Foto: da Repubblica.it

In quella che era probabilmente l'ultima possibilità di dare un senso al proprio campionato, la Lazio cede il passo ad un Sassuolo che la stacca nell'inseguimento ai posti europei.

Roma - Era l'ultima spiaggia, quella del posticipo dello Stadio Olimpico. Era l'ultima possibilità rimasta, ad una Lazio troppo brutta per essere vera, per poter dare un qualsiasi significato al prossimo finale di Stagione.

Contro un Sassuolo fresco di sorpasso proprio ai danni dei Biancocelesti, vincere rappresentava l'ultima possibilità per credere nell'inseguimento alle milanesi, l'illusione di protrarre la speranza in una crisi dell'Inter, in un rallentamento del Milan, la conferma, effimera ma vera, di essere ad appena una posizione dall'Europa, nonostante il pessimo rendimento dell'Inverno 2015. Non è stato così, ed a continuare l'inseguimento alle prossime competizioni europee (con pochissime possibilità di realizzarlo, questo sia chiaro fin da subito) sarà meritatamente proprio il Sassuolo, squadra solida e ben piazzata in campo, oltre che ricca di un discreto potenziale di talento nel reparto offensivo.

All'Olimpico, col posticipo al Lunedì dovuto alla sorridente partecipazione della Lazio all'Europa League, lo spareggio tra Settima e Ottava termina dunque con un netto 0-2 a favore degli ospiti. A partire meglio, con una formazione che rivede tra i titolari Miroslav Klose, sono in realtà i romani, decisi ad imporre un miglior tasso tecnico ed una discreta condizione fisica; il Sassuolo, però, non si lascia impressionare e si difende compatto, ordinato, attento ad aspettare il momento giusto per colpire: sarà Mauricio, la cui presenza in una massima competizione nazionale è incomprensibile come i motivi più profondi dell'esistenza dell'Universo, a procurare quell'occasione ai neroverdi, regalando un calcio di rigore che Berardi trasformerà con freddezza.

La ripresa, con Milinkovic-Savic in luogo di Parolo, vede la Lazio alzare il pressing offensivo e cercare una reazione più di pancia che di organizzazione, subendo addirittura il raddoppio di Defrel sugli sviluppi di un'impostazione sbagliata di Bisevac. Consigli, da lì in poi, si supera almeno tre volte sui tentativi di Keita, Klose e Djordjevic, blindando il risultato e chiudendo definitivamente il discorso relativo all'inseguimento delle milanesi, mentre il triplice fischio finale catapulta sui giocatori biancocelesti una marea di fischi dai (come al solito colpevolmente pochissimi) tifosi laziali.

La presenza della Lazio nelle prossime coppe europee, così, passerà obbligatoriamente dall'eventuale vittoria finale dell'Europa League. Visti i nomi, il blasone e la solidità delle formazioni in ballo che seguiranno lo scontato match contro lo Sparta Praga, parlare di un'utopia è addirittura riduttivo.