All’Etihad in scena la supersfida tra Chelsea e City: il grande ex entra e segna, finisce 1-1. Male le grandi big di Germania e Francia, il Madrid esagera: 8 gol al Deportivo.

Viviamo nel calcio degli sceicchi, delle scommesse e delle cifre folli. All’estero come in Italia ormai, tra pro e contro, il gioco del pallone non è più solo un “gioco” da molto, moltissimo tempo. Eppure, ogni tanto, come è successo ieri, guardiamo la palla che rotola oltre alla linea e capiamo perché, nonostante scandali e contro scandali, siamo ancora lì a guardarci un’altra partita e poi un’altra ancora e così via, senza possibilità di guarigione. Perché il calcio ha dentro un po’ di tutto, i lati peggiori e quelli migliori della nostra società: ha le storie brutte, quelle che parlano di morti soprattutto, e le storie belle, che raccontano di vite cambiate o salvate. Ha le storie di violenza e di cattiveria, di affascinanti condottieri e grandi atleti.

E infine, non per forza ultime, ha le storie delle “grandi vendette”, condite così bene di quell’intricata ironia di cui è munita la sorte da farci rimanere un attimo interdetti a pensare e ripensare: “ma guarda te il destino…”. Lo avrà pensato forse, Frank Lampard mentre, confuso dal giocare contro la sua amata maglia “blues”, osserva rotolare lemme lemme il pallone alle spalle di Courtois; lo avranno pensato, di sicuro, i tanti sostenitori londinesi ,arrivati dalla capitale alla “periferia industriale” di Manchester, osservando il corpo longilineo dell’ex numero 8 avvitarsi in una semirovesciata mortale quanto bella; e magari, per non scontentare nessuno, lo avranno pensato i tifosi dei “citizens”, Mourinho e il caro Pellegrini. Fatto sta che il calcio ci regala un’altra storia strana, ambigua quanto affascinante: il grande ex, la bandiera, che punisce i propri colori ed evita la morte prematura di un campionato che ha ancora tanto da raccontare. All’Etihad finisce uno pari, per il Chelsea aveva già segnato Schurle, ma nessuno aveva fatto i conti con Frank che insacca e non esulta, ma intanto fa borbottare più di qualcuno tra quelli con le sciarpe blu al collo. E come accade frequentemente negli ultimi tempi a piangere è la Manchester rossa: i Red Devils di Van Gaal perdono di nuovo, stavolta contro il Leicester City, neopromosso. Il risultato dice 5-3, partita rocambolesca che vedeva il Manchester sopra per 3a1: il rigore di Nugent e il gol in mischia di Esteban Cambiasso rimettono in pari le cose. Il resto, per il Leicester, è storia. Cade il Liverpool contro il West Ham, bene invece l’Arsenal in casa dell’Aston Villa ma l’attenzione va al Southampton di Koeman che vince ancora, 1a0 in casa della Swansea, grazie ad un assist di Pellè, scatenato in questo inizio di stagione.

E forse prende esempio dal Leicester, o magari è viceversa, il piccolo Paderborn che dopo quattro giornate si ritrova in testa alla Bundesliga da esordiente assoluta. Qualche anno fa il club diventò famoso per il più grande scandalo calcistico della storia del calcio tedesco, ora invece guida la classifica insieme al Bayern, Hoffenheim e Mainz. Nel derby contro l’Hannover tra l’altro Stoppelkamp entra davvero nella storia segnando da ben 83 metri e regalando una vittoria cruciale ai propri compagni. Giusto per puntualizzare: il Paderborn ha speso un milione e seicentomila euro nel mercato estivo, soldi con i quali il Bayern non paga neanche sei mensilità ad uno qualsiasi dei propri titolari. Male anche il Borussia Dortmund, battuto due a zero dal Mainz: errore dal dischetto per Ciro Immobile. Un passo a sinistra, guardando la cartina, e si passa in Francia dove la capitale sorride poco: il Psg incappa in un altro pareggio, questa volta contro il Lione. A portare avanti i parigini non è nessun grande nome bensì l’esperto centrale difensivo Camara. Il pareggio è di un altro centrale, Umtiti, ragazzo interessantissimo del O.Lyonnais. In vetta balzano quindi Saint Etienne, Bordeaux e Marsiglia a pari merito. Appena dietro c’è il Lille che si blocca sullo zero a zero contro il Montpellier. Dove sorridono invece, finalmente, è Madrid: il Real, ospite del Deportivo La Coruna, ne fa otto e porta a casa tre punti vitali anche se siamo solo ad inizio stagione. Sommati alle cinque reti rifilate al Basilea in Champions arriviamo a tredici gol in due partite, media niente male. Tripletta per Cristiano Ronaldo, doppietta per Hernandez e Bale, James Rodriguez chiude il conto. Manca solo Benzema alla festa del gol e qualche tifoso non se ne sorprende. Ma di certo più che per le difficoltà realizzative dell’attaccante francese le preoccupazioni dei tifosi “merengues” sono riposte nel nome del proprio storico: quasi sicuro l’addio al Santiago Bernabeu, anche se difficilmente smetteremo di chiamarlo così, e benvenuto all’Abu Dhabi Stadium, figlio di ristrutturazioni pagate gentilmente dal ricco arabo di turno.L’iter non sarà facile ma difficilmente Perez rifiuterà l’ondata di denaro che gli è stato offerto. Il Barcellona intanto risponde facendone cinque al Levante e restando a +6, l’Atletico pareggia in casa contro il Celta e si ferma a -4 dai balugrana.