Dove si può trovare la “buona scuola?”

Difficilmente tra i pochi caratteri dei twittatori, ma di sicuro negli stand dedicati agli istituti superiori del “Maker Faire”, la più grande fiera europea dedicata all’innovazione, tenutasi a Roma dal 16 al 18 ottobre  presso l’Università “Sapienza”. Gli spazi dedicati alle scuole sono stati i più interessanti, inventivi e partecipativi. Questo soprattutto dopo una scorpacciata di stand dedicati alle stampanti 3D cucinate in tutte le salse, da quella più piccante con pasta e fagioli a quella allo yogurt bianco extra light.

Negli stand degli istituti superiori vi erano, ad esempio, i prototipi di cucce climatizzate con ciotoline per fornire l’esatta quantità di cibo ed acqua agli animali; uno stesso apparecchio che può svolgere due funzioni:  refrigerare, mettere sotto vuoto; uno “shuttle” inviato nello spazio; droni tuttofare; piccoli robot per far divertire bambini ricoverati in ospedale. Particolarmente interessanti sono stati un brain computer interface che, a costi contenuti, può permettere ad un malato di una patologia invalidante tipo la SLA, di comunicare ed interagire con l’ambiente esterno;  una scuola i cui legami con il mondo dell’ impresa consente alla maggior parte dei ragazzi un’occupazione entro breve tempo.

I docenti hanno permesso che fossero gli studenti ad illustrare i progetti presentati, lasciando spazio all’entusiasmo, alla grinta, alla determinazione e, a volte, all’ impaccio ed alla timidezza degli studenti. Spulciando tra gli stand è stato possibile vedere altre particolarità quali una saldatrice che utilizza come combustibile l’acqua, in grado di fondere ad esempio il mattone con il vetro; un vestito o l’interno di una borsa illuminati con le lucine a led. La palma d’oro per l’empatia nel lavoro di squadra è spettata agli italiani, soprattutto un’azienda che pone particolare attenzione all’ecologia nel riciclo della plastica. Tra i biggest la Cina ha battuto gli USA per l’organizzazione e la disciplina del lavoro, l’accuratezza nelle informazioni fornite ai visitatori. L’unica nota stonata è stato uno stand istituzionale che, al momento della nostra visita, ha fatto bella mostra di sé solo per i depliant mentre le sedie sono state tristemente vuote. Da sottolineare, nella fiera, anche la partecipazione di un piccolo numero di importantissime imprese che, in differente modo, intendono sostenere progetti innovativi. Fra di esse ha colpito la presenza, nel proprio stand, del massimo dirigente cinese e di quello italiano.

Per questo abbiamo chiesto a Marco Mistretta, ceo della IngDan Italy, il perché della scelta della piattaforma informatica per l’Italia. E’ il Paese del genio e della tecnologia, per questo vorremmo riuscire a coniugarli con il mercato più grande al mondo per l’hardware". Cosa può affermare alle aziende italiane che nutrissero timori in riferimento alla proprietà intellettuale? "La sua tutela è una delle nostre massime priorità". Cosa vi aspettate da questa fiera? "E’ una sfida, il cercare di diventare protagonisti in un mercato complesso come quello dell’IoT" (interconnessione globale dei dispositivi, oggetti, n.d.r.).