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Qualunque bambino amante della "pelota" sogna di indossare un giorno il numero 10, emblema di classe cristallina e di talento puro.

Immaginiamo se ad indossarlo è un ragazzo con la camiseta azzurrina, che ricorda vagamente la maglia che fu del Dios Maradona la pressione che potrebbe avere su quelle spalle e, soprattutto, tra i piedi. Negli ultimi anni nella capitale, sponda bianco e azzurra del Tevere, pare si sia abbattuta una vera e propria maledizione: chiunque indossi quella maglia sembra perdere incredibilmente le sue skills e cadere in un vortice che porta sempre di più vicino all'oblio.

Zarate, Felipe Anderson ed ora Luis Alberto sono gli ultimi di una lunga lista. La verità è che si creano troppe aspettative su buoni giocatori con qualità indiscutibili che, però non hanno quel carattere e quella personalità di giocare in una città calda come quella di Roma con quel numero sulle spalle. La riprova sta nel fatto che quando emigrano in altri posti fanno intravedere ciò che fecero nella capitale.