Ancora per poco tempo potrete trovare al cinema Assassinio sull’Orient Express, in tutte le sale dal 30 novembre 2017, diretto, co-prodotto e interpretato da Kenneth Branagh, e basato sull'omonimo romanzo tra i più famosi della  regina del giallo, Agatha Christie; l’opera, del 1934, è ispirata a un fatto di cronaca dell’epoca: il rapimento Lindbergh. Il caso, del 1932, ebbe un enorme risalto mediatico, dunque non c’è da stupirsi se anche Agatha Christie ne fu colpita.

Il film, scritto da Michael Green, è interpretato da Branagh nel ruolo di Hercule Poirot, affiancato da un cast corale che comprende Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley. Promettendo che non riveleremo l’identità dell’assassino, andiamo a tracciare le linee generali della trama.

Il nostro Sherlock Holmes belga, Hercule Poirot, salito sul lussuoso Simplon Orient Express in partenza da Istanbul e diretto a Calais, si ritrova a una permanenza costretta di tre giorni sul treno, insieme a tredici sconosciuti. Durante il primo giorno fa la conoscenza dell’elegante, ma losco, uomo d’affari Samuel Edward Ratchett, di cui verrà ritrovato molto presto il cadavere. Dalla morte di Ratchett,  Poirot diventa il protagonista assoluto del film, al contrario del più goffo Poirot del romanzo che cerca di mimetizzarsi tra  i sospettati, a cui lascia sottovalutare le sue doti investigative.

Ad omicidio compiuto, il giallo diventa sempre più appassionante e intricato, il treno è rimasto bloccato in mezzo alla neve in territorio jugoslavo, e il film assume toni completamente diversi, molto più serrati e coinvolgenti, ancora di più per chi non conosce già il finale. L’inizio del vero crime viene segnato dalla semplice frase: ‘Mi chiamo Hercule Poirot e sono probabilmente il miglior investigatore al mondo’. Riuscirà il nostro investigatore a risolvere un caso così fitto di sottotrame? Durante gli interrogatori, Poirot inizia a studiare la psicologia degli altri passeggeri e a scoprire i loro segreti, affascinandoci con le sue deduzioni logiche e la sua fede in una fredda razionalità, avversa ad ogni tipo di emotività, in quanto principale causa dell’ errore umano. A rendere il tutto ancora più avvincente, è la consapevolezza e la sicurezza del detective nel sostenere che l’omicida si nasconde tra i passeggeri: ‘Se c'è stato un assassinio, allora c'è un assassino. L'assassino è tra noi. E ognuno di voi è sospettato.’ Come abbiamo già notato, il Poirot di Branagh è molto diverso, ma non meno affascinante, da quello del romanzo; Il Poirot del film è allo stesso modo amante dei dolci e di Dickens, sempre dall’ aspetto curatissimo e infastidito dall’imprecisione, ma risulta più giovane, più atletico e dai baffi molto più evidenti, che rendono il personaggio caricaturale, pur lasciando l’interpretazione di Branagh molto convincente e sentita, a testimonianza della sua formazione teatrale; anche dal punto di vista della regia,  (Branagh) dimostra un’ottima capacità di muoversi tra gli ambienti angusti del treno, che rendono a pieno l’idea di un omicidio in un ambiente chiuso.

In conclusione il risultato del film è soddisfacente, rivelandosi più una rappresentazione appassionata del romanzo, che ci porta verso una riflessione finale sul senso di giustizia e di perdita, grazie alla quale Poirot, una volta risolto il caso, ci mostra un lato più che umano, mettendo in dubbio la sua totalizzante visione del mondo secondo cui ‘non esistono sfumature, ma solo bene o male, bianco o nero’. Quello di Agatha Christie è un treno da cui i lettori non scendono mai. A 41 anni dalla morte, la scrittrice di Assassinio sull’Orient Express è ancora la più venduta al mondo; lo stesso Kenneth Branagh afferma: “La gente ha realizzato finalmente che la sua scrittura è molto più densa, complessa e profonda di quanto pensassero, perché affronta l'omicidio, lavora sulle emozioni umane primarie, le più ataviche: c'è qualcosa di selvaggio e crudo sotto la patina della civilizzazione. Agatha Christie è una donna che nonostante i tempi ha girato più volte il mondo, ha partecipato a scavi archeologici, c'è in lei una grande autenticità che la gente apprezza. Ha scritto lettere incredibili e ha un occhio per catturare le personalità attraverso fantastici minuziosi dettagli sui personaggi; la sua capacità di osservare le persone nella loro complessità le arriva dall'esperienza di vita”.

 Non resta che andare al cinema e salire sull’Orient Express.