Analisi della sesta giornata del Campionato Italiano di Serie A

LOTTA PER LO SCUDETTO JUVENTUS FC 18 Pts AS ROMA 15 Pts

Voglio aprire una piccola parentesi su Juventus e Roma, una parentesi che parte dalle rispettive partite di Champions League. La Roma ha portato a casa un preziosissimo pareggio dall'Etihad Stadium contro il Manchester City degli sceicchi, trovando un mare di elogi ed una critica stra-favorevole una volta tornata in Italia. La Juventus, da parte sua, ha perso una sfortunata partita a Madrid, contro il duro Atletico di Simeone, ed è stata stravolta da un oceano di critiche per un gioco troppo…italiano.

Ora, premesso che l'impresa della Roma resta di proporzioni continentali (fare punti in Inghilterra è sempre un risultato mostruosamente positivo, e farlo contro una squadra del livello dei Citizens lo è ancora di più), andrebbero meglio considerati, almeno per un secondo, i precedenti europei del Manchester City. Parliamo di una squadra che nelle coppe europee ha floppato SEMPRE, facendosi eliminare a ripetizione nei gironi e nella fase ad eliminazione diretta sia della Champions League che della meno nobile Europa League. Dall'altra parte c'è l'Atletico Madrid, una squadra stizzosa e compatta, fresca vincitrice di un campionato spagnolo e vice-campione della Coppa dalle Grandi Orecchie proprio grazie a quel gioco "italiano" e difensivo che si è contestato ad Allegri: la Juventus è stata battuta al Calderòn, esattamente come formazioni spaventose del calcio europeo in tempi recenti (Real Madrid, Barcellona etc etc) pur avendo più di qualcosa da recriminare sul risultato finale. Con questo non voglio sminuire l'impresa della Roma, lo ripeto, ma voglio semplicemente "rivalutare" la partita della Juventus, a mio avviso liquidata troppo in fretta solo per il risultato finale e per la mancanza di estetica calcistica. Tornando allo scontro diretto dello Juventus Stadium, che l'arbitro Rocchi abbia influenzato il 3-2 finale a favore dei torinesi è sotto gli occhi di tutti. Il primo rigore era fortemente discutibile, il secondo, probabilmente, ancora più del primo, e sul tiro di Bonucci c'era un offside netto ad impedire la visuale di Skorupski, che infatti è andato giù in netto ritardo. Ancora, l'espulsione di Garcia per il gesto del violino (che è assolutamente aperto ad interpretazioni, e dunque non plateale come le manette di Mourinho, ed aggiungerei che è certamente più elegante) non può non aver condizionato in modo concreto il proseguo della partita dei giallorossi, che pure hanno dato l'anima ed hanno rischiato di vincere la partita con Pjanic e Gervinho, sul 2-2. La Juve vince comunque con la doppietta di Tevez, su calcio di rigore, e con l'eurogol del suo leader difensivo, e si mostra probabilmente un passetto avanti alla Roma (ma forse NEMMENO TROPPO), mentre i gol di Totti e di un Iturbe spaventoso nell'accelerazione lasciano alla Roma l'impressione di aver, se non altro, recuperato in maniera decisa il gap dello scorso anno. Il campionato va in pausa e, nella lotta testa a testa fra le due compagini ai vertici di questa Serie A, resta l'impressione che un arrivo appaiato a 16 punti forse avrebbe meglio descritto le gerarchie di questo avvio di stagione. Ma tanto è: Juventus a 18, Roma ad inseguire a 15 punti.

CORSA PER L'EUROPA: UC SAMPDORIA 14 Pts UDINESE CALCIO 13 Pts AC MILAN 11 Pts HELLAS VERONA 11 Pts SSC NAPOLI 10 Pts SS LAZIO 9 Pts AC FIORENTINA 9 Pts FC INTERNAZIONALE 8 Pts

