Sono andati a ruba i quadri di Giorgio Giardina al suo vernissage, ospite della galleria di Roma in via dei Coronari, 17/18 di “Carré D’Artistes”.

Roma - Quest’ultimo è un circuito di gallerie d’arte che ne comprende oltre 30 nel mondo tra cui Parigi, Berlino, New York, Shanghai, Istanbul. Ogni galleria espone un gruppo di artisti che hanno differenti stili, ciascuno di loro presenta opere in quattro dimensioni a formato quadrato che hanno 4 prezzi, identici per ciascun artista e ad un costo sostenibile.

A breve cadenza si presenta un nuovo artista che sovente prende il posto di un altro in galleria. Per Giorgio Giardina la sua esposizione è stata l’occasione che ha ufficializzato il suo ingresso nel circuito di gallerie d’arte ed anche la prima novità del 2016, le sue opere saranno esposte fino al termine di marzo. Inoltre, l’esposizione ha evidenziato  la sua maturità artistica, i quadri sono una sintesi perfetta tra il cuore e la testa. Nelle opere di Giardina i colori sono come un’esplosione controllata in cui la potenza è incanalata per generare forza propulsiva. In alcuni quadri è particolare l’accostamento di colori caldi accanto a quelli freddi, come per rendere i secondi meno “gelidi”. In altri quadri vi è il contrario, per cui il giallo, il rosso non sono quelli di molti artisti del Centro America, decisi, forti. Ricordano piuttosto il colore dell’oro nei ritrovamenti archeologici, dell’ambra, con striature luminose.

Da sottolineare anche la scelta del titolo dei quadri e la loro interpretazione. Essi rivelano sensibilità ed attenzione verso l’altro, l’ecologia; evidenziano un artista che conosce i sentimenti e non ha paura di cercare su questo piano un incontro con l’universo femminile. Il tutto condito con una sottile vena umoristica inglese.  Nel corso dell’esposizione abbiamo chiesto a Giorgio Giardina di fornirci qualche dettaglio sulla sua tecnica di pittura. “Essa è una mia personale elaborazione di tecniche e materiali differenti. Uso molto, come base, la carta e la garza. Esse mi servono per conferire spessore sulla tela, quello che in arte viene denominata “terza dimensione”, ossia movimento e volume. Inoltre, creano un effetto “organico” nella colorazione, non uso quasi mai tinte omogenee, ma prediligo le miscele". Nelle tue opere prevale l’artista o il ricercatore biochimico all’ Università “Sapienza”?Queste due figure sono entrambe presenti nella mia produzione artistica. Il secondo ruolo mi aiuta indubbiamente nel comporre le sostanze ed i solventi tra di loro". Questa mostra è in continuità rispetto alla precedente? Si, anche in questo caso uso uno stile astratto concettuale. Dietro un mio quadro astratto vi è un concetto, un’idea". Quali sono? Quelli che mi sono maggiormente a cuore. Tra di essi vi è la ricerca della propria espressività, il proprio stato di quiete, di pace interiore che io assimilo molto all’evoluzione del sistema chimico verso l’equilibrio, lo stato fondamentale di energia. Molti miei quadri sono la trasposizione su tela di concetti scientifici che hanno anche molti punti in contatto con la filosofia".

Buoni anche i riscontri di pubblico degli altri artisti presenti alla galleria: Isabelle Malmezat, Vorticerosa, Alessandro Luschi, Rose Dalban Clade, Angela Evers, Carlo Trevisan, Vike, Monica Zani.