Il Gruppo B dei Mondiali 2018 vede scontrarsi il Portogallo, campione d’Europa in carica, la Spagna, l’Iran e il Marocco. Un girone che ai nastri di partenza sembra abbastanza semplice per le due nazionali della penisola iberica.

Partiamo dal Portogallo. I lusitani sono campioni d’Europa in carica (Francia 2016) e si presentano al mondiale 2018 con il solito atteggiamento “sornione” che ne ha fatto le recenti fortune. CR7 e compagni non hanno sicuramente i favori del pronostico riguardo ad una vittoria finale, ma lo stesso poteva dirsi dell’ultimo Europeo. Alla guida confermatissimo Fernando Santos, ormai eroe in patria. La fiducia nei confronti del tecnico portoghese è chiaramente incrollabile dopo gli ultimi risultati.

Al Mondiale arriva però dopo un girone di qualificazione terminato a pari merito con la Svizzera, non una performance esaltante. Non poche, comunque, le differenze tra i convocati rispetto a due anni fa: dietro è finita l’era di Ricardo Carvalho (non quella di Pepe a quanto pare) e la vera “sorpresa” è la convocazione dell’italiano Mario Rui. Niente mondiale per Renato Sanches, che a Euro 2016 esplose definitivamente, dopo un paio di stagioni quanto meno da rivedere. Infine davanti il peso “tecnico” sale di molto grazie a Bernardo Silva, Gerson Martin e Gonzalo Guedes. Attorno all’icona Cristiano Ronaldo si muove una squadra che può sorprendere.

Passiamo alla Spagna. Le furie rosse hanno vinto e stravinto per quattro anni. Dal 2008 al 2012 hanno messo in bacheca due Europei e un Mondiale, ovvero: tutto ciò che si poteva vincere. Nel 2014 il tracollo: uscita nel girone con Olanda, Cile e Australia. Nel 2016 ci pensa l’Italia a distruggere i sogni di gloria degli iberici. Nel frattempo però la squadra è cambiata in maniera radicale rispetto a quella, gloriosa, di ormai sei anni fa. A Del Bosque, uno a cui si può davvero insegnare poco, è succeduto Lopetegui, un nome abbastanza sorprendente. Una carriera in panchina passata prima facendo tutta la trafila delle nazionali giovanili, poi due anni al Porto senza ottenere grandi gioie. Eppure la sua esperienza nell’under 21 (generazione d’oro quella tra il 2013 e il 2014) ha convinto molti che fosse la scelta più sensata. Al di là degli interpreti il cambiamento radicale, per adesso tentato e basta, dal nuovo ct è quello di abbandonare il logorante possesso palla per ritrovare lo smalto offensivo dei bei vecchi tempi. Le novità più grandi tra i convocati portano il nome di Asensio, Lucas Vazquez, Iago Aspas e Rodrigo in avanti. Il resto della squadra è collaudato. Il centrocampo cede le chiavi all’intramontabile Iniesta (all’ultima apparizione internazionale, molto probabilmente) mentre la difesa è ancora terreno del duopolio Piquè-Sergio Ramos.

Il Marocco si presenta al girone come terza forza, almeno in apparenza. Alla guida dei Leoni dell’Atlante c’è Hervé Renard. Il francese, con un passato da calciatore abbastanza mediocre, è famoso soprattutto in Africa, dove ha allenato varie nazionali. Zambia, Angola, Costa D’Avorio. In mezzo due fugaci esperienze a Sochaux e a Lille prima di approdare, nel 2016, sulla panchina del Marocco. Quella in Russia sarà la quinta partecipazione ad un mondiale per la nazionale marocchina che ha sicuramente nella rassegna del 1986 il suo miglior risultato: ottavi di finale. I convocati provengono per la stragrande maggioranza da campionati stranieri. In difesa il fiore all’occhiello è senza dubbio Benatia, seguito a ruota da Dirar, ora al Fenerbahce, e Hakimi, giovane terzino del Real Madrid di ottime speranze. In mezzo Belhanda, Galtasaray, guida la squadra. Davanti molte speranze sono affidate all’estro di Hakim Ziyech, ala dell’Ajax inseguito da mezza Europa.

