Reds e Gunners danno vita ad una vera sfida in stile inglese, perno del week end internazionale C’interroghiamo molto spesso di cosa manchi alla nostra cara Serie A per raggiungere l’olimpo dei campionati di calcio. Ne abbiamo sentite tante, dai soldi (che certamente sono un problema) ai regolamenti fino ad arrivare alla mancanza di talenti nostrani.

Di sicuro sono tutte componenti di un divario che tende purtroppo ad allargarsi rispetto ai vertici del mondo occupati, forse da sempre e di diritto, da chi il “soccer” l’ha inventato: la Premier. Arsenal-Liverpool è la cartolina perfetta, il biglietto di presentazione ideale, la partita che incarna pienamente ciò che è il calcio inglese. Spettacolo, agonismo, colpi di scena, rimonte e soprattutto la famosa “zampata finale” che lascia i Gunners atterriti e i tifosi dei Reds un po’ più soddisfatti, per lo meno nel constatare che i loro beniamini non mollano mai, in pieno stile Anfield. Finisce 2-2 la sfida tra settima e undicesima, non propriamente sfida di vertice nonostante il blasone delle protagoniste, un risultato che non aiuta proprio nessuno ma per lo meno fa divertire i famosi “tifosi neutrali”: apre Coutinho con un colpo di biliardo che colpisce il palo ed entra ma rimonta l’Arsenal con Debuchy e Giroud, finalizzatore di un triangolo delle meraviglie con l’appoggio di Santi Cazorla. Poi il palcoscenico lo rapisce del tutto la squadra di Rodgers prima rimanendo in dieci a causa del doppio giallo a Borini e dopo con la “stoica” parabola di Martin Skrtel, a cui mettono 8 punti in testa a bordo campo per uno scontro di gioco che comunque non lo fanno desistere dal rientrare in campo e timbrare al 97’ il gol del definitivo pareggio (proprio di testa). Le parti nobili della classifica comunque le occupano sempre loro, i Blues di Mourinho, che nel posticipo superano lo Stoke e si riportano a +3 dal City, anch’esso vittorioso in casa contro il Crystal Palace. Battuta d’arresto invece per la terza forza della Premier, il Manchester United, che viene bloccato dall’ Aston Villa e non supera l’1-1 esterno. Segue a un punto il West Ham, vero miracolo 2014-15, e un ritrovato Southampton tornato al successo contro l’ostico Everton di Martinez. Passiamo in Spagna dove il Real ancora deve giocare contro il Siviglia a causa della Coppa del Mondo per Club in cui la squadra di Ancelotti ha tranquillamente trionfato: chissà se superare gli uomini di Emery sarà più facile sulle ali dell’ennesimo successo “ancellottiano” o magari assisteremo ad un insperato sgambetto.

Intanto le altre “prime della classe” fanno il loro dovere: il Barcellona di Luis Enrique supera agevolmente, 5-0, il Cordoba in casa anche grazie al primo gol nella Liga di un certo Luis Suarez; l’Atletico di Simeone invece supera per ben 4-1 l’Athletic fuori casa, sfida ben più probante, e si sistema al terzo posto, quattro punti dietro i Blancos ma naturalmente con un match in più. A dare una scossa ai Colchoneros dopo un avvio stentato è il francese Griezmann, sempre più fondamentale tra gli uomini del Cholo.

Un salto in Bundesliga dove passeranno un dolce Natale Guardiola e i suoi ragazzi, primi anzi primissimi con già 11 lunghezze a dividerli dalla seconda. Un Natale da incubo lo passeranno invece Klopp e i suoi “gialloneri”, protagonisti dell’ennesima disfatta contro il Werder Brema (ultimo in classifica) che li scavalca e li lascia in penultima posizione, a pari merito con il triste Friburgo fanalino di coda. La situazione inizia a farsi difficile nonostante solo tre punti dividano il Dortmund dalla metà della classifica, indice di una Bundesliga sempre più equilibrata togliendo naturalmente il colosso Bayern. Il Wolsfburg occupa la seconda piazza con ben sei punti di distacco dal Leverkusen terzo: se non è un campionato già finito poco ci manca.

Infine la Francia, dove l’avvicinamento al Natale è coinciso con un’inspiegabile discesa del Psg, da tre anni mattatore assoluto (e ci mancherebbe…) della massima divisione francese. Altro pareggio, altro 0-0 stavolta contro il Montpellier. Ne approfittano Marsiglia, 2-1 al Lille e primo posto solitario a tre punti dai parigini, e anche il Lione che rifila una “manita” al Bordeaux, ad inizio stagione vera rivelazione e adesso in repentina discesa, che supera Ibra&co. e si piazza al secondo posto. Ad insidiare il club qatariota anche il Saint Etienne, quarto a sole due lunghezze. Blanc deve cercare rapidamente una soluzione o almeno sperare di trovarla sotto l’albero.