Nell’ultimo appuntamento la “revolucion” tattica e sociale del Genoa ci aveva colpito come ogni anno.

La storia del povero Gasperini poi, costretto all’inizio di ogni nuova stagione ad imparare almeno altre cinque lingue per creare un gioco decente aveva smosso la nostra parte più sentimentale: vi ricordo che se volete donare qualcosa al piccolo grande allenatore di Grugliasco (giuro che non l’ho inventato) potete postare su Instagram una vostra foto in compagnia di un prodotto Giochi Preziosi seguita dall’ ashtag “SaveTheGasp”.

INTER – A proposito di rivoluzioni ecco la squadra decretata come “Regina del Mercato”. A quanto pare, almeno secondo invidiabili e qualificati organi di stampa, nel calcio moderno hai un’alternativa all’avere un deposito di soldi, stile Zio Paperone, per fare un mercato faraonico : basta ingaggiare Roberto Mancini.

Roberto Mancini è chiaramente un uomo dotato di superpoteri: quando alza il telefono il mondo trema. Potrebbe chiamare qualche pezzo grosso dell’Isis e fermare la follia dilagante della “Guerra Santa”, chiamare le Nazioni Unite e imporgli di smettere con questo bieco sfruttamento dell’Africa: sarebbe un gioco da ragazzi. Così il sor Roberto ha deciso di sfruttare il suo dono per convincere i giocatori a giocare nell’Inter senza Coppe, senza stipendio, senza maglietta, senza parcheggio riservato né vitto né alloggio. A questo punto molti potrebbero chiedersi l’utilità, in tutta la faccenda, di quel Piero Ausilio che in fondo stampa solo i contratti e fa le fotocopie: non ne ha di utilità, state sereni. Roberto alza la cornetta e Kondogbia arriva; chiama la mamma per sapere cosa c’è per cena e Perisic vola a Milano; chiama il numero per ricaricare il credito e Jovetic lascia Manchester, la moglie e anche il proprio medico personale con cui aveva uno strano rapporto. Pensate che solamente accendendo il cellulare una mattina ha convinto Handanovic a firmare il rinnovo, Carrizo ad organizzare una grigliata per tutta la squadra e Berni a rimanere nonostante le sirene del Real Madrid si facessero insistenti. Quando è arrivato lo scorso anno, comprando un cellulare vecchio modello da un Euronics in Piazza San Babila, ha certificato gli arrivi di Murillo e Miranda, senza accendere neanche l’apparecchio: incredibile! Non è riuscito a vendere Dodò e Ranocchia, d’accordo, ma ragazzi per quello ci vorrebbe davvero un mago. Se contate comunque che impostando la sveglia una sera ha comprato Montoya e portando il telefono a riparare il 31 Agosto è riuscito ad accaparrarsi pure Alex Telles dovete per lo meno ammettere che il ragazzo ha delle potenzialità stile “mondo degli X-Men”. Chiaramente anche i migliori sbagliano, questo è normale, e bisogna imparare a convivere con i propri poteri: una sera non ha bloccato lo schermo e inavvertitamente ha fatto partire una chiamata al grande Piero Ausilio, intento in quel momento a comprare caffè per Thohir e i suoi venti fratelli. Da una chiamata di circa quattro secondi è scaturito un vero pandemonio: prima è arrivato Felipe Melo poi Ljiaic, poi è stato venduto Kovacic ed è stato bloccato a vita Juan Jesus. Insomma, un vero casino. Al momento, visti i precedenti, Thohir ha sequestrato tutti i cellulari al povero Robby : a causa sua infatti l’Inter ha speso circa 3 euro in questo mercato ma l’hanno prossimo, verso giugno, si ritroverà più o meno nella stessa situazione economica del Parma di Manenti. Anche Ausilio nel tentativo di capire se anche lui avesse il “grande dono del Mancio”, ha provato a chiamare uno zio lontano : è arrivato Manaj. VOTO – “Call me maybe”

JUVENTUS – L’anno delle rivoluzioni, non c’è che dire, ma come spesso accade ogni moda parte da un esempio, da un mentore, che più o meno inconsciamente dà il via ad un effetto domino pericoloso e letale.

