a New York fino a Manchester. Nessuno è al sicuro, sappiatelo. Avete figli? Sono bravini a giocare a pallone? Guardateli in ogni momento. Walter sfugge veloce tra le ombre della notte e , come vuole la leggenda, ogni anno rapisce centinaia di ragazzini indifesi facendogli firmare pre-contratti sconvenienti a prezzi iperbolici. E’ un abitante delle tenebre, solo l’odore intenso di Camel gialle senza filtro e il mozzicone sempre ardente tradiscono la sua presenza. Sa tutto, di tutti. Parla di tutto, con tutti. Ha almeno quattro fratelli gemelli, tabagisti allo stesso livello, attraverso i quali tiene aperte sei trattative al giorno per 366 giorni all’anno. Vende e compra ignari calciatori, li fa diventare comunitari poi li fa tornare extracomunitari e li rimanda in un paese diverso, con nome diverso, volto diverso. E allora voi mi chiedere : perché fa tutto questo? E io vi risponderò: a saperlo ve lo direi. Rimane comunque una specie di cintura nera della trattativa estenuante, sempre attirato da qualche ragazzino precoce che chiaramente si spegnerà sotto i colpi di De Rossi in allenamento. Il tifoso romanista medio si aspetta sempre, in ogni momento , qualche colpo ad effetto che non ha alcunissimo senso logico: a Sabatini sbatte poco chi siede in panchina, lui compra e vende senza chiedere né permessi né consigli. Per la porta ad esempio basta con questi italiani attempati, la Polonia è la nuova moda! Dentro Szczesny, uno che Wenger ha sempre odiato perché non sapeva pronunciarne il cognome: a lui l’arduo compito di fare più di quanto fatto da De Sanctis in fatto di “cappellate”, ma siamo tutti più che sicuri che ce la farà. Come terzo portiere ottima scelta tenersi Lobont: la mafia dell’est Europa è sempre una rogna e lui sa come muoversi in certi ambienti. In difesa, stranamente, rivoluzione: appurato che il ritorno di Castan è certificato dalla sua totale impreparazione psico-fisica e la mancata partenza di Ashley Cole è stata accolta dal popolo romanista con feste ed ovazioni sono arrivati Rudiger e Gyomber. Il primo è stato comprato perché Low, di lui, una volta, quando era ubriaco, fuori da un pub di Monaco di Baviera, ha detto che è “bravino”: ottime motivazioni. Il secondo è chiaramente un risarcimento per quel fattaccio brutto chiamato Nicolas Spolli. Lucas Digne a sinistra è un chiaro tentativo di alzare il livello stilistico della rosa: il buon Lucas adooooora i vestiti firmati e adoooora il rosa! Maicon ormai sembra essere diventato altro caso palese di accanimento terapeutico. In mezzo al campo si aspetta ancora Strootman: quando mai qualcuno ha deciso che un giocatore è forte solo se gioca, puoi essere molto più forte se giochi sei mesi e poi ti distruggi tutto. In compenso è arrivato un certo Vainqueur che , e qui sono sicuro come forse mai lo sarò in vita mia, darà immense gioie a tutti noi: stazza fisica da tiratore di bocce, cicatrici sparse, sguardo da piacione jamaicano e ignoranza a livelli quasi “gattusiani”. Un nuovo “spezza-tibie” è arrivato in città. Davanti poi è successo di tutto: qualche pazzo arabo, ad esempio, voleva smaltire tredici milioni di euro che gli avevano dato come resto dopo l’acquisto di un paio di jet privati. Ha pensato bene allora di provare a comprare Gervinho che il furbo Sabatini, che mica è scemo, aveva piazzato su Ebay col finto nome di “Cristiano Gervais Messi Kouassi”. La truffa sarebbe stata un vero colpo alla Ocean Eleven ma purtroppo al giocatore è caduta la fascetta durante le trattative e gli arabi sono fuggiti in preda al panico. E’ arrivato in compenso Salah, che ha lasciato Firenze tra baci e abbracci e, nonostante sia ricercato dalla FIFA e non possa girare a piede libero la società sembra molto tranquilla: il caro Pradè non sembra dello stesso avviso. Dalla “truffa Bertolacci” invece, questa andata a buon fine, è arrivato anche Iago Falque: di lui mi limiterò a ricordare quel trofeo Tim, allora giocava nella Juventus, in cui entrò in campo con la maglietta di Tiago a cui era stata strappata la “T” e il numero. Penso anche lui non se lo scorderà molto facilmente: la magia del calcio. Ma il vero colpo ha un nome ed un cognome: Edin Dzeko. Sorriso storto da stappatore di birre con i denti, capelli attaccati alla fronte stile “dalla Siberia con furore” e stazza fisica da boscaiolo tedesco. La sua amicizia con Pjanic è roba da scolaretti delle medie che stanno sempre accanto e non parlano con nessun’altro. Ma per lo meno dovrebbe avere il fiuto del gol oltre che una boccetta di vodka dentro le mutande. VOTO – “Walter is coming…”