Va detto prima di tutto che è ora di guardarsi in faccia ed ammettere quello che nessuno può più negare: il progetto Hellas Verona è un progetto come Dio comanda. Mentre lo scorso anno era sembrato un mezzo miracolo vedere gli scaligeri, appena promossi dalla Serie B, lottare per un posto in Europa fino alle ultime giornate, ora la situazione si sta ripetendo sin dalle prime partite di questa Serie A, e dunque non si può più parlare né di intercessioni divine né di casi fortunati. Due traverse ed un gol annullato legittimano più del necessario la realizzazione allo scadere di Tachsidis contro il Cagliari, nell'anticipo delle 18, e valgono bene gli undici punti con cui il Verona può dirsi, decisamente a ragione, una compagine in piena corsa per un posto in Europa. Il Milan, nell'altro match del sabato, si sblocca a San Siro dopo due pareggi in provincia e torna a correre per un posto al sole in questa Serie A. Il Chievo non è la Juventus e la vittoria per 2-0 racconta comunque di un primo tempo difficile e di una buona organizzazione generale dei veronesi, ma i colpi di Muntari, con un gran sinistro da lontano, e la punizione spettacolare di Honda mandano al tappeto i "mussi" e portano i rossoneri in quota proprio con l'altra squadra di Verona. Inzaghi sembra aver trovato i suoi equilibri spostando Bonaventura nella linea di centrocampo e lasciando in panchina El Shaarawy, anche se bisognerà testare ancora la crescita di questo Milan contro avversari di altri livelli. La Sampdoria continua a vincere e prosegue la sua striscia di risultati positivi contro un'Atalanta ormai in crisi: l'1-0 finale, a Marassi, è opera del solito Manolo Gabbiadini, ottimamente innescato da un giocatore mai abbastanza lodato come Pedro Obiang, e la resistenza all'assalto bergamasco è l'ennesima dimostrazione di quanto Mihajilovic sia riuscito ad imprimere il suo spirito battagliero a quella che, ad oggi, è l'autentica squadra-rivelazione di questi primi mesi di Serie A. Piccola nota a margine per il consueto show del Presidente Ferrero: pagliaccio o capopopolo, l'ultimo arrivato nel circo del nostro calcio è sicuramente un personaggio folcloristico, caratteristico, imprevedibile e, di conseguenza, decisamente ben accetto. L'Udinese è la piccola delusione di questa giornata: fino ad oggi il Cesena era sembrato davvero poca cosa, fuori casa, ed il risultato del Friuli pareva una scontata vittoria per i bianconeri di Stramaccioni. Cascione, invece, ha realizzato nel finale un rigore parso tutt'altro che certo per il Cesena, con l'Udinese che fino a quel momento era sicura di portare a casa i tre punti grazie al gol spettacolare di Bruno Fernandes. La marcia dei friulani si intoppa proprio sul più bello e contro l'avversario che pareva meno pericoloso, e qualche domanda su come questa corsa proseguirà dopo la sosta non può che iniziare a serpeggiare tra le squadre che inseguono. Tra queste, continua la risalita della Lazio di Pioli. La difesa sarà un cruccio fino al ritorno di Gentiletti, anche se l'integrazione col calcio italiano di de Vrij sta prendendo un verso decisamente positivo, ma tra Candreva, Djordjevic e compagnia la proposizione di gioco laziale è davvero spaventosa. I tre gol rifilati al Sassuolo sono tanti, e potevano essere tranquillamente il doppio se il portiere avversario Consigli non avesse fornito una prestazione decisamente sopra le righe. Nove punti recuperano in parte le sfortunate sconfitte con Genoa, Milan e Udinese, restando un bottino positivo da cui ripartire, dopo la pausa per le Nazionali, per aggiustare la mira sul famoso obiettivo minimo di un ritorno in Europa League. Negli scontri diretti dei posticipi si affrontano, curiosamente, tutte e quattro le squadre impegnate in Europa League di giovedì. L'Inter si fa demolire dalla Fiorentina, con un netto 3-0 che lascia poco spazio a recriminazioni di qualsiasi tipo. Apre un grandissimo gol di Babacar, raddoppia un tiro dalla distanza di Cuadrado e chiude un esterno di Tomovic su cui mezza difesa (Handanovic compreso, per una volta) sembra completamente assente. Caos tattico totale in casa nerazzurra, con tanto di contestazione contro Mazzarri che va avanti e con qualche serio dubbio sulla conduzione del mercato che si inizia ad insinuare nelle teste dei tifosi, mentre la Viola risorge e pare aver trovato in Babacar un degno sostituto della coppia di infortunati Gomez-Rossi. Il Napoli, impegnato in casa contro il Toro, vince in rimonta per 2-1 e porta a casa tre punti decisivi per dare serenità e continuità al regno di Benitez. Sotto per un gran gol dell'ex Quagliarella, i partenopei partoriscono una reazione degna di questo nome e nella ripresa e trovano il pari con il tanto criticato Insigne. Il talento ex-Pescara, poco dopo, serve l'assist decisivo a Callejon e permette al Napoli di vincere la prima partita al San Paolo di questo campionato. Sfatato anche questo tabù, resta da attendere solo il gol del Pipita Higuain, fino ad oggi clamorosamente a zero nella casella delle realizzazioni in Serie A.

