L’agente Ethan Hunt ritorna con una nuova missione e fa invidia a James Bond.

Nonostante i suoi 53 anni, Tom Cruise riesce ancora a compiere missioni impossibili, e lo fa senza stuntman! Il film inizia in perfetto stile spy movie, l’eroe prende in mano la situazione e per recuperare un pacco, si attacca al portellone di un aereo che sta per decollare. Intanto, il collega Benji, mimetizzato tra i cespugli, cerca di decifrare delle istruzioni in russo per aprire il portello e permettergli di entrare. Questo è solo un piccolo assaggio di quello che vedremo nel film.

Quinta pellicola della saga, preceduta da Mission Impossible (1996), Mission Impossible II (2000), Mission Impossible III (2006), Mission Impossible: Protocollo Fantasma (2011), ha ancora molte situazioni impossibili da mostrare, la tensione è alle stelle e ci lascia senza fiato!

Scritto e diretto da Christopher McQuarrie, questo nuovo capitolo racconta di come l’IMF viene destituita dalla Cia, poiché considerata un po’ troppo avventata, e l’esito delle missioni portate a termine, dettato dalla fortuna più che dalla bravura degli agenti. Ma una minaccia ben più grande si sta insidiando silenziosamente, il Sindacato, un’organizzazione segreta di assassini, ben addestrati come gli agenti dell’IMF. Hunt all’inizio è costretto a lavorare da solo, poiché il Sindacato è ritenuto solo frutto della sua immaginazione, ma ben presto si accorgeranno che è fin troppo reale. Al povero Hunt non crede nessuno nella CIA, ma i suoi amici gli restano fedeli e si uniranno a lui come ai vecchi tempi. Il primo a raggiungerlo sarà Benji Dunn (Simon Pegg), che rappresenta per lui una spalla non solo per superare alcune situazioni difficili, grazie alle sue competenze informatiche, ma anche per suscitare ilarità in più occasioni, come ad esempio, quando mente alla macchina della verità. A metà film lo raggiungeranno anche William Brandt (Jeremy Renner) e Luther Stickell (Ving Rhames). Ma la vera rivelazione del film è Ilsa Faust (Rebecca Ferguson), una femme fatale che picchia duro, insomma, l’ alter ego di Hunt. Il loro flirt è abbastanza evidente, ma il loro corteggiamento è piuttosto singolare, fatto di combattimenti e inseguimenti. L’attrice svedese sembra a suo agio nel ruolo, sa essere elegante, ma se serve, si libera dei tacchi ed è pronta a combattere senza problemi. Ma l’eroe indiscusso rimane ovviamente Tom Cruise, tutti si fidano di lui, tanto da affidargli la loro vita. E sanno che non fallirà mai una missione, perché lui si attacca agli aerei che stanno per decollare, sta in apnea per tre minuti, sfugge alla CIA come se giocasse a nascondino e per lui un inseguimento in moto a tutta velocità non è la stessa cosa se indossi il casco!Chi vede il film ne è consapevole e non si stupisce se Hunt memorizza un codice con così tante combinazioni da perdere il conto. Rimane l’arte del travestimento, come già nel primo film, attraverso una maschera. Metodo efficace, tanto da ingannare persino la CIA. Per certi aspetti, questi agenti ricordano i killer di Tarantino in Kill Bill, sorprendentemente abili nel combattimento, ma senza tacchi a spillo. Le scene sono movimentate e tutto è studiato nei minimi dettagli. In particolare, è da menzionare quella a teatro, che ha una struttura a più piani: gli attori che si esibiscono sul palcoscenico, l’inseguimento silenzioso di Hunt per prendere il cecchino, Ilsa con il suo obiettivo e Benji che cerca di fermare il cecchino. Situazione paradossale e carica di adrenalina.

Tom Cruise non delude mai, ormai è un veterano, abituato a trovarsi in queste situazioni, non si scompone. Affronta tutto con estrema tranquillità, qualsiasi cosa gli si chieda, non batte ciglio. Sono molti i luoghi in cui si svolge l’azione, tra i quali il Marocco, dove avviene l’inseguimento, e Londra. Ottima visione, e alta immedesimazione, tanto da far desiderare allo spettatore di alzarsi dalla poltrona per dare una mano agli agenti in difficoltà.