Oggi partiranno i mondiali del Qatar. Rivoluzionari, in un certo senso, perché si giocano per la prima volta d’inverno e perché hanno fermato le competizioni calcistiche dei Paesi di mezzo mondo.

Mondiali orfani, per la seconda volta consecutiva, della nostra nazionale, già quattro volte campione del mondo. Noi, i campioni d’Europa in carica, esclusi per nostri demeriti dal mondiale. Forse, però, la Fifa dovrebbe pensare ad una qualificazione automatica in questi casi, come si fa per le Olimpiadi e non perché siamo direttamente coinvolti ma per il prestigio stesso della competizione iridata.

Noi, quindi, resteremo a guardare, da spettatori, e le notti magiche estive, quando esultavamo nelle piazze con le bandiere tricolori, resteranno un ricordo. Sarà il primo mondiale senza ‘Pablito’, al secolo Paolo Rossi. Non vedremo un novello Grosso o Tardelli correre a perdifiato ed esultare, dopo aver segnato, come nel’ 2006 e nel 1982 ma dovremo accontentarci di vivere di ricordi. Questi mondiali partono con delle polemiche, per la scelta della location, del periodo e per la questione dei diritti ma, alla fine, il calcio prevarrà, come sempre, su tutto.