Circa una persona su quattro ha paura di volare. Le statistiche dimostrano che il numero degli incidenti aerei è inferiori a quelli stradali eppure siamo spaventatissimi all’idea di volare ma meno ad esempio di guidare una macchina ogni giorno.
In realtà guidare è 100 volte più pericoloso rispetto a volare. Come mai tanta paura? La paura innesca la parte più primitiva del cervello emotivo che prende i comandi e la corteccia razionale viene per lo più ignorata. Da dove viene tale paura? La paura di volare (detta anche aerofobia, aviofobia, o in inglese fear of flying) può colpire indistintamente persone di qualsiasi età, area di provenienza geografica, classe sociale, livello di istruzione.
Solo una quota parte dei passeggeri riporta la paura “Che l’aereo cada!”, in realtà un’altra parte di essi affermano che l’aspetto per loro più tremendo è il timore di perdere il controllo della situazione e di non riuscire a gestire le emozioni e le sensazioni che proveranno durante il volo. Questa fobia rientra in quel quadro clinico definito disturbo d’ansia caratterizzata dalla presenza di sintomi quali tachicardia, aumento della sudorazione, iperventilazione, sensazione di mancanza d’aria, nausea, crampi addominali, aumento della diuresi, tensione e dolori muscolari ma anche da sintomi psicologici come sensazione d’inquietudine, fantasie catastrofiche, paura di perdere il controllo. La paura di volare, come in tutte le fobie, ricopre il ruolo di vaso di Pandora per angosce ed ansie che fanno riferimento ad altri ambiti della vita. Spesso, soprattutto in momenti di passaggio di ciclo di vita,come la nascita di un figlio, la fine delle scuole superiori, un lutto significativo, un avanzamento di carriera, gli equilibri che fino a quel momento avevano funzionato egregiamente, improvvisamente non sono più validi e ci si trova a doverne cercare di nuovi per affrontare i cambiamenti. E trovare nuovi equilibri genera parecchia angoscia. Non sappiamo se ce la faremo, non siamo certi che saremo all'altezza delle nuove sfide e, in linea di massima, lasciare il vecchio per il nuovo, per “lo sconosciuto” sviluppa sempre una certa dose di ansia. Tutte queste angosce sono un vortice in cui la mente resta intrappolata. L'aereo può rappresentare, quindi, l’oggetto che contiene tutti i nostri disagi: è chiuso, sospeso, non controllabile e bisogna affidarsi. Così operiamo uno spostamento di focus: da quel momento in poi, siamo più sereni per la nostra vita ma iniziamo ad aver paura dell'aereo.
Aldilà dei fattori scatenanti tale fobia che sicuramente richiedono un intervento psicoterapico possiamo imparare ad affrontare la paura di volare con la Mindfulness. La Mindfulness è una tecnica di meditazione nata nel 1979 negli Stati Uniti e da alcuni anni diffusa anche in Italia. Jon Kabat-Zinn, lo studioso che negli anni ’70 ha dato vita all’utilizzo clinico di tale pratica, la definisce come “la consapevolezza che emerge prestando attenzione intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante al presentarsi dell’esperienza momento per momento” (Kabat-Zinn, 2004). Kabaz-Zinn sostiene che la capacità di essere consapevoli sia presente in ciascuno di noi. Quello che occorre fare è allenarsi a coltivare l’attenzione nel qui ed ora. La meditazione di consapevolezza deriva dal buddhismo Theravada.
Nella meditazione Mindfulness impari a focalizzare l'attenzione su di te e a diventare consapevole dei tuoi pensieri, dei sentimenti e delle sensazioni fisiche ed emotive. Disinserisci il pilota automatico che ti fa reagire alle situazioni e rispondi osservando quello che ti succede. Ascolti il respiro fluire e i pensieri scorrere, sia piacevoli che spiacevoli. Non li giudichi, ma li guardi scorrere come le nuvole nel cielo. L'attenzione è focalizzata su ciò che stai facendo in quel preciso istante. Per esempio, il decollo, una turbolenza, l'atterraggio. Il centro della meditazione è rappresentato dal respiro: prestare attenzione al respiro è un ottimo modo per mantenere la mente aperta e vigile e per allontanarti dalle frequenti distrazioni o pensieri automatici che possono affollare la mente. La chiave di questa tecnica, quindi, è la consapevolezza. Devi imparare ad accettare qualunque cosa stia accadendo lì e ora. Quindi, se sei già in ansia verso l'aeroporto, se, se già al metal detector che suona cominci a entrare in panico allora devi fermarti e respirare. Già prima di prendere il volo oppure quando sei in pista pronta per il decollo, fai questo piccolo esercizio di Mindfulness: siediti, chiudi gli occhi e inspira, concentrandoti sull'aria che dalle narici entra nei polmoni. Focalizza l'attenzione solo sul respiro. La mente vagherà spesso nel passato e nel futuro. E’ questo il suo compito! Porta l’ attenzione sulle sensazioni fisiche che provi in quel momento. Non giudicarti ma osservale e lasciale andare! Riporta l'attenzione sul respiro. Mentre lo fai, concentrati anche sui punti di tensione (spalle, gambe, schiena), e prova a sciogliere queste tensioni e le contratture. Riporta la concentrazione sul respiro, poi di nuovo sul corpo, sempre respirando. Dopo circa 10 minuti, apri gli occhi e fai un bel respiro. Ti sentirai più calma e lucida. Senza panico. Fai questo esercizio ogni volta che senti arrivare la paura.
Esistono compagnie che hanno programmi speciali di Mindfulness, come la British Airway che ha un programma anti-panico per i suoi passeggeri. Nei video Mindfulness for Travel Mark Coleman, fondatore dell'Institute Mindfulness in California dà consigli per mantenere la calma, fare stretching, rilassarsi, superare i momenti di panico e dormire bene.
Nessun ostacolo potrà fermarti finchè la voglia di volare sarà più forte della paura di cadere! (A.De Pascalis)