La rassegna, presente a Palazzo Ducale di Genova fino all'8 marzo 2020, omaggia il ritorno del regista inglese nel capoluogo ligure, che ha visto il suo esordio dietro alla macchina da presa nel 1925. Anno debutto nel quale diresse alcune scene in esterno del film muto The Pleasure Garden. Curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi, l’esposizione è articolata in 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock. Previsto, in alcune date, anche uno spettacolo teatrale interattivo abbinato ad apericena.

Ingegno, innovazione, originalità sono solo alcune delle prerogative che rappresentano la maestria indiscussa del famoso regista inglese conosciuto in tutto il mondo. Classe 1889 - a 120 anni dalla sua nascita - Genova omaggia con una mostra il ritorno del famoso regista inglese nel capoluogo ligure, nella città che l'ha visto esordiente dietro alla macchina da presa. La mostra di Alfred Hitchcock parte dal 1925, anno nel quale girò il suo primo ciak e mosse i suoi primi passi nel mondo del grande schermo.

La pellicola in questione è il film muto The Pleasure Garden (Il labirinto delle passioni) con diverse scene girate in esterno per le strade di Genova e alla stazione marittima. Sono queste le prime informazioni che il visitatore si trova innanzi inoltrandosi nella mostra allestita a Genova, a Palazzo Ducale, presso la Loggia degli Abati fino all'8 marzo 2020 dal titolo: Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures. Rassegna all'interno della quale il maestro del brivido è celebrato con 70 fotografie  scattate sui set e nei backstage dei film più celebri, da Psyco a La finestra sul cortile.

La mostra apre il racconto per immagini del famoso regista britannico, considerato una delle personalità più importanti della storia del cinema, ai tempi dei suoi esordi appena ventiseienne. La permanenza professionale a Genova gli rimase impressa tutta la vita in quanto colorita da rocambolesche avventure. Curata da Gianni Canova, prodotta e organizzata da ViDi - Visit Different, con la collaborazione speciale di Universal Pictures Italia divisione di Home Entertainment e dello IULM di Milano, la mostra è articolata in 70 scatti fotografici e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana: che consentono di far scoprire al pubblico particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla sua vita privata.

Il racconto sul personaggio artistico, che ha vissuto fino al 1980, si snoda dal rapporto che ha legato Hitchcock a Genova, con fotografie e filmati del film Il labirinto delle passioni, tratteggiando alcuni aneddoti che accompagnarono quel suo primo ciak ufficiale e prosegue analizzando i suoi principali capolavori prodotti dalla Universal Pictures. Al centro della rassegna, l'analisi dei suoi principali film con diverse sale appositamente allestite.

Primo fra tutti Psyco (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico. Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia.

Una sala è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola girata con 370 trucchi di ripresa, il cui film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.

A seguire, La Finestra sul cortile (1954), anch'esso con un ampio spazio dedicato. Il film fu un grande successo: uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari.

E ancora, La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.

Il materiale fotografico si focalizza anche su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia (1976).

La mostra dedica uno spazio all'attenzione di Hitchcock, comune in quasi tutti i suoi film, a presenziare in almeno una scena. Il regista riferì che, all'inizio della sua carriera, si prestava per presenze casuali, laddove ci fosse stato bisogno di una comparsa. Nel tempo, le sue apparizioni divennero cammei, una specie di gioco per gli spettatori coinvolti in un'attesa crescente volta a scovare in quale inquadratura si fosse nascosto il grande regista. Il pubblico divenne sempre più impaziente e, per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticipare i cammei, ai primissimi minuti dell’inizio del film.

La rassegna analizza anche il ruolo della musica come ingrediente fondamentale per il successo dei film di Hitchcock.

Infine, per chi volesse  addentrarsi a pieno titolo nel mondo del brivido, in alcune date è prevista anche la partecipazione alla mostra con delitto, uno spettacolo teatrale interattivo abbinato ad apericena servito al  Ristorante di Sopra di Mentelocale Bistrot  a Palazzo Ducale. In questo modo, ogni partecipante potrà vivere, in prima persona e in tempo reale, una visione sperimentale dell'atmosfera intrisa tutta di suspense.

Per Gianni Canova, curatore della mostra:  "Hitchcock, come hanno detto  i critici della Nouvelle Vague, è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. I suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa. Ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita".

"Un cineasta tutt'ora contemporaneo - per Canova - che ha puntato sulla forma piuttosto che sul contenuto, elaborando un linguaggio cinematografico che ci affascina e ci seduce," ieri come oggi.

Per informazioni visitare il sito: www.palazzoducale.genova.it