META' CLASSIFICA: GENOA CFC 8 Pts TORINO FC 5 Pts PARMA FC 3 Pts

Con la strana classifica di giornata, che tiene un numero di squadre clamorosamente grande in corsa per l'Europa e che rimette in discussione la tranquillità di molte altre per la salvezza, il gruppo di metà classifica si restringe ad appena tre formazioni. Il Parma, in realtà, non si trova a metà classifica, ma in fondo alla stessa: gli emiliani si fanno infatti sconfiggere ancora in casa, all'ultimo minuto, da un Genoa che si conferma quadrato, con idee tattiche chiare e con degli ottimi interpreti. La squadra di Donadoni, pur avendo l'uomo in più per gran parte della partita (espulso il genoano Roncaglia), riesce solo a pareggiare con Coda al gol di Perotti, per poi suicidarsi, al 93', su un errore difensivo di Lucarelli: il centrale dei ducali passa male la palla consegnandola a Rincon, che serve Matri davanti a Mirante e porta il Genoa in paradiso. Non penso che la qualità del Parma tarderà a farsi viva in questo campionato e dunque sono certo che la la squadra del Presidente Ghirardi non resterà bloccata nelle sabbie mobili della zona retrocessione, ma cinque sconfitte in sei partite iniziano a pesare, e dovrebbero essere considerate almeno (ALMENO) un serio campanello d'allarme. Il Torino, dopo il bel successo in Europa League contro il Kobenhavn, perde a Napoli dopo esser passato in vantaggio con un fantastico gol di Quagliarella. Il Napoli reagisce con gli attributi e mette sotto la squadra di Ventura, trovando in avvia di ripresa il pari meritato con Insigne ed addirittura il gol che manda il Toro ko con Callejon. Abbinare un'Europa League giocata ai livelli che la squadra granata sta dimostrando ad un campionato come quello dello scorso anno è una bellissima utopia, dunque occhio alla lotta per non retrocedere: non finirò mai di sottolineare come, in stagioni di questo tipo (e cioè con una preparazione iniziata con netto anticipo e con tanti impegni infrasettimanali), le squadre di media caratura rischiano più del dovuto non solo per una buona classifica finale, ma spesso anche solo per la salvezza. Non voglio pensare che possa essere il caso di una bella realtà come quella del Toro, ma la zona retrocessione è appena due punti dietro: occhio.

BAGARRE SALVEZZA: EMPOLI FC 6 Pts AC CESENA 6 Pts CAGLIARI CALCIO 4 Pts CHIEVO VERONA 4 Pts ATALANTA BC 4 Pts CITTA' DI PALERMO 3 Pts US SASSUOLO: 3 Pts

