LOTTA PER IL TITOLO: JUVENTUS FC 6 punti AS ROMA 6 punti AC MILAN 6 punti NAPOLI SSC 3 punti.

La seconda giornata di Serie A Tim ritorna dopo la settimana di pausa per le Nazionali e, variando in modo impercettibile gli equilibri in campo, ci racconta una storia praticamente identica a quella dell'apertura. Nella lotta per conquistare lo Scudetto, Juventus e Roma non battono ciglio.

I bianconeri sconfiggono per 2-0 l'Udinese di Stramaccioni, in quello Juventus Stadium che venne violato per la prima volta proprio dal tecnico ex-Inter. Il primo gol è (manco a dirlo) di Tevez, servito dalla classica azione di sfondamento a destra di Lichtsteiner, mentre nella ripresa Marchisio, sempre più a suo agio nel ruolo di vice-Pirlo, chiude i conti con un bel tiro da fuori. L'Udinese era scesa in campo per non prenderle, ed a Torino questo è un errore che, alla lunga, non si può che pagare: positivo il solo Kone tra i friulani, in una mediocrità generale evidenziata dal fatto che il portiere juventino, Buffon, ha chiuso la partita senza nemmeno sporcarsi i guanti. La Roma, appena qualche ora prima, nell'altro anticipo del sabato, aveva espugnato il Castellani di Empoli con uno striminzito 0-1.

I toscani, come nel match d'apertura con l'Udinese, se da una parte si sono confermati squadra che prova a giocare a calcio, dall'altra hanno ripreso la strada di una sterilità offensiva che dovrebbe iniziare a preoccupare Sarri: la Roma non giocherà da Barcellona dei bei tempi ma è attenta, cinica, e passa con un tiro dalla distanza di Nainngolan, che carambola sul palo e quindi sulla schiena del giovane Sepe, resistendo poi nella ripresa al ritorno degli avversari. In palla Maicon, pronto come al solito De Sanctis: i giallorossi mettono in mostra gli attributi e passano, ed i punti presi su campi come il Castellani a fine stagione peseranno di certo. Sorprendentemente, ma nemmeno troppo, a sei punti sale il Milan di Inzaghi, autore di una delle più belle partite degli ultimi anni in Serie A. Al Tardini, contro un Parma che tentava di tornare a vedere la luce dopo una brutta sconfitta iniziale col Cesena, i rossoneri si lasciano guidare da quel talento infinito che è Jeremy Menez, e passano addirittura per 4-5.

Indisponibile l'acquisto più sbandierato del mercato, Fernando Torres, è un altro nuovo a portare il Milan avanti: Jack Bonaventura, definito da Inzaghi in persona un autentico fenomeno. Il Parma raggiunge subito il pari con Cassano, ma a quel punto Honda e Menez staccano i ducali. Nella ripresa il Parma prova a tornare in ballo con Felipe, poi con Lucarelli, dopo che De Jong aveva portato il Milan sul 4-2; infine, quando Menez sembrava aver chiuso definitivamente i conti sul 5-3, un clamoroso autogol di De Sciglio apre ad un finale thrilling, in cui Diego Lopez difende la porta infortunato nei sei minuti di recupero minuti ed il Parma gioca sbattendosi come un leone in gabbia; i rossoneri, però, resistono e si portano, affianco alle grandi favorite del campionato, in vetta alla classifica. Non si può parlare di scudetto e va bene, ma non si può nemmeno ignorare il fenomeno-Inzaghi in questo avvio di Serie A: solo il tempo ci potrà dire quanto è seria la candidatura del Milan ad una stagione di vertice. Continua il momento di difficoltà del Napoli: dopo la sconfitta nel Playoff di Champions League e la vittoria stentata contro il Genoa, gli uomini di Benitez si fanno battere in casa dal Chievo, con un 1-0 che vede sugli scudi il portiere Bardi e racconta di un rigore sbagliato da Higuain. Tra polemiche con il Presidente De Laurentiis, eliminazioni ed errori, la stagione partenopea non pare nata davvero sotto il segno della migliore delle stelle.

LOTTA PER L'EUROPA: FC INTERNAZIONALE 4 punti SS LAZIO 3 punti TORINO CALCIO 1 punto AC FIORENTINA 1 punto.

