Più di 100 opere in mostra in 10 diverse location concentrate nel cuore di Trastevere, a Roma.
Tra gli ospiti: Leos Carax, Macie J. Drygas, Luciana Fina, Federica Foglia, Johan Grimonprez, David Lang, Bill Morrison, Miranda Pennell, Eyal Sivan, Lina Soualem, Tamara Stepanyan, Andrei Ujică, Tomasz Wolski e molti altri.
Torna per la terza edizione UnArchive Found Footage Fest, il festival interamente dedicato alle forme di riuso creativo delle immagini, organizzato dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS e diretto da Marco Bertozzi e Alina Marazzi, al via a Roma dal 27 maggio al 1° giugno 2025.
Rigenerazioni
La ciclicità dei fenomeni naturali è poi così lontana da quelli filmici? Come fiori che nascono e muoiono e poi rinascono ancora, così le opere audiovisive vivono molteplici esistenze: si perdono e si ritrovano, decadono e si rigenerano attraverso sempre più sofisticati interventi di recupero fisico, accelerazioni tecnologiche e sorprendenti gesti artistici di risemantizzazione.
È questa inarrestabile forza rigenerativa delle idee e della materia, dei processi mediali e della memoria che UnArchive Found Footage Fest vuole continuare a esplorare. I fiori giganti, che si aprono a petali spiegati nel manifesto di Gianluca Abbate, sono alberi e cime da scalare per ragazze e ragazzi che intorno a essi danzano, giocano, crescono, esplorando
il mondo, conoscendo e celebrando le idee universali e inscindibili l'una dall'altra di libertà, uguaglianza dei diritti e giustizia sociale: "Se vogliamo restare umani nella stagione in cui il post-umano è alle viste, alziamo la bandiera degli archivi: non un retaggio di un passato da superare, bensì un frammento essenziale per sognare una modernità equa e solidale" sottolinea Vincenzo Vita, presidente AAMOD.
Nelle parole dei direttori artistici "Alla ricerca di esplorazioni non protette partiamo con la terza edizione di Unarchive. Anche quest’anno un cine-percorso sovversivo, sin dall’intendere l’archivio come irrequieto luogo di conservazione, dunque antro che valorizza la dimensione vivente dei suoi tesori, nella coabitazione di materie ribelli. Arricchito di nuove arborescenze – dall’Orto botanico allo spazio Scena, sino all’Auditorium, in una delle serate clou di questa edizione - UnArchive è in piena germinazione, fertilizzato da sguardi umidi, gravidi di emozioni. Fioriture nutrienti, materia viva per film, panel, incontri, performance, cine-concerti, in uno scambio genetico di componenti aliene al cinema stabilizzato. Il cinema muta, Unarchive registra, poi spiazza, si smarca e induce nuova trasformazione. La degenerazione della materia vista come opportunità ci chiede di abbracciare la dissoluzione, l’incertezza, l’idea stessa di passaggio nel comporre altre immagini".
Volto a scoprire le pratiche del riuso dei materiali di archivio e il loro protagonisti da un capo all'altro del Pianeta, UnArchive punta a dar vita a un mosaico sempre più multidimensionale, composito, imprevedibile.
"Il Festival continua a crescere - rileva il direttore organizzativo Luca Ricciardi - e uno dei segnali più evidenti è l’ampliamento delle collaborazioni, che in questa terza edizione si sommano alle già numerose del passato. Cresce anche il numero dei partner – tra questi, ambasciate e istituti culturali esteri, istituzioni locali ed enti privati. Di grande importanza, a fianco alla collaborazione storica con l’Archivio Luce, l’importante sostegno del CSC – Cineteca Nazionale, che da quest’anno sancisce una significativa convergenza tra le tre principali cineteche della Capitale.
