In una famosa opera di Francisco Goya veniva definito (e ritratto) che "Il sonno della ragione genera mostri".

Potrebbe essere la strada che ha percorso Papa Benedetto XVI, un fautore della ragione, ma qualcuno lo ha anche definito "il Papa rivoluzionario". Non perchè la rivoluzione possa essere considerata un'azione insensata, quindi fuori dalla ragione, ma le dimissioni da Papa vennero commentate anche così e ancora oggi ci si chiede se furono frutto di una sua scelta o di una sua rinuncia.

Probabilmente noi che viviamo questo periodo storico non lo sapremo mai, ma la storia darà la sua risposta. Quello che è certo è che è stato il primo Papa dimissionario della storia della Chiesa cattolica moderna.

Il primo comunque a rinunciare ad essere Papa. Nelle sue ultime ore di vita, ha invece scelto di rifiutare il ricovero in ospedale auspicandosi di "tornare a casa". Più uomo che Papa, anche per questo la gente lo ha amato. Quando si accorse che nella Chiesa aveva origine il peccato (vedi preti pedofili) lui se ne volle andare, non se la senti di rappresentare una Chiesa "malata". C'è bisogno di più vigore per condurre la Chiesa dei tempi moderni, questa fù la sua motivazione ufficiale quando lasciò il pontificato.

Un Papa che ha vissuto prima all'ombra di un grande Papa, Giovanni Paolo II, e poi all'ombra di se stesso. Per la prima volta nella storia un passaggio di consegne tra due uomini vestiti di bianco, quello tra lui e Papa Francesco. E' stato definito il più grande teologo del Concilio Vaticano II. Fautore dell'incompatibilità tra fede e violenza, tema al centro del discorso all'Università di Ratisbona nel 2006 che si tirò dietro non poche polemiche dal mondo islamico e che ebbe un importante rilievo sul piano culturale e teologico mondiale "La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. Dio non si compiace del sangue. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia".

Ci siamo accorti solo ora che è stato un grande Papa e che sarà ricordato dalla storia come uno dei più autorevoli intellettuali passati in Vaticano, "un umile lavoratore della vigna del Signore" così si definì nel momento della sua investitura, ma si sa, l'umiltà appartiene ai grandi. Ci lascia in una grande tristezza, ma ci dona anche il suo coraggio come esempio di vita e il lascito indelebile di Ratisbona.