Sarà che il buon Marotta si è svegliato a Giugno ripetendosi, tra sé e sé: “io qua non ci vedo chiaro”. E ha scoperto di essere anche miope. ma questo non l’ha fermato assolutamente. Così si è messo a bordo campo, durante uno degli ultimi allenamenti della Juventus campione d’Italia, del Mondo e dell’Universo insieme al fido Paratici (uomo il cui ruolo sfugge a molti) : convinto di non aver alcun problema nell’indicare i giocatori ha iniziato a dire “prima vendi quello”, “poi vendi pure quello”, “infine quello là in fondo, bassetto”. La faccia cianotica per la meraviglia del buon Paratici avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme ma il grande Marotta non chiede mai, ricordatevelo. E fu così che se ne andarono Pirlo, Vidal e Tevez quando il buon Beppe era convinto di aver indicato Padoin, Sturaro ed Evra. Ciò che ne segue è storia, d’altronde da grandi errori derivano grandi possibilità. La formazione, che ha vinto gli ultimi quattro campionati con almeno venti punti di vantaggio sulla seconda, andava assolutamente svecchiata e rinnovata. Spazio a Neto come secondo di Buffon, perché Storari era vecchio e la rosa andava svecchiata e rinnovata. E Rugani come settimo difensore centrale al posto del povero Ogbonna, pace all’anima sua, perché era assoluta priorità che la rosa fosse svecchiata e rinnovata. Questo ha chiaramente portato all’acquisto di Alex Sandro (carino il gioco di parole, ottimo motivo per accompagnarlo all’acquisto di Lasagna al fantacalcio) e non c’è bisogno che vi spieghi il perché: la rosa andava svecchiata e rinnovata e Asamoah è disperso da tempo. Tenersi Asamoah ed Evra (che Marotta odia pesantemente) non avrebbe né svecchiato né rinnovato la rosa, mi dispiace ma è così. A centrocampo per esempio, seguendo chiaramente il filone di svecchiamento e rinnovamento, è arrivato Khedira che ha 28 anni e solamente un menisco ( avere solo un menisco sano tra l’altro è statisticamente provato essere prova tangibile di rinnovamento e svecchiamento di una rosa) , è arrivato Hernanes che ha anche lui 28 anni e un tatuaggio sul braccio che dice così : “Sono alla Juve perché è svecchiata e rinnovata un sacco!”. In avanti, siccome Llorente non incarnava nessuna delle nuove filosofie dell’ormai ex “Vecchia Signora”, adesso “Svecchiata(e rinnovata) Signora”, è stato mandato via a calci: non riuscivano più a sopportare chi superasse certi limiti di età. Quindi dentro Mandzukic che a solamente 30 anni può dare un tocco di gioventù incredibile all’attacco bianconero. Al posto di Tevez, troppo poco rinnovabile, il giovane Dybala che al modico prezzo di 40 milioni garantisce, lui davvero, un ottima fonte di svecchiamento (e sbiancamento per i denti). Zaza è stato più che altro un errore di percorso forse dovuto alla troppa foga di voler portare in rosa quella “maledetta gioventù italica” che tanto ci piace. Ah e poi è arrivato Draxler… VOTO – “We are young!”