Per la comunità degli archivi non si tratta soltanto di creare un contenitore capace di mostrare le più importanti produzioni di found footage al mondo, ma anche uno spazio di discussione critica, un luogo in cui il riuso di immagini (e suoni) nelle forme e pratiche più diverse assume la valenza di uno specchio, una rappresentazione riflessa e caleidoscopica, nella quale provare a ritrovarsi, riconoscersi, capire il senso del nostro essere Archivio nella società contemporanea".
Location
Un programma articolato si muoverà anche quest'anno attraverso una molteplicità di spazi significativi nel cuore di Roma, a Trastevere, dando vita a una vera e propria "cittadella del riuso creativo": ai luoghi ormai consolidati come il Cinema Intrastevere, il Live Alcazar, la Real Academia de España e la Casa Internazionale delle Donne, si aggiungono l’Orto Botanico di Roma, la libreria Zalib, Scena Spazio della Regione Lazio, alcune gallerie del quartiere – formali e informali, Casa Borelli e Moroni1art – e, in via eccezionale, una location al di là del Tevere: l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Giurie e premi
Al centro del programma di UnArchive, il Concorso internazionale, aperto a opere audiovisive, di qualunque genere, formato, durata e nazionalità, che presentino forme libere e innovative di riuso creativo di materiali d’archivio prodotte negli ultimi tre anni. 20 le opere, 10 lungometraggi e 10 cortometraggi, concorreranno per i tre premi del Festival: UnArchive Award (€ 3000) aperto a tutte le opere selezionate; Best Feature Film Award (€1500) per il miglior lungometraggio, Best Short Film Award (€1500) per il miglior
cortometraggio che saranno assegnati da una Giuria composta da professionisti del settore quali Eyal Sivan, regista, documentarista e teorico con base a Parigi, autore e produttore di documentari politici premiati a livello internazionale, dalla regista e direttrice del Centro Sperimentale di Cinematografia - sede Sicilia, Costanza Quatriglio, tre le autrici italiane più prolifiche e impegnate nel cinema di creazione; e dall’artista visiva sperimentale Federica Foglia, una delle nuove voci del panorama contemporaneo del riuso creativo delle immagini, attiva tra il Canada e l’Italia.
Ad assegnare tre omologhi riconoscimenti sarà anche la Giuria composta da studenti provenienti da istituzioni attive nel settore dell'istruzione e della formazione di alto profilo, che vedranno e giudicheranno le opere in concorso con la guida dal regista Agostino Ferrente. I lungometraggi in concorso
Dal viaggio poetico e meditativo dei treni in corsa di Trains di Macie J. Drygas a Billy di Lawrence Côté-Collins, percorso umano e cinematografico che la regista intraprende nel confronto con l'abisso dell'altro. Dalla storia della fotografa Libuše Jarcovjáková e della sua lunga ricerca della libertà e di un posto nel mondo, raccontato in I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská, alla contro-narrazione in forma di sabotaggio cinematografico di A Fidai Film, dove Kamal Al Jafari compie un'operazione di recupero e restituzione delle memorie palestinesi sottratte durante l'invasione dell’esercito israeliano di Beirut nel 1982. Dal dialogo intimo tra memoria, cinema e affetti personali sullo sfondo della diaspora armena di Tamara Stepanyan in My armenian phantoms, al viaggio visivo, tra filmati inediti e dimenticati, nella storia dei media del XX secolo di uno dei regimi autoritari più longevi al mondo in Bajo las banderas, el sol di Juanjo Pereira. Dall’ode selvaggia e caleidoscopica a un cinema apparentemente perduto per sempre di Nitrate: To the Ghosts of the 75 Lost Philippine Silent Films (1912–1933) di Khavn, all'ultimo capitolo della trilogia storica di Tomasz Wolski e del suo ritratto di un Paese diviso in un anno di eventi significativo, il 1981, in A year in the life of a country. Dal viaggio ironico nelle pubblicità romene del periodo post-socialista di Radu Jude in Eight Postcards from Utopia, al racconto polifonico tra jazz e soul su come è stata minata l’autodeterminazione africana negli anni ’60 di Soundtrack to a Coup d'État di Johan Grimonprez.