SAMPDORIA – Avrei giurato a me stesso, tre mesi fa, che la Sampdoria di quest’anno sarebbe stata a firma Maurizio Sarri. Quando ho visto svanire questa possibilità ho pensato a Vincenzo Montella. Poi a Guidolin. Poi a Spalletti. A De Biasi. A Cavasin. A Nevio Scala. A Nedo Sonetti. Persino a Del Neri. Ed ecco poi il colpo di genio, il colpo di coda che solo un poco lucido produttore cinematografico potrebbe dare: Walter Zenga. Insomma, riflettendoci, la vera domanda è: perché no? Perché in Italia ha sempre fallito miseramente? Quisquilie. Perché ha allenato gli ultimi cinque anni in Arabia Saudita, Qatar o Emirati Arabi?Sciocchezze. perché ha davvero cominciato la sua carriera extra-campo facendo l’osservatore dei New England Revolution? Ma figuriamoci! Zenga era chiaramente il profilo perfetto, frutto di elucubrazioni e riflessioni lunghe e serie di un’equipe di esperti dal curriculum lungo come una mano di Gianni Morandi. Ed infatti pronti via l’Europa League è subito andata. La verità è che, per chi non è tifoso, il connubio Zenga-Ferrero-Cassano non può far altro che portarci immense, incredibili, impensabili soddisfazioni: pensate solamente per un attimo al prossimo incontro-scontro tra Zenga e Varriale. Oppure a quando Cassano tirerà un fratino sudato in faccia a Ferrero. O a quando Zenga porterà la squadra in ritiro in un momento di crisi e troverà Cassano e Ferrero ancora svegli a ballare nudi alle cinque di mattina. Insomma sarà un viaggio fantastico, fidatevi. E noi saremo qui a godercelo. Ma parliamo di mercato. Viviano è stato tenuto, più che altro perché ha fatto pena al grande Walter che prima di essere allenatore è uomo vero: Brignoli, il terzo, è almeno sedici volte più forte del buon Viviano mentre il secondo, Puggioni, serve solo per alzare l’età media e scucire qualche sovvenzione per gli anziani. In difesa Cassani è un altro rifugiato politico proveniente da Parma. Moisander invece è la vera scommessa: ex capitano dell’Ajax, dove i capitani in genere hanno tra i 15 e i 18 anni d’età, è arrivato senza un ginocchio ma lo stanno rimontando lentamente. Confermare Silvestre vuol dire cercare insistentemente la retrocessione mentre lo scippo di Zukanovic all’Inter non so proprio a chi gioverà di più. Se vi chiedevate dove fosse finito Edgar Barreto, faro del Palermo per anni, eccolo qui a Genova: pronto e carico come un adolescente ad un torneo di Burraco. Non mi soffermerò su Carbonero e Christodoulopoulos perché sarebbe superfluo aggiungere qualsiasi pensiero: il primo è stato parcheggiato a Cesena dalla Roma che dopo averlo visto giocare ha lasciato chiavi e libretto sulla Riviera romagnola. Il secondo è il risultato di quei pazzi anni in cui i greci andavano di moda perché quasi dieci anni prima la Grecia aveva vinto l’Europeo. Acquisto vero e da me appoggiato è quello di Fernando, ex Shaktar, che ha pensato bene fosse meglio sorbirsi le follie di Ferrero che dover arrivare al campo di allenamento schivando bombe. Soriano poi è rimasto perché la società non ha mai seriamente pensato di venderlo: chiedere al Napoli per dettagli in più. In avanti il ritorno di Fantantonio è musica e magia, tanta magia. Sovrappeso di buoni dieci kili il talento di Bari Vecchia si è presentato da vero atleta professionista, con un vassoio di cassatelle nascosto sotto la pancia. Togliendo un certo Ponce che si vocifera sia lo stesso che gioca alla Roma e per fare più partite Sabatini lo abbia sdoppiato l’altro arrivo è quello di Alejandro Rodriguez anche detto Pablo Osvaldo 2, la vendetta. Identico al grande, anzi grandissimo, anzi famigerato attaccante italo-argentino ora al Porto, Rodriguez in più ha quella cattiveria agonistica degna del peggior Matri. Si spera che Muriel ed Eder continuino a segnare gol a grappoli. VOTO – “Si chieda chi l’ha messa lì Varriale!”