Le espressioni dell’arte sono in costante evoluzione. Una delle ultime tendenze é la digital art che ha, tra le sue peculiarità, l’uso della tecnologia digitale nel processo creativo oppure nell’esposizione delle opere prodotte. Essa, nel complesso, continua a porsi lungo la scia della ricerca creativa che da sempre accompagna l’opera degli artisti.
Tuttavia, in tempi recentissimi, si sta diffondendo l’utilizzo di immagini e video generate dall’Intelligenza Artificiale (AI) che stanno ponendo forti interrogativi in termini etici, di copyright e di sicurezza.
Alcune criticità riguardano il fatto che gli algoritmi di AI utilizzano nella loro “programmazione”, tra gli altri elementi, testi ed immagini presenti in Internet, alcuni dei quali sono protetti dal diritto d’autore. Rimane quindi indefinita la questione della salvaguardia sia della proprietà intellettuale degli artisti che dell’uso delle loro opere. Questo può significare, ad esempio, che la produzione di un artista potrebbe contribuire ad accrescere i profitti di imprese che l’autore non condivide oppure avvantaggiare un artista concorrente. Detto diversamente, l’arte non può essere derubricata a pseudo forme di se stessa attraverso differenti modelli di business.
Senza dimenticare i rischi derivanti da immagini e video che possono essere utilizzati per creare false identità o supportare fake news come, ad esempio, falsi attacchi nel corso di una guerra.
Ne deriva, di conseguenza, un complicato intreccio in cui, da un lato, l’AI può costituire indubbiamente un elemento in grado di stimolare la produzione artistica sia in termini di applicazioni che di utilizzi. Nello stesso tempo si richiede una maggiore normazione che eviti i pericoli precedentemente indicati, come ha recentemente iniziato a statuire l’Unione Europea.
In fondo, come non sottolineare la bellezza della tela, delle sfumature dei colori, della loro miscela, dell’effetto di opere prodotte con differenti materiali? Come potrà l’AI riprodurre quel quid dell’artista chiamato intuizione? E’ proprio quest’ultimo elemento una delle preziosità del volume di arte contemporanea “Capsule Art Collection 3. Approfondimenti contemporanei” presentato a Roma dalla curatrice Monica Ferrarini la quale ci ha gentilmente rilasciato un’intervista in cui ha dichiarato che:
“Capsule art Collection 3” è un progetto editoriale che continua negli anni con l’intento di valorizzare il lavoro di artisti selezionati al fine di esaminare ciò che è degno di nota nel variegato mondo dell’arte contemporanea. Sei artisti provenienti da diversi Paesi, ognuno dei quali si distingue per la propria identità espressiva e diventa portatore di visioni uniche, di emozioni che si fanno universali, di riflessioni profonde.
Tra gli obiettivi del volume quello di dimostrare come il “contemporaneo” sia un universo ampio e complesso che spazia dalla semplicità del “potevo farlo anch’io” all’autoreferenzialità e/o alla complessità di lasciare l’osservatore disorientato perché incapace di capire ciò che ha di fronte. Ci si propone dunque di analizzare i vari codici espressivi con un approccio critico accessibile, semplice, che sia alla portata di tutti, e che soprattutto aiuti a valorizzare e a far comprendere il lungo processo di ricerca inerente tecnica, stile, materiali, per arrivare al lavoro finito.
L’arte sviluppa un dialogo continuo tra l’identità dell’artista, il processo di pensiero, il suo operato e il fruitore; essenziale è vedere e comprendere appieno il significato che ogni opera vuole comunicarci ma anche le fasi di un processo di realizzazione che arriva ad un risultato specifico.
L’arte contemporanea deve pertanto riuscire a parlare a tutti perché essa è espressione del nostro tempo, alimenta la nostra coscienza critica e ci sfida a pensare fuori dagli schemi secondo prospettive più ampie e stimolanti.
Gli artisti partecipanti sono: John Bacon, Lis Engel, Malgorzata Slaga, Michael Viger, Mariëlle Vroemen, Lady Yupiigold.