LAZIO – Dovranno imparare tutte le 20 di Serie A a convivere con la sacra Maledizione del Carpi: chi osa sfidare il Carpi a parole, pensieri, opere ed omissioni sarà maledetto per sempre. Una leggenda che affonda le proprie radici all’alba dei tempi, quando ancora si permetteva di giocare in Serie A a squadre come Reggiana, Avellino, Pisa. Ma la visione infernale di queste compagini improvvisate e così stramaledettamente periferiche portò il sacro Dio del calcio a sancirne l’esilio perenne negli inferi delle serie minori. E fu lì che unite in una sol voce, quasi fosse un rito satanico di quarta mano, le periferiche e imperfette gemelle si strinsero nel maledire chi avrebbe osato infierire su di loro ancora una volta con parole o con opere. Ci pare chiaro che questo Lotito non potesse saperlo ma d’altronde da uno che parla mezzo latino t’aspetti di tutto. Fattosta che pronti via la stagione biancoceleste è già diventata un mezzo inferno: fuori dalla Champions, quattro gol presi dal Chievo, sono cose che ti segnano. Il povero tifoso laziale si aspettava per lo meno di avere qualche soddisfazione dal mercato, un colpo che infervorasse gli animi, ma quando di mezzo ci sono “il braccino” di Lotito e la totale incompetenza di Igli Tare si fa complicato anche il ritorno a parametro zero di Capitan Mauri. In porta è rimasto Marchetti che dà la sensazione però più di essere prigioniero di un contratto che il buon Claudione lo invitò a firmare liberamente con una pistola puntata alla tempia. Dietro di lui Berisha è immensamente il nulla cosmico dei portieri e và difeso in quanto specie protetta. La difesa è pressoché la stessa, in generale la squadra è pressoché la stessa e se non fosse per una maglietta diversa ogni anno si potrebbe anche asserire che questa sia la Lazio versione 2014/15. I nuovi volti sono Hoedt, chiara marca di aspirapolveri con sede nella foresta nera, e Patric che di nome (o è un cognome?) fa Gabarron: tralasciando che l’assonanza delle lettere mi fa tornare alla mente la classe e la maestria di quel Gasbarroni che per qualche giornata, di mille anni fa, fece credere a tutto il paese che un nuovo fuoriclasse era arrivato in città, il ragazzo sarebbe un prodotto della cantera del Barcellona. Dico “sarebbe” perché per ora non ne ha data alcuna prova. In mezzo al campo il grande acquisto è stato tenere Biglia assolutamente non controvoglia, anzi col sorriso e la gioia di chi ha fatto una scelta decisa e condivisa da tutti. Poi ci sarebbero da scrivere libri ed odi sulla trattativa “Milinkovic-Savic”, con annesso scherzone ai poveri dirigenti della Fiorentina ma il tempo è denaro e noi siamo poveri. Per il resto Ravel Morrison fa sperare di avere un Gascoigne due, la vendetta, così da allietarci notevolmente gli opachi pomeriggi domenicali conditi da sfide noiose come una partita amichevole di Golf.

Togliendo il giovane Kishna, che sembra essere quello dalle migliori speranze, il vero colpo il club di Lotito l’ha fatto in avanti: l’attaccante che tutti aspettavano, che tutti sognavano di vedere in maglia biancazzurra ha un nome ed un cognome ben noti agli appassionati di calcio di tutto il mondo. Alessandro. Matri. Non segnerà ma porta con sé la Nargi: è stato un ottimo motivo per acquistarlo. VOTO – “Che ce frega del mercato noi c’avemo Nargi gol!”

