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Al di là di ogni aspettativa, “sbancando i botteghini americani”, contro ogni previsione, alla fine ce l’ha fatta lui. Il magnate Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. A capo della nazione più potente del mondo.

La sua vittoria ha mandato in crisi esistenziale i sondaggisti, che lo davano perdente contro Hilary Clinton decisamente più favorita. Ha mandato in tilt le Borse di tutto il mondo. Persino i media sono rimasti scioccati alla notizia della sua vittoria. Considerato un sessista, razzista ed estremista, Donald Trump ha condotto una campagna elettorale totalitaria, individualista, di chiusura e non certo di apertura. Eppure l’imprevedibile è accaduto! Il popolo americano l’ha votato!

Quel popolo multietnico, proveniente da ogni parte del mondo liberale e liberista, ha proclamato Donald Trump come propria guida, preferendo colui che appare più pericoloso, minaccioso e inadeguato a garantire e a mantenere la democrazia, l’uguaglianza e la parità. Preferendo la disuguaglianza all’uguaglianza di sesso, razza e religione. L’autoritarismo alla democrazia e alla libertà di qualsiasi forma d’espressione. L’insofferenza verso il prossimo alla tolleranza. L’innalzamento dei muri al posto del loro abbattimento. L’emarginazione all’integrazione. L’individualismo alla condivisone, in controtendenza rispetto all’era della globalizzazione e della condivisione, che evidentemente sono solo virtuali e non reali.

E’ quello che realmente vuole il popolo americano?

L’elezione di Donald Trump a 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America fa pensare a un non so che di minaccioso per la pace in tutto il mondo, ma ci auguriamo siano solo parole e non fatti.