Anche quest’anno, il progetto portato all’esame del corso di Storia della Fotografia dagli studenti di Bologna è diventato una vera e propria mostra fotografica.

Dopo il successo riscosso l’anno scorso, il professore Claudio Marra propone i circa quattrocento scatti che i suoi studenti hanno prodotto, in un’installazione che torna all’interno del chiostro di Santa Cristina che già una volta l’ha ospitata.

L’amore, tema del progetto, viene spiegato da ogni candidato attraverso un lavoro composto da quattro “mattonelle” di misura 10x10, accostate a coppie: una fotografia riferita al tema proposto, accanto ad una seconda immagine contenente un breve testo di commento riferito alla fotografia proposta.

Entrambe, una volta stampate su carta fotografica ed incollate su cartoncino, sono pronte per incastrarsi insieme alle altre in un grande puzzle che si dispiega sulla parete; è allora possibile riconoscere i tasselli davanti ai nostri occhi: “l’amore” è reso sarcasmo, passione, lontananza, fedeltà, delusione, ironia, affetto.

Ognuna delle fotografie, insieme al commento che l’accompagna, mostra una profonda intimità capace di legare tutti i lavori, pur così differenti l’uno dall’altro: nella stessa installazione troviamo infatti rappresentati palchi musicali, specchi, baci, foto d’infanzia, lingue e corpi nudi, abbracci paterni, cani, sorrisi, lividi.

Il compito che è stato assegnato agli studenti si riassume nelle richieste che sono stati costretti a rispettare, come quella di «affrontare il tema da un punto di vista personale, in riferimento alle proprie esperienze, e non come illustrazione di un'idea astratta, generale o espressa da altri.». È forse proprio questo ciò che traspare dall’esposizione: l’impossibilità di raccontare l’amore se non come qualcosa di unico ed imprevedibile, talvolta ridicolo o addirittura incomprensibile ad occhi esterni.