Foto: ANSA

Era il lontano 2009 quando un giovane terzino sinistro grazie ad una bordata cala il sipario su una stracittadina ricca di reti, mandando su tutte le furie i tifosi giallorossi.

Acqua passata, perché il giovane Aleksandar è passato dall’altro lato del Tevere dopo aver studiato il “football” a Manchester. E’ il 69esimo minuto quando Kolarov decide di timbrare il cartellino, pennellando un calcio piazzato alle spalle di Sirigu per sigillare il risultato sull’1 a 0 e mettere la ciliegina sulla torta sopra l’ennesima prestazione superba. Ciò che stupisce, non è tanto il passo diverso rispetto agli avversari ed ai compagni, ma il carisma che mette quando entra sul terreno di gioco.

La partita contro il Torino è stata la prova di quanto detto e la consacrazione a leader di una squadra che sta rispecchiando al 100% il suo allenatore. Di Francesco ha preparato la partita tra defezione e gare ravvicinate in maniera eccelsa. Il match al Comunale non ha regalato molte emozioni, se non la punizione di Kolarov ed alcuni spunti dell’ex Ljaijc. Da sottolineare i fischi dei tifosi granata all’indirizzo di Niang, reo di non aver giocato ai suoi livelli. La Roma aveva l’obbligo di vincere e questo ha fatto. Con il nuovo allenatore avrà perso esperienza, ma ha guadagnato in cinicità. Non buona la prestazione di De Rossi in mediana.

E’ presto per dire se anche i giallorossi possono annoverarsi tra le favorite al tricolore, ma sicuramente ha le carte in regola per conquistarsi un posto nell’Europa che conta. Mercoledì avranno una “partita piccante” contro i calabresi del Crotone, che andranno all’Olimpico con il dente avvelenato dopo il pokerissimo subito contro i doriani di Ferrero (neanche a farlo apposta tifosissimo della Roma).