L’uomo teme o odia l’uscita dalla sua prigione, si difende crudelmente da ogni tentativo di trovarne l’uscita”. (Reich, 1951 ). 

In occasione della recente uscita del film “Il Piccolo Principe” tratto dall’omonimo romanzo di Saint-Exupéry e dalle riflessioni emerse durante alcuni gruppi d’ incontro esperenziali vorrei condividere le tematiche saliente del libro che ancora oggi echeggiano come note di un brano conosciuto.  Quali sono le perle di saggezza che c’insegna il Piccolo Principe?

1. Apprezzare la bellezza,

2. fare introspezione,

3. prendersi cura dell'amore,

4. coltivare l'amicizia,

5. non perdere la speranza.

Il libro più fortunato di Antoine de Saint-Exupéry ha da poco compiuto 70 anni e ha saputo appassionare grandi e piccini, unendo diverse generazioni ed attraversando trasversalmente enormi cambiamenti socio-culturali, ma rimanendo sempre di grande attualità. Come mai “Il Piccolo Principe” è diventato un personaggio mitico che ancor’ora padroneggia negli scaffali delle librerie di mezzo mondo?

E’ un libro che si rivolge ad un pubblico cha va dai 6 ai 100 anni. Porta un messaggio di introspezione e sollecita l’istaurarsi delle relazioni: un dolce cullare tra “L’essenziale è invisibile agli occhi “ e “Che cosa vuol dire addomesticare ? Vuol dire ‘creare dei legami ”. Passaggio dalla vita infantile a quella adulta fa riferimento ad un Io, un Tu, un NOI!  Ogni pianeta visitato dal protagonista può essere considerato una metafora della natura umana. Si affrontano temi come il senso della vita, il significato dell’amore e dell’amicizia.

Un classico, insomma, dal linguaggio universale, comprensibile a qualunque latitudine, tanto che vanta ormai edizioni in oltre 200 lingue.

La trama del viaggio svoltosi nel 1943 dal Piccolo Principe può essere lo specchio del modo attuale. Da Sant-Exupèry a Bauman : dalla denuncia dell’’inautenticità in cui viviamo, l’incomunicabilità e la solitudine dell’uomo alla rivoluzione digitale,  alla scissione tra online e offline. L’alessitimia domina il mondo interno dell’umanità, sempre più in crisi, chiusasi in false spiegazioni, nevrotica, corazzatasi dalle emozioni che non hanno quasi più accesso alla coscienza.

Ma ognuno di noi può iniziare il proprio viaggio attraversando più “pianeti” e avviare un percorso di crescita per liberarsi dalle catene della solitudine e del senso di vuoto che ci attanaglia.

Per intraprendere un viaggio ci vuole molto, ma molto coraggio. Si possono esplorare nuove terre; si può incontrare l’ignoto; si possono travalicano confini. Ma è proprio l’attraversare “pianeti sconosciuti” ed incontrare personaggi eterogenei che può aumentare il nostro equipaggiamento per vivere la vita.  Nel viaggio, si sa, si cresce. Ogni viaggio è una avventura memorabile, da cui il viaggiatore uscirà fortemente arricchito: conoscere, esplorare ci permette di crescere e crescere significa diventare consapevoli e responsabili. Anzi, senza quel viaggio, lungo e ingarbugliato, il Piccolo Principe non avrebbe mai potuto incontrare la sua volpe!

Come potremmo ridefinirli i pianeti visitati dal Piccolo Principe? Legame, unicità, rispetto delle regole, vicinanza, attesa, crescita, appartenenza, separazione, tutti elementi indispensabili alla vita individuale e di relazione.

Se abbandoniamo i nostri occhiali scuri, se riprendiamo contatto con il bambino che soggiace in noi, se permettiamo ai sentimenti e alle emozioni di circolare nel nostro corpo come fa il sangue per ossigenare gli organi, allora possiamo godere di amare ed essere amati. Ritrovare ciò che è davvero significativo per noi come lo era la rosa per il protagonista. "Avrei dovuto non ascoltarla [...] non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarla dagli atti e non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! ".

Ascoltare oltre le parole è difficile; ascoltare oltre il valore semantico delle parole significa raggiungere l’origine del messaggio, comprendere gli stati d’animo e le rappresentazioni interne che vi sottostanno.

Ma è solo con il “sentire” che l’essere umano intreccia in modo unico tutti quegli elementi che lo compongono, afferrando l’invisibile e forgiandolo con il profondo legame che unisce le cose.