I cortometraggi in concorso
Da Grandmamauntistercat di Zuza Banasinska, riflessione sulla rappresentazione del corpo della donna percepito e controllato dalla prospettiva degli strumenti scientifici della visione, al "film impossibile" immaginato nel 1998 da due studentesse nell'attesa della pubblicazione di una loro lettera al primo giornale femminile dell’Iran in Razeh-de di Maryam Tafakory. Dalla rievocazione della storia dimenticata di un movimento pacifista femminile degli anni ’30 in Olanda in Remanence di Sabine Groenewegen, alla risposta per immagini alla domanda posta a Leos Carax dal Centre Pompidou "Dove sei?" in C’est pas moi. Dallo svelamento delle donne “lavoratrici fantasma” delle piantagioni di palma da olio in indonesiano nel documentario coloniale in Siluman – Stealth, Invisible, Ghostly, Phantom-Like di Paula Albuquerque, alla riflessione visuale e psichedelica sul destino fatale che attende chi non ascolta le lezioni del passato in Wherever street piece di Panu Johansson. Dal dilemma morale che si scatena di fronte a una disturbante fotografia caricata sui social media in Man Number 4 di Miranda Pennell, alla meditazione per supporti, registrazioni audio, lettere, canzoni e archivi, che riporta in vita gli anonimi antenati indiani del regista, In the flanders field di Sachin. Dall’immersione nella memoria di Nora, in Like a sick yellow di Norika Sefa a Remixing Industrial Pasts di Chiara Ligi, Mauro Macella, sull’evoluzione del paesaggio, memorie e identità legate all’industria siderurgica lussemburghese.
La sezione Frontiere accoglie anche quest'anno titoli che riflettono la dimensione materiale e simbolica del confine del found footage, in senso geopolitico ed estetico. Dalla Cina (24 Cinematic Points of Vew of a Factory Gate in China di Ho Rui An) al Portogallo (Sempre di Luciana Fina) passando per Iran (Celluloid underground di Ehsan Khoshbakht), Palestina (Bye Bye Tiberas di Lina Soualem), Algeria (Les mots quelles eurent un jour di Raphaël Pillosio), Bosnia (My Father's Diaries di Ado Hasanović).
Panorami Italiani
Continua ad ospitare opere italiane di autori che “frequentano” l’archivio, nella loro pratica cinematografica e nel loro attraversamento dei confini estetici e linguistici, come Parenti-D’Anolfi e Sara Fgaier; la testimonianza con materiali video e audio in larga parte inediti sugli ultimi giorni di vita di Enrico Berlinguer a 40 anni dalla morte raccolta e realizzata da Samuele Rossi. La sezione si accresce quest'anno di una corposa selezione "short" che dà conto di una nuova generazione italiana che guarda con attenzione al cinema di riuso.
Tornano alcuni ospiti già conosciuti al pubblico di Unarchive, tra cui Bill Morrison, candidato all’Oscar 2025 nella categoria Short Documentary con il suo Incident (già premiato nella prima edizione del festival). Quest’anno Morrison porta le sue immagini fluttuanti ad accompagnare un ensemble di archi per il cineconcerto darker, opera del compositore David Lang, eseguito dal Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista.
Sempre nella sezione Live performance, l’artista visiva Federica Foglia presenta i suoi Innesti di film orfani in versione expanded in dialogo con il trio sonoro Faravelli-Malatesta-Ratti. E il connubio tra musica dal vivo e immagini d'archivio si moltiplica anche per gli altri giorni del Festival con Rivisitazione dello sciopero di Luca Maria Baldini, Cosimo Terlizzi, In tutte le ore e nessuna di Davide Minotti, Valeria Miracapillo, con Deniz Özdogan, e Beats and Pieces di Rossella Catanese, Piero Fragola.
