Le pioggia mette a nudo tutta la fragilità della viabilità italiana.

La fragilità del manto stradale italiano è  frutto di una cattiva politica di costruzione e successivamente manutenzione inesistente. Lo vediamo nelle strade e superstrade e autostrade quando splende il sole, è ancora più disgraziatamente palese in caso di calamità naturali. A causa delle recenti alluvioni, molte strade provinciali sono rimaste chiuse al traffico per mesi e mesi. Voragini , frane apertura di squarci che in molti casi non sono stati risanati. Dopo l’alluvione dell’autunno 2012 la statale maremmana è rimasta chiusa per un anno.

Mancavano i 20 milioni per rimettere in sesto quel tratto di manto stradale.  Ogni mattina gli abitanti dei comuni ai piedi dell’Amiata dovevano allungare il loro giro di un’ora per poter raggiungere il luogo di lavoro a Sorano o Pitigliano, i maggiori centri della zona. Luoghi e comuni meta del turismo mondiale versano in condizioni talmente disperate da non aver venti milioni per ripristinare la viabilità compromessa dalle pioggia. Fa pensare all’uso sbagliato delle risorse. Un ingegnere civile che vuole rimanere anonimo , incontrato sull’appennino modenese ha confessato che  tra la ditta che vince un appalto e quella che poi costruisce effettivamente la strada, vi sono almeno cinque passaggi di mano. Tanta della nostra sicurezza si perde in queste staffette. 

In questi giorni arrivano segnalazioni dalla provincia di Como. La  strada  in questione è nominata "FORMIGHERA" questo il racconto di un lettore “ Come al solito, con il temporale all'ultima curva in cima alla salita detta la "Formighera", un paio di auto sono uscite fuori strada. Questa salita, posta sulla statale 340 Regina, e che collega i comuni di Carlazzo e Grandola ed Uniti qualche anno fa  fu oggetto di ampliamento della carreggiata, ma questa curva, anziché raccordata, fu accentuata. Di questa decisione non se ne  sa bene il motivo, ma sembra che non si sia potuto toccare il fondo perchè era una discarica e a quanto sembra, questa preziosa proprietà privata non si poteva espropriare, e si parla di pochi metri di terreno, per rendere sicura una curva pericolosissima. Anziché alla sinistra, si è quindi preferito toccare il versante destro che ha comportato la demolizione della roccia in aggiunta a muretti da ricostruire, che di sicuro hanno comportato una spesa ben maggiore.

Come se non bastasse, il manto di asfalto posato sulla predetta curva è scivolosissimo in caso di pioggia, gelo ed altre intemperie. da qui gli incidenti di ieri. Visti dal sottoscritto, uno alle 12,30 ed uno alle 15,30. Se qualcuno fosse informato di altri eventi, per favore lo aggiunga. Ieri ne abbiamo visti due ma il numero di auto e moto che ne hanno fatto le spese è consistente purtroppo. Io mi chiedo ma l’Anas  e il buonsenso dove sono?”