Jannik Sinner sembra sceso da un altro pianeta. Il ventiduenne neo vincitore dell’Australian open, il ragazzo altoatesino che ha riportato nella bacheca dell’Italia del tennis maschile un torneo dello slam, dopo 48 anni, incalzato dalle domande dei molti cronisti che affollano la terrazza della nuova sede della Fitp, a Roma, risponde in modo maturo, puntuale e senza imbarazzo.

Anzi spesso sorride, divertito, con una genuinità e spontaneità, che suscita le simpatie dei presenti. “Non andrò a Sanremo, devo lavorare in quei giorni, lo seguirò da casa”, risponde a chi gli chiede se avrebbe partecipato alla kermesse di Amadeus. Lavoro, lavoro e ancora lavoro, solo questo c’è nella mente di Jannik, che non si sente arrivato e che afferma che questo successo interplanetario non lo cambierà: “La mia più grande qualità? Il sacrificio, il voler lavorare per migliorare e, da oggi, se possibile, lavorerò ancora di più, perché i miei avversari avranno uno stimolo maggiore nel volermi battere”.

Sembra un alieno sceso in Terra, soprattutto quando dice che non gli piacciono i social “perché non rappresentano la verità. Ai ragazzi dico di stare attenti. Perché magari oggi uno sta male ma sui social si postano foto dove va tutto bene. Io personalmente vivo meglio senza i social e continuerò a fare così” e quando afferma non ha paura perché “è sempre una partita di tennis. E' quello che mi piace fare, vado in campo per vincere, se il mio avversario è più bravo gli do la mano e torno ad allenarmi. Ci saranno momenti più difficili da gestire ma non ho paura”. Jannik poi tende la mano a Matteo Berrettini “ci siamo sentiti dopo la partita, mi ha scritto un bellissimo messaggio. Lui è veramente forte. Spero di vederlo in campo il prima possibile. Speriamo di rivederlo di nuovo in forma, manca un po' nel circuito. Mi ha fatto dei bellissimi complimenti, così come tutta la squadra di coppa Davis. Mi ha aiutato qualche volta, gli sono grato. E se lui dovesse chiedermi qualcosa sono pronto ad aiutarlo", Sinner, con accanto il padrone di casa Binaghi, presidente Fitp, che annuisce convintamente, dichiara “che la cosa più bella e importante è avvicinare la gente al tennis”. E Jannik, con la sua umiltà e maturità, il campione della porta accanto, ci sta riuscendo benissimo.