La neonata sezione Best of Fest propone invece una selezione di film provenienti da festival o premi internazionali dedicati al riuso d’archivio. Oltre alla consolidata partnership con IDFA, che vedrà la proiezione del premio Reframe Award, si aggiungono film e programmi provenienti dai festival MUTA, Family Film Project, Memorimage, Festival of (in)appropriation.
Philippe-Alain Michaud, filosofo e storico dell’arte, direttore del Dipartimento di cinema sperimentale del Centre Pompidou di Parigi propone come di consueto una carte blanche. Quest’anno si tratta di una monografica dedicata a uno dei maestri ribelli della storia del cinema d’avanguardia, lo statunitense Ken Jacobs, del quale verranno presentati due tra i suoi più significativi lavori: l'esperienza cinematica unica, al tempo stesso analitica e sensoriale di Tom, Tom, the Piper’s Son (1969-1971) e Star Spangled to Death, film monstrum nella versione integrale di oltre 6 ore (per la prima volta con sottotitoli in italiano) dove il lavoro di riciclo del found footage offre un ritratto unico e drammaticamente attuale del sogno-incubo americano, che il regista quasi 92enne introdurrà per il pubblico in un collegamento da remoto.
Al di là della sala cinematografica, la sezione Expanded presenta l’installazione site specific Il mondo aperto di Virginia Eleuteri Serpieri che, insieme all’installazione in Casa Borelli Tempo passato perfetto a Roma, della lituana Ausra Lukosiuniene, “libera” le immagini d’archivio dallo schermo cinematografico per diffonderle negli spazi esterni adiacenti all’Intrastevere. Un’altra immersione in un cinema che si riloca e si/ci trasforma. Infine all’Accademia di Spagna sarà installato il programma Vedute dall’Accademia, che propone lavori di riuso d’archivio realizzati da borsisti ed ex borsisti ospiti dell’istituzione. Anche Panel e le masterclass di approfondimento teorico e di dialogo tra autori e studiosi su temi trasversali, pratiche artistiche e sfide portate dalle nuove tecnologie:
“Animare gli archivi”, moderato da Giacomo Ravesi, e “A.I. - Archive Intelligence”, moderato da Simone Arcagni, sono i due panel dedicati rispettivamente al rapporto tra animazione e archivio e alle sfide e agli interrogativi creativi, intellettuali, ideologici che l'intelligenza artificiale pone al materiale d'archivio. Nei giorni dei panel allo Spazio SCENA un programma diviso in due seance curato da Ravesi mostra opere che raccontano la storia del dialogo tra gli archivi e l'animazione, mentre al Cinema Intrastevere sono proiettate esperienze internazionali recenti di film di "riuso generativo".
Alla già citata Federica Foglia e al regista rumeno Andrei Ujica sono inoltre affidate altrettante masterclass per affrontare pratiche, visioni, punti di vista di questi autori sul cinema di riuso, in dialogo con il pubblico e soprattutto con i numerosi studenti delle università partner del Festival.
Interventi tattili – Found Footage, Film Orfani, Archivi e la Riscrittura del Sé nel Corpo della Pellicola,di Federica Foglia, è realizzata in collaborazione con Università IULM; la masterclass di Andrei Ujica, moderata dallo storico e critico del cinema Emiliano Morreale, è invece in collaborazione con CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia.
La sezione Eventi Speciali si aprirà proprio con l'omaggio al regista rumeno Andrei Ujică, con la presentazione del suo ultimo lavoro, Twst - Things we said today.
Sarà proiettato anche il suo epocale Out Of the Present, testimonianza “extraterrestre” del crollo della Cortina di Ferro.
Insieme al suo ruolo di giurato, Eyal Sivan sarà presente a introdurre Jaffa - La meccanica dell’arancia, presentato e premiato in numerosi festival, che ragiona su temi quali il conflitto israelo-palestinese, il cinema documentario e l’etica, i crimini politici e la loro rappresentazione, l’uso politico della memoria, il genocidio e la rappresentazione.