MILAN – Durante il lungo periodo del calciomercato estivo, soprattutto durante quelle parentesi (fortunate e rare) in cui si lasciano le proprie case a causa di quell’onesta usanza definita “vacanze al mare”, bisogna fare delle scelte precise dalle quali scaturiranno conseguenze inaspettate. Si può andare avanti senza informarsi su quale attaccante abbia puntato il Teramo per affrontare la Serie D, spilluzzicando quando possibile un po’ di wi-fi ai ristoranti o ai bar, avanzando ogni giorno con le orecchie più tese a captare qualsivoglia voce di mercato aleggi nell’aria e vivendo costantemente con l’impressione di esser capitati in un poco divertente girone dell’inferno. Oppure bisogna piegarsi al grande potere degli organi di stampa specializzati che quando non hanno un colore rosa sbiadito vengono da tutti respinti come “inaffidabili”. Se si legge la “rosea”, come del resto faccio io, la conseguenza è una ed una sola: il Milan vincerà. O ha vinto. O doveva vincere. O comunque poteva farlo ma non l’ha fatto perché non gli andava. Ma il Milan vinse, vince e vincerà sempre. Anche se perde ad esempio, o se retrocede. O se un cinese pazzo lo paga mille milioni di euro quando il Manchester United (squadra più famosa del globo terracqueo) costa solo 800, è tutto normale e giusto. Perché il Milan è forte. Lo è stato sempre. E sempre lo sarà. La campagna acquisti? Ve la spiego come ve la spiegherebbe a parole la tanta amata “Rosea”milanese. Tenere Diego Lopez equivale a guadagnare dieci milioni di euro: togli i bonus da dare a un ipotetico sostituto, poi i soldi per il cartellino, poi il vitto e la macchina. Il Millan, come sempre, ha quindi non solo risparmiato soldi ma proprio guadagnati: 10 milioni più 20 di bonus. La difesa è a posto, non c’è nessunissimo problema. Alex e Zapata sono solidi e massicci e hanno esperienza internazionale. Zapata poi corre veloce veloce, lo sanno tutti, lo dice anche in un trafiletto a taglio basso un esperto di calcio che stranamente ha giocato nel Milan, quindi è vero. Romagnoli per 30 milioni di euro? Operazione pazzesca: se non avessero comprato lui il Milan avrebbe perso soldi investendo su un giocatore più forte e più pronto che però non era né italiano e quindi avrebbe dovuto traslocare da lontanissimo e si sa che il trasloco è sempre uno stress. Tra l’altro incentivando il lavoro giovanile il Milan guadagna dallo Stato mille miliardi di euro al mese grazie al progetto “Milan Young” che non partirà mai ma è in progetto da venti anni, come lo stadio che si farà ma non si sa né dove né quando. Per non parlare di Rodrigo Ely: elemento fatto in casa, che ha fatto esperienza internazionale a Perugia dove ha giocato la Champions da protagonista. Ora è il più forte centrale del mondo in Italia…dopo Romagnoli chiaramente.Non ci sono terzini? Non servono a niente. Compriamo invece centrali di centrocampo a caso. Bertolacci a 20 milioni di euro? Ma scherziamo? E’ l’operazione del secolo! Bertolacci ha una cugina che lavora da Chateu d’Ax e garantisce uno sconto del 100% sui divani che vuole acquistare il cinese pazzo di cui abbiamo parlato poc’anzi. Di conseguenza il costo sarà ammortizzato quando il Milan entrerà nel mercato cinese dei divani e farà mille miliardi di milioni al giorno. Perché il Milan è forte,anzi fortissimo. E lo è sempre stato. E poi Kucka, che acquisto intelligente! Non sa fare nulla bene ma fa tutto quindi è come Cristiano Ronaldo e lo hai pagato appena 3 milioni di euro!Un Affare! In avanti poi, che dire: i colpi da grande squadra sono palesi. Trenta milioni di clausola per un trent’enne col contratto in scadenza dopo un anno: Carlos Bacca. Nove milioni di euro spesi per un giocatore il cui contratto sarebbe scaduto tra due, ripeto due, mesi: Luiz Adriano. Prestito secco con grande ritorno nel cuore dei tifosi di uno dei più grandi talenti, grandi campioni, grandissimi giocatori italiani di tutti i tempi: Mario Balotelli. Insomma tralasciando che Montolivo,Niang,Cerci,Nocerino e Suso sono ancora a libro paga e che la difesa è scandalosa quanto quella del peggior Foggia di Zeman direi che, come confermerebbe la tanto amata “Rosea”: “Questo Milan sa di scudetto!” VOTO - Raccomandati