Il Cagliari non riesce a dare continuità alla bella vittoria contro l'Inter. A Verona, contro un Hellas confuso nel primo tempo ma decisamente vivo nella ripresa, il gruppo di Zeman arriva ad un minuto dalla fine sul pari per poi arrendersi al gran tiro da fuori dell'ex pupillo del boemo, quel Tachsidis che alla Roma non aveva mai veramente impressionato. Che dire, su questo Cagliari? Sicuramente che fino ad ora di zemaniano ha mostrato ben poco, eccezion fatta per la fiammeggiante vittoria a San Siro contro l'Inter: i gol latitano, e l'atteggiamento non è quello arrembante delle squadre del boemo. Nel disperato ultimo corner contro il Verona, ad esempio, io mi aspetto un assalto monstre, già vedo un uomo a tirare il calcio d'angolo e dieci persone in area di rigore, col portiere Cragno che viene a sgomitare ed a far sognare i tifosi. Invece, appena sette giocatori e tutti gli altri a difendere non so cosa. Ok che abbiamo condotto, nelle precedenti giornate, una piccola campagna che sottolineava il non essere del tutto adeguato del gioco di Zeman alla Serie A, ma questa strana via di mezzo è un autentico harakiri. Giudizio in sospeso e se ne riparla dopo la pausa, ma mi auguro di vedere un Cagliari che almeno se la giochi alla morte, nella solita montagna russa di emozioni che il boemo impone ai suoi tifosi. Altrimenti, se l'intenzione non era di sposare un progetto di questo tipo… meglio chiunque altro, no? Il Chievo si fa battere dal Milan a San Siro pur giocando un buon primo tempo e trovando la giusta fluidità tra i reparti. Quello che manca è lo spirito di reazione dopo il gran gol di Muntari: non c'è mai un vero pericolo per la porta di Abbiati, e la punizione di Honda che chiude il discorso è la logica conseguenza per una partita che il Chievo voleva proprio contenere sullo 0-0 fino alla fine. Interessantissimo il mezzo spareggio del lunch-match: l'Empoli porta a casa la prima vittoria stagionale con un netto 3-0 e si sbarazza di un Palermo caduto letteralmente alla deriva dopo gli ottimi pareggi contro Napoli e Milan. Le imbarcate difensive dei rosanero continuano, dopo il tracollo casalingo con la Lazio (0-4) e la folle partita con i partenopei (3-3), e pensare ad una fine prematura del regno di Iachini sulla panchina dei palermitani è, purtroppo, qualcosa di molto vicino alla realtà. L'Empoli gioca bene ed inizia a raccogliere quanto di buono seminato nelle giornate precedenti: i gol del veterano Maccarone e delle giovani promesse Tonelli e Puciarelli sono solo alcune conferme della bontà del lavoro di Sarri, che comunque aveva già mostrato ampiamente la sua preparazione negli anni precedenti. Se la forma fisica regge, per i toscani si potrebbero aprire scenari molto meno preoccupanti delle cupe previsioni d'inizio stagione. L'Atalanta si arrende anche a Marassi, contro la Sampdoria, e maledice un calendario che le sta forzando una crisi evidente nei risultati ma molto meno nel gioco. L'1-0 di Gabbiadini spacca la partita, costringe Colantuono a giocarsela addirittura con tre punte nel finale (Denis, Moralez, Bianchi), ma le polveri dell'Atalanta sembrano davvero bagnate e solo un gran colpo di testa allo scadere di Denis spaventa seriamente Viviano. La fiducia in un buon gruppo, giovane e discreto tecnicamente, resta, ma bisognerà invertire velocemente la rotta, altrimenti la tensione e le pressioni potrebbero rovinare quanto di buono si sta cercando di costruire all'Atleti Azzurri d'Italia. Dimostrazione d'orgoglio e di carattere anche da parte del Cesena: i romagnoli non si arrendono al ruolo di vittima predestinata dell'Udinese e reagiscono al bel gol di Fernandes col rigore, in pieno recupero, di capitan Cascione. Il penalty è dubbio e la mole di gioco dell'Udinese è tutt'altra cosa rispetto a quella del Cesena, eppure il risultato finale non può che essere una pura iniezione di fiducia per un gruppo fino ad ora sempre battuto (battuto male) nelle sue trasferte di Serie A. Il Sassuolo si mostra sempre più Berardi-dipendente: incredibilmente a secco di gol dopo la prima giornata, la squadra di Di Francesco torna a giocare un calcio spettacolare e produttivo (dal punto di vista offensivo) proprio col recupero del bomber italiano, autore di una doppietta subito dopo aver scontato la squalifica di tre giornate. La Lazio vince comunque per 3-2, ma il tasso tecnico tra le due squadre è troppo differente per puntare l'indice sui neroverdi. Buona la reazione, sia sul 2-0 che sul 3-1, e se Marchetti non avesse cacciato un mezzo miracolo su Longhi ora staremmo a parlare di una rimonta clamorosa. Qualcosa in più, con Berardi in campo, il Sassuolo dovrebbe continuare ad averlo, almeno rispetto alle ultime della classe: la differenza tra una stagione positiva ed una decisamente fallimentare sarà tutto nel saper mantenere viva questa esile linea.