La XI edizione del Mediterraneo Festival Corto si apre con l'assegnazione di un premio tra i più ambiti dagli artisti. Il premio stampa Matchnews dell'edizione 2021 del festival va al film "Il gioco". A ritirare il premio il regista Alessandro Haber. La proiezione del film ha suscitato forti emozioni nel pubblico presente.

Il cortometraggio di Alessandro Haber, Il Gioco, uscito nel 2020, è costituito da 12 intensi minuti di girato, che attraverso la volontaria scelta di utilizzare un linguaggio proprio del mondo dei bambini e dell’infanzia, si propone di trattare  tematiche crude e drammatiche, come le violenze sessuali sui bambini o in generale sui minori.

Dalla prima scena non si ha affatto la sensazione di guardare un corto, quanto in realtà di trovarsi di fronte ad un palco e di assistere ad un dialogo tra due personaggi, protagonisti di uno spettacolo teatrale. Ad introdurci al cortometraggio sono le inquadrature di alcuni dettagli, come dei disegni di bambini, delle scritte, dei peluche; la presenza di questi elementi si spiega con la volontà di volerci anticipare che stiamo per entrare nel mondo di una bambina, fatto di fantasie e personaggi, adottando il suo punto di vista ed osservando le cose attraverso il suo sguardo più ingenuo. La prima immagine che osserviamo è quella di un uomo balbuziente (Vinicio Marchioni) e della bambina (Alice Di Demetrio), seduti al tavolo di una cucina, impegnati in una conversazione che inizia con toni spensierati e leggeri, ma che con il passare dei minuti diviene sempre più ambigua e dolorosa.

Le sfumatura del dialogo tra i due, nel momento in cui  la bambina inizia a raccontare di aver partecipato ad un certo gioco, detto “il gioco della felicità”. Inizialmente non conosciamo nessun dettaglio né sull’uomo, né sulla bambina, né tantomeno sappiamo perché si trovano lì. Nella cucina il tempo sembra  dilatato e scorrere lentamente, dalle altre stanze non si percepisce alcun rumore. I due sono impegnati in un dialogo che sembra durare delle ore per la sua densità di significati e di frasi non dette, quando nella realtà occupa solo una decina di minuti. Quella a cui assistiamo è apparentemente la classica conversazione tra una bambina ed un adulto, in cui all’adulto viene presentato un mondo fatto di scherzi, dispetti, segreti, giochi e piccole invidie tra compagni di scuola, il tutto condito da un linguaggio semplice e schietto, tipico di ogni bambino.

Il graduale incalzare delle domande da parte dell’uomo, che sembrano fare fatica ad uscire dalla sua bocca, non solo a causa delle balbuzie ma soprattutto per la sempre maggiore consapevolezza di trovarsi di fronte a qualcosa di ingiusto, ci conduce verso la fine del corto, rivelandoci una verità crudele ed estremamente attuale. Il merito e l’originalità de Il gioco è la sua capacità di denunciare con forza una realtà così dura, attraverso la sensibilità di uno scambio di battute fatto di parole scelte con cura, di sguardi apprensivi nei confronti di una storia che nessun bambino dovrebbe saper raccontare.

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