Roma - Gli echi derivanti dal big match di domenica scorsa tra Juventus e Roma non si sono ancora placati. Gli strascichi sono stati moltissimi e in tutti i campi, non solo in quello di gioco. Il caso è finito anche in Parlamento dove due esponenti di partiti politici di idee opposte hanno presentato una interrogazione parlamentare pressoché identica rivolta a far riflettere sulle conseguenze che una semplice partita di calcio può far scaturire. E’ stato evidenziato il fatto che entrambe le società sono quotate in borsa e pertanto, i possessori delle relative azioni, possono in qualche modo essere stati defraudati per mezzo degli effetti di decisioni arbitrali completamente distorte. Sappiamo tutti com’è andata la partita.

La parte d’Italia non juventina è insorta. A questo punto non si può più accettare una situazione del genere. Sono troppi anni che se ne parla e a partire dal famoso goal di Turone annullato, con il quale la Roma avrebbe potuto vincere lo scudetto di quell’anno (1981), ad oggi, la storia non sembra essere cambiata, anzi, se è cambiata è cambiata in peggio. Tutti coloro che hanno assistito alla partita tra Juventus e Roma hanno espresso disgusto per dove il calcio italiano sia andato a finire. Non ci si riesce a spiegare come mai una squadra che in Italia vince 21 partite consecutive quando va a giocare in Europa perde malamente e sistematicamente (Champions League 2014/2015: Atletico Madrid – Juventus 1 a 0). Una squadra che, almeno a detta dei propri tifosi, ha vinto 32 scudetti conquistando solo 2 Coppe dei Campioni non dimostra di essere poi così forte! Le due coppe sono state vinte peraltro in occasioni quanto meno discutibili. La prima, il 29 maggio 1985 contro il Liverpool nella drammatica giornata dell’Heysel, dove la partita doveva essere ripetuta e non giocata per rispetto delle 39 vittime. Venne ugualmente giocata, nonostante la strage, per evitare ulteriori problemi di ordine pubblico. La Juventus vinse grazie ad un calcio di rigore di Platini per 1 a 0. La seconda il 22 maggio 1996 contro l’Ajax quando vinse la partita ed il trofeo ai calci di rigore per 5 a 3, i 120 minuti erano terminati con il risultato di parità (1 a 1). Tra l'altro proprio lo scorso anno, diciassette anni dopo, la tv olandese ha lanciato un'accusa, pesantissima: “...prima della finale di Champions League del 1996 con l’Ajax, i giocatori della Juventus furono dopati con EpoQuindi solo due vittorie conseguite, e non proprio limpidissime, con 32 scudetti vinti (di cui due revocati) ed altre partecipazioni per posizioni di classifica finale acquisite tra il secondo ed il quarto posto che fino a qualche anno fa consentiva la partecipazione alla Champions League.

Il Milan e l’Inter hanno vinto entrambe 18 volte lo scudetto e rispettivamente 7 e 3 volte la Coppa dei Campioni, in proporzione i numeri che riguardano la conquista del trofeo internazionale più importante sono di gran lunga diversi da quelli della Juventus che possiamo senz’altro considerare a questo punto una squadra “profeta in patria”. Tornando alla partita di domenica scorsa, più precisamente ai fatti storici tra Juve e Roma, i casi cominciano ad essere molti e si fa anche fatica ad elencarli. E’ chiaro che tiene testa a tutti il goal di Turone annullato quel 10 maggio del 1981 al 75° dall’arbitro Paolo Bergamo che non permise alla Roma di superare la Juventus a due giornate dal termine e di vincere uno scudetto più che meritato! Ma come non ricordare il rigore negato a Gautieri (1998), il fallo laterale di Aldair (1995), il rigore assegnato per un fallo fuori area di Dellas su Zalayeta (2005). Ma l’atteggiamento di “benevolenza” assunto nei confronti dei bianconeri è stato pervasivo ed ha coinvolto anche altre squadre. Chi non ricorda il rigore negato a Ronaldo mentre l’Inter (1998) era lanciata a vincere lo scudetto? Ed il goal di Muntari (2012) mezzo metro dentro la porta? Lo sportivo Buffon dov’era? Da un campione del genere magari ci si sarebbe aspettato altro! Anche quell’anno la Juventus vinse lo scudetto ai danni del Milan! Una volta la Juventus si faceva apprezzare per quello che fu definito lo “stile Juventus” che il nuovo management ha completamente calpestato facendolo dimenticare a tutti!

Ora nella tribuna dello Juventus Stadium si picchiano i giornalisti, si offendono i calciatori avversari e, soprattutto, si assume un atteggiamento che ci fa rimpiangere un personaggio elegante quale era Dino Viola che tentò di aprire una breccia che consentisse al calcio italiano di avviare un discorso verso l’onestà ed il rispetto per l’avversario, il suo ricordo ci riporta ad un calcio e ad una vita sociale sicuramente più bella di quella che viviamo in questo nostro frammento di storia, ma è comunque da quel ricordo che dobbiamo ripartire perché l’onestà è un requisito a cui non possiamo rinunciare per “questioni di centimetri”.