E infine arriviamo all’Iran, anch’essa alla quinta partecipazione ad un Campionato mondiale. A guidare la selezione il portoghese Carlos Queiroz, esperto tecnico con un passato (come allenatore e vice) tra Usa, Giappone, Portogallo, Inghilterra e Spagna. Arrivato nel 2011 ha già guidato l’Iran alla qualificazione nel Mondiale 2014 in Brasile. Orfana, per la prima volta dal 2002, del recordman di presenze Nekounam, la compagine iraniana si presenta con poche speranze di superare un girone complicato. Nella rosa mancano nomi di spicco, a livello internazionale per lo meno, e i punti di forza sono essenzialmente due: la difesa e il giovane Sardar Azmoun. Il reparto arretrato ha incassato appena 5 reti nelle 18 partite di qualificazione al mondiale. Il giovane fantasista, invece, ha una media realizzativa importante con 22 centri in 28 gare disputate in nazionale. In patria lo chiamano il “Messi iraniano”. Soprannome un po’ sdoganato ma sempre d’impatto.

CURIOSITA’ – Al Mondiale la tradizione del Portogallo non è propriamente buona: questa sarà “solo” la sua ottava partecipazione. Il miglior risultato risale alla rassegna inglese del 1966. Quell’edizione, a parte vedere un Eusebio in straordinaria forma, nasconde alcune curiosità per la nazionale lusitana. Ad esempio una delle più grandi rimonte nella storia dei Mondiali contro la Corea del Nord: il 3-0 per gli asiatici di fine primo tempo si trasformò in un 3-5 finale con poker di Eusebio. Oppure vi fu il primo scontro tra due nazionali di lingua portoghese: Brasile-Portogallo. Con 9 reti, e il titolo di capocannoniere, quella di Eusebio rimane la migliore performance di un giocatore portoghese in un Mondiale (e sua unica apparizione). Cristiano Ronaldo, che detiene il record assoluto di gol con la nazionale (81 centri), al Mondiale ha all’attivo solamente 3 reti.

Nonostante una tradizione calcistica come pochi altri paesi possono vantare la Spagna ha ottenuto i suoi maggiori successi nel recente quadriennio 2008-2012: due Europei ed un Mondiale. La Roja detiene inoltre alcuni record importanti: detiene la striscia più lunga di vittorie (15) e risultati utili consecutivi (35) in partite ufficiali e amichevoli, e il record di risultati utili consecutivi in amichevoli (29). Il record di presenze di Iker Casillas (167) può essere superato dall’arrembante Sergio Ramos (151). Per quanto riguarda le reti invece può stare tranquillo David Villa: con 59 centri il suo primato sembra al sicuro.

Il Marocco è stata la prima nazionale africana e araba a raggiungere gli ottavi di finale di un Mondiale, nel 1986. In quell’edizione superò il girone conquistando il primo posto. Dopo due pareggi per 0-0 contro Inghilterra e Polonia, s’impose 3-1 nell’ultima gara. Avversario? Il Portogallo. Inoltre la nazionale è la detentrice del Campionato delle Nazioni Africane (2018): una competizione tra nazionali africane nella quale possono giocare solo calciatori dei campionati nazionali.

L’Iran ha conquistato tre Coppe d’Asia. Il caso vuole che tutti e tre i trofei siano stati vinti consecutivamente tra il 1968 e il 1976, il che fa dell’Iran l’unica nazionale ad aver vinto per tre volte consecutive tale competizione. Dopo il 1976 ha racimolato al massimo l’ultimo gradino del podio (per ben quattro volte). Al Mondiale invece non è riuscita mai a superare il primo turno.