Bissare per due anni di fila, nello stesso stadio e contro lo stesso avversario, un 7-0 è roba che nemmeno alla Playstation. L'Inter di Mazzarri, però, ci riesce e manda all'inferno il Sassuolo di Di Francesco: si potrebbe parlare per ore del tipo di gioco che Zeman ed il suo allievo improntano, di quanto sia spumeggiante ma di quanto, allo stesso modo, sia forse inadeguato per un campionato rigido come la Serie A, ed ognuno avrebbe la sua opinione al riguardo: la disputa infinita sul dover provare a giocare o sul pensare solo al risultato non si risolve certo in quattro righe, fatto sta che i nerazzurri piegano una squadra mai veramente in partita con la tripletta di Mauro Icardi, la doppietta di un rinato Osvaldo ed i lampi di quel fenomeno di Kovacic (al primo gol italiano) e Guarìn, felice conferma del mercato nerazzurro. Vanno segnalate le prestazioni positive di Dodò e di Hernanes, con la formazione di Mazzarri che si rilancia e regala una gioia ai suoi tifosi dopo il pareggio poco soddisfacente contro il Torino, nella prima giornata. L'altra grande soddisfatta della domenica è la Lazio di Pioli: la sconfitta col Milan era figlia di un risultato bugiardo ma anche di troppe disattenzioni difensive, con de Vrij che sembrava la brutta copia del giocatore ammirato ai Mondiali e Cana che ancora non lasciava il posto al nuovo acquisto Gentiletti. Contro un avversario di caratura inferiore come il Cesena, i meccanismi difensivi biancocelesti iniziano a funzionare come si deve e Berisha conclude la partita praticamente immacolato. Parliamo di meccanismi difensivi perché su quelli offensivi non serve aggiungere nulla: già contro il Milan, Candreva e compagni avevano mostrato quanto fosse avvolgente il gioco di Pioli, con le catene sulle fasce in continua sovrapposizione ed il pivot centrale (Djordjevic o Klose) a fare sponde e regalare occasioni per gli inserimenti di centrocampisti.

Il risultato finale, in un Olimpico finalmente tornato ad essere pieno di tifosi, è un 3-0 secco, con i gol di Parolo, Mauri e di quel Candreva che, se continua a tenere questo livello di prestazioni, non può che essere considerato l'esterno più forte d'Italia. Stentano le altre due squadre in Europa League: la Fiorentina non riesce a sfondare contro un Genoa salvato in più occasioni dal portiere Perin, trovando poca concretezza nel suo uomo-chiave Gomez e ritrovandosi in una posizione di classifica già insoddisfacente. Non sono bastati, per sfondare contro i rossoblù, il ritorno di Cuadrado e l'espulsione dell'ex Roncaglia: la palla giusta, nel finale, se la ritrova tra i piedi Rodriguez, ma il portiere ospite salva per l'ennesima volta il Genoa e manda tutti a casa sullo 0-0. Riesce a fare addirittura peggio il Torino: a Marassi, un atteggiamento troppo rinunciatario dei granata permette alla Sampdoria di mandare in rete Gabbiadini (su punizione) ed Okaka, con mister Ventura che inserisce solo nell'ultimo quarto d'ora Amauri per formare la tanto attesa coppia offensiva con Quagliarella. Il risultato finale, però, non si sblocca dal 2-0 maturato fino a quel momento, e se fossi nel Presidente Cairo inizierei a prendere seriamente in considerazione i cammini delle squadre "piccole" negli anni in cui approdano nelle competizioni europee: il doppio impegno settimanale e la preparazione anticipata, di solito, creano grossi problemi in campionato e mettono in pericolo squadre che potrebbero dire tranquillamente la loro per lottare in posizioni onorevoli. Non so se è il caso del Torino, ma hai visto mai…

META' CLASSIFICA: UC SAMPDORIA 4 punti ATALANTA BC 4 punti HELLAS VERONA 4 punti UDINESE CALCIO 3 punti CITTA' DI PALERMO 1 punto GENOA CFC 1 punto AC PARMA 0 punti.

