4 David LaChapelle, Gas 76, 2012

Le Deluge. Il Diluvio. Ma non un diluvio qualsiasi. Quello del Giudizio Finale.

Quello ispirato da Michelangelo nella Cappella Sistina. Così David LaChapelle (Connecticut, Usa, 1963), col suo sguardo ironico e drammaticamente surreale, si lascia guidare da uno dei più grandi artisti del tempo, reinterpretando il messaggio della fine del mondo nella serie The Deluge del 2006.

E proprio da qui la mostra presentata a Palazzo delle Esposizioni di Roma ancora per tutta l’estate, fino al 13 settembre 2015, prende il via: “David LaChapelle.

Dopo il Diluvio”, curata da Gianni Mercurio con catalogo edito da Giunti, scritto da Mercurio assieme a Ida Parlavecchio.

Una grande rassegna, dopo più di quindici anni, che si concentra soprattutto sulle opere realizzate dal maestro statunitense dopo il 2006, anno fondamentale nella vita dell’artista: visita Roma e l’opera michelangiolesca ai Vaticani e realizza, come già anticipato, la monumentale serie intitolata “The Deluge”, con cui la sua carriera e la sua vita subiscono una svolta, non solo dal punto di vista estetico, ma anche privato, tanto che decide di ritirarsi a vivere in un’isola del Pacifico, lontano dalla vita mondana.

Proprio sui suoi ultimi dieci anni quindi, su tutto quello che succede a partire da quest’anno importante e significativo, è ciò che l’esposizione vuole raccontare.

Circa cento le opere esposte, tra cui alcuni inediti, ma anche esemplari di anni passati (dal 1995 al 2005) per un interessante confronto, e filmati che aiutano il visitatore a comprendere i vari passaggi del processo creativo dell’artista.

Un LaChapelle dove la figura umana che la faceva da padrona nelle sue opere precedenti viene meno, almeno nella sua assoluta centralità (si vedano le serie “Car Crash”, “Negative Currencies”, “Hearth Laughs in Flowers”, “Gas Stations”, “Land Scape”, “Aristocracy”), e prendono spazio altri elementi, come architetture (LandScape – Luna Park, 2013), nature morte (Wilting Gossip, 2012), citazioni di altre opere d’arte (Rape of Africa, 2009), senza tuttavia snaturare il suo originario (e sempre originale) linguaggio artistico, anzi riproponendo e reinventando concetti già affrontati, come ad esempio La Pietà, in opere quali “American Jesus” del 2009.

Non il LaChapelle delle riviste di moda e delle pubblicità dunque, ma il LaChapelle puramente artista, che crea con l’unico scopo di esporre, pur mantenendo inalterato, anzi forse sottolineandolo, il motore propulsivo della sua arte che è quello di raccontare con sguardo allucinato, ma sempre tagliente e lucido, forti questioni sociali in chiave pop ed iperrealista.

David LaChapelle. Dopo il Diluvio. 30 aprile – 13 settembre 2015 - Palazzo delle Esposizioni - Via Nazionale 194, Roma

Orari Fino al 30 agosto: Domenica, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 12.00 alle ore 20.00 - Sabato dalle ore 12.00 alle ore 23.00  - Lunedì chiuso - Dal 31 agosto al 13 settembre: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 20.00 - Venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.30 - Lunedì chiuso

 

1 David LaChapelle, Cathedral, 2007, Chromogenic Print © David LaChapelle

2 David LaChapelle, Rape of Africa, 2009

3 David LaChapelle, Wilting Gossip, 2012

4 David LaChapelle, Gas 76, 2012

5 David LaChapelle, LandScape – Luna Park, 2013

6 David LaChapelle, LandScape – Kings Dominion, 2013

7 David LaChapelle, Museum, 2007, Chromogenic Print © David LaChapelle

8 David LaChapelle, American Jesus, 2009, Chromogