In mostra, a Roma, fino al 12 luglio 2020 al WeGil, nello spazio hub culturale della Regione Lazio un'antologia fotografica di settanta immagini dell'artista che hanno segnato la storia e il costume del '900.  Presente anche una galleria di celebri ritratti di Che Guevara, Marlene Dietrich e una speciale serie di scatti dedicati a Marilyn Monroe. A partire dagli anni '70 l'artista  comincia a girare film, pur continuando il suo lavoro di fotografo. Per Erwitt: "La fotografia è tutta qui: far vedere a un'altra persona quel che non può vedere perché è lontana, o distratta, mentre tu invece sei stato fortunato e hai visto. Le fotografie non si preparano, si aspettano. Si ricevono".

Elliott Erwitt, autore statunitense di scatti fine art che rappresentano immagini simbolo del '900 e del tempo più recente, è il protagonista della mostra allestita al WeGil, l'hub culturale della Regione Lazio nel cuore del quartiere Trastevere di Roma. La mostra Elliott Erwitt Icons, la cui retrospettiva è a cura di Biba Giacchetti promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con SudEst57, celebra uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea.

L’esposizione, inaugurata poco prima dell’inizio dell’emergenza epidemiologica, rimarrà aperta fino al prossimo 12 luglio. L'antologia fotografica si snoda su settanta degli scatti più celebri di Erwitt: uno spaccato della storia e del costume del Novecento visti attraverso lo sguardo tipicamente ironico del fotografo in cui si alternano anche elementi surreali e romantici.

Elliott Erwitt, classe 1928, è considerato un maestro della fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Al principio della sua attività ha tratto ispirazione dallo stile di Henri Cartier-Bresson, pioniere del fotogiornalismo e conosciuto nell'ambiente con l'appellativo di "occhio del secolo". La fine art di Erwitt punta di conseguenza al cuore della storia catturando l'attimo decisivo del quotidiano: ricorrendo all'ironia gentile, alla bivalenza delle immagini, ai finali aperti, che invitano - chi guarda - alla riflessione.

Figlio di genitori emigrati russi, Erwitt è originario di Parigi, ma trascorre i suoi primi anni a Milano. A 10 anni, si trasferisce in Francia con la sua famiglia e da qui negli Stati Uniti, nel 1939, prima a New York e, due anni dopo, a Los Angeles. Durante i suoi studi alla Hollywood High School, Erwitt lavora in un laboratorio di fotografia che sviluppa stampe “firmate” per i fan delle star di Hollywood. La grande opportunità gli viene offerta dall’incontro, durante le sue incursioni newyorchesi a caccia di lavoro, con personalità come Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, che notano le sue fotografie al punto da diventare i suoi mentori.

Elliott Erwitt, al secolo Elio Romano Erwitz, è apprezzato come l'artista dallo sguardo ironico, tenero e iconico che ha immortalato la realtà in bianco e nero. Il noto fotografo ha catturato con dei clic alcuni degli istanti più celebri del secolo scorso, raggiungendo l'occhio dello spettatore e, più in generale, conquistando l'immaginario collettivo: dall’incontro tra Nixon e Kruscev, all’immagine di Jackie Kennedy durante il funerale del marito, dal celebre incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier, al fidanzamento di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco.

Tra le foto in mostra, anche i celebri ritratti di Che Guevara, Marlene Dietrich e la famosa serie dedicata a Marilyn Monroe.

Nella sala espositiva, gli scatti di Erwitt più iconici e amati come il “California Kiss” in cui emerge il romanticismo del maestro nel romanticissimo bacio ripreso dal retrovisore di un’automobile, immortalato al tramonto sulle rive di Santa Monica in California nel 1955.

Esposte anche le foto più personali come quella della sua primogenita neonata, ritratta sul letto sotto lo sguardo dalla madre.

Nel percorso sono presenti anche gli scatti da cui emerge la vena ironica di Erwitt come quelli ai suoi cani o l’immagine scattata al matrimonio di Bratsk.  E ancora. Una serie di foto in famiglia e di autoritratti ironici del Maestro capace di prendersi gioco della realtà esterna e di se stesso.

All'interno del WeGil, è dislocata anche una sezione documentale del lavoro di Erwitt, con i giornali e le pubblicazioni originali su cui comparvero per la prima volta le immagini dell’artista. Completa l’esposizione, il catalogo della mostra a cura di SudEst57 in cui ogni fotografia è accompagnata da un dialogo tra Elliott Erwitt e Biba Giacchetti attraverso cui scoprire i segreti, le avventure e il senso di ognuna di esse.

A partire dagli anni '70 l'artista  comincia a girare film, pur continuando il suo lavoro di fotografo, realizzando  lungometraggi, spot televisivi, documentari e film. Tra i suoi documentari più memorabili Beauty knows no pain (1971) Red white and Blue Grass (1973), e il premiato dall’American Film Institute The glass maker of Herat (1997). Negli anni Ottanta, Erwitt produce diciassette commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office. Dagli anni Novanta fino ad oggi, ha continuato a svolgere un’intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia con più di quarantacinque libri pubblicati  sul tema. Tra le sedi espositive più prestigiose dove l'artista ha presentato i suoi lavori si segnalano in Italia: lo Spazio Oberdan e il MUDEC a Milano, la Casa dei Tre Oci a Venezia, la Reggia di Venaria Reale a Venaria, il Palazzo Ducale a Genova, e molte altre. Di fatto, sono moltissime le gallerie private sparse per tutto il mondo che mostrano, promuovono e vendono le fotografie fine art di Erwitt che il Maestro concepisce in questo modo: "La fotografia è tutta qui: far vedere a un'altra persona quel che non può vedere perché è lontana, o distratta, mentre tu invece sei stato fortunato e hai visto. Le fotografie non si preparano, si aspettano. Si ricevono".

Gli ingressi alla mostra e agli spazi del WeGil saranno gestiti nel pieno rispetto delle indicazioni in termini di distanziamento sociale previste per i luoghi pubblici volti al contrasto della diffusione del Coronavirus. Possibile l'acquisto dei biglietti online su www.liveticket.it/wegil.

La retrospettiva si trova a Trastevere, Largo Ascianghi, 5 Roma fino al 12 luglio 2020 con accesso ai visitatori previsto tutti i giorni dalle ore 10 alle 19.

Per maggiori informazioni: www.wegil.it 

Facebook /WEGILTrastevere

Instagram/WEGIL

Twitter/wegiltrastevere