Detto della Sampdoria di Mihajilovic, che vince con la sua testardaggine la partita col Toro preferendo Okaka a Bergessio (e proprio Okaka segnerà uno splendido gol per il 2-0 finale) col Presidente Ferrero felice di assistere ad un esordio casalingo così carico e propositivo, non si possono non spendere due parole sull'Hellas Verona. Continuo a pensare che il miracolo dello scorso anno sia impossibile da ripetere, e che l'Europa League appena sfiorata la stagione appena passata non possa essere ancora un obiettivo realistico per gli uomini di Mandorlini; però, la bella vittoria nel Monday Night, per 2-1 su un Palermo sfortunato e pasticcione, qualcosa deve pur significare. Il vantaggio di Vazquez aveva proiettato gli uomini di Iachini verso un clamoroso successo esterno, fino a che il solito, intramontabile Luca Toni aveva pareggiato i conti su calcio di rigore. In un secondo tempo vivo ed aperto a qualsiasi risultato, la beffa per i siciliani arrivava con il clamoroso autogol di Pisano, mentre il portiere veronese Rafael chiudeva ogni velleità di rimonta su un tentativo finale di Dybala.

Dopo due giornate non si può certo parlare di Palermo in crisi, ma con un Presidente come Zamparini, Iachini potrebbe iniziare ad avere da preoccuparsi, visto che gente del calibro di Reja e Atzori inizia a girare intorno alla sua panchina, pronta ad approfittare dell'umoralità del gran-capo dei siciliani. L'altra bella sorpresa di giornata è l'Atalanta: la squadra bergamasca affrontava un Cagliari di Zeman all'esordio casalingo, quindi c'era da temere non solo la sconfitta, ma addirittura l'imbarcata. A sorpresa, invece, i nerazzurri reggono la gran mole di gioco costruita dagli isolani e si portano addirittura in vantaggio di due reti: segna Estigarribia nel primo tempo, nella ripresa raddoppia Boakye. In mezzo, tante parate di Sportiello su un Cagliari propositivo ma poco cinico, capace di riaprire i conti solo nel finale, quando un rigore di Cossu regala un finale tanto infiammato quanto poco concreto: al novantesimo è sconfitta per gli isolani, con un 1-2 che torna a far riflettere sul gioco di Zeman, mentre Colantuono inizia a pensare a qualcosa di più di una salvezza tranquilla. Sulle altre tre squadre considerate in questo blocco è stato praticamente detto già tutto: l'Udinese si fa sconfiggere dalla Juventus giocando poco e male, il Genoa strappa un punto con la Fiorentina più grazie al suo portiere che al resto della squadra, mentre il Parma gioca una partita spettacolare e folle contro il Milan, arrendendosi solo all'ultimo minuto in un incredibile 4-5 finale. Va bene lo spirito e va bene l'avversario, ma due sconfitte e l'ultimo posto, in coabitazione con l'Empoli, regalano agli uomini di Donadoni un inizio comunque non all'altezza.

LOTTA PER LA SALVEZZA: A.C. CESENA 3 punti CHIEVO VERONA 3 punti CAGLIARI CALCIO 1 punto US SASSUOLO 1 punto EMPOLI F.C. 0 punti.

In coda, la bagarre salvezza vede le solite note di fronte a problemi più o meno noti. Il Cesena cancella tutto il buono fatto vedere all'esordio con il Parma e gioca una partita di sola difesa all'Olimpico, con il risultato di subire tre gol dalla Lazio (e sarebbero potuti essere di più, se non fosse stato per l'ottimo portiere Leali) e di non creare nemmeno un'occasione in attacco. Bisoli perde la brocca, va in conferenza stampa arrabbiatissimo con i suoi e ne ha pure tutte le ragioni: non si può andare in campo in modo così molle, specie contro un avversario nettamente più forte, se si vuole cercare ogni domenica il punto che vale la vita. Il Chievo è l'unica rilanciata del pacchetto: clamorosa e sofferta ma quantomai decisiva la vittoria sul campo del Napoli, col portiere Bardi che regala una prestazione da urlo, para un rigore a Higuain e mantiene il vantaggio firmato dal redivivo Maxi Lopez. Se i numerosi inserimenti del mercato estivo iniziano a girare, la squadra veronese può ambire ad un campionato non dico tranquillo, ma nemmeno troppo agitato. Male tutte le altre squadre impegnate nella lotta per la permanenza in Serie A, con il Cagliari di Zeman che spreca e si fa battere in casa dall'Atalanta, il Sassuolo che riesce nell'impresa da incubo di bissare il 7-0 subito l'anno scorso dall'Inter (risultato, a suo modo, storico) e l'Empoli che non crea mai seri grattacapi alla Roma, facendosi sconfiggere al Castellani per 0-1. Urge una scossa, o per queste formazioni la piega appena presa potrebbe rendere l'annata di Serie A un autentico girone infernale: ma questo, forse, i loro tifosi l'hanno già messo in conto.