Una speciale collaborazione con la Cinémathèque Québécoise porta a Roma la prima internazionale del programma "Les archives dans le mains des cineastes", presentato dal direttore della programmazione Guillaume Lafleur. Cinque artisti hanno lavorato su un fondo sovietico messo loro a disposizione della Cinémathèque, con l'obiettivo di ricomporre le immagini e manipolare le inquadrature per evidenziarne il valore plastico e produrre un discorso che risuoni con il loro approccio.
Nell'ottantesimo anniversario del 25 aprile, UnArchive presenta in collaborazione con la Fondazione Home Movies, La Liberazione, un film di famiglia, montaggio di immagini amatoriali che testimoniano il periodo che va dalla caduta del fascismo alla Liberazione, culminando negli ultimi dieci giorni di aprile del 1945.
Spin off dell'omonima sezione delle prime due edizioni di UnArchive, quest'anno in programmazione parallela presso Spazio SCENA, prende il via la prima rassegna autonoma Riuso di classe, dedicata a film di riuso creativo delle immagini prodotti da autori under 35 in ambito formativo. Una ricca testimonianza della crescente attenzione che corsi universitari, accademie, scuole di cinema, workshop e residenze artistiche dedicano al lavoro con le immagini preesistenti per offrire una vetrina alle promettenti opere di molti giovani autori.
Il Festival si chiuderà domenica primo giugno con la proiezione dell'ultima opera di uno dei maestri della storia del cinema, un autore che ha fatto della memoria individuale e collettiva (Heimat) il cuore pulsante della sua estetica cinematografica. Con Subject: Filmmaking, a partire dai film ritrovati dei suoi laboratori di cinema nelle scuole, Edgar Reitz, con Jörg Adolph, offrono una riflessione extratemporale sul senso della vita e del cinema, sul tempo e sul mondo che cambia, in perfetta sintonia con lo spirito trasformativo di UnArchive. L’opera sarà introdotta dallo storico e critico del cinema Giovanni Spagnoletti.
UnArchive Found Footage Fest è ideato e prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD), in collaborazione con Archivio Luce, CSC - Cineteca Nazionale, Assessorato all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma, con il riconoscimento del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.
Con il sostegno di Real Academia de España en Roma, Ambasciata Spagnola in Italia, American Academy in Roma, Delegazione del Québec a Roma, Istituto Polacco a Roma, Ambasciata del Portogallo a Roma, Camões – Instituto da cooperaçao e da língua Portugal.
Partner formativi: John Cabot University, Università IULM, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.
Festival Partner: IDFA – International Documentary Film Festival of Amsterdam, MUTA Festival Internacional de Apropiación Audiovisual, Family Film Project, Festival of (In)Appropriation, Memorimage International Film Festival.
Con la collaborazione di: Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Fondazione Musica per Roma, Ministero della Cultura, Direzione Generale Spettacolo, Scena, Spazio della Regione Lazio, Lazio Terra di Cinema, Lazio Crea, Zalib, Live Alcazar, moroni1art, Cinémathèque québécoise, Consulta Universitaria Cinema, Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo - Università degli Studi Roma Tre, DAMS – Università degli Studi Roma Tre, Accademia di Belle Arti di Roma, Università Iuav di Venezia, UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma, RUFA Rome University of Fine Arts, SudTitles, Home Movies – Archivio Nazionale del film di Famiglia di Bologna.
Si ringraziano: Harry Smith Archives, Cineteca di Bologna, Archivio Aperto, Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival, Eye Filmmuseum Netherlands.
Partnership: InterContinental Rome Ambasciatori Palace
Media partner: RAI Radio Tre, RAI Cultura, Taxi Drivers.
Sito ufficiale: https://unarchivefest.it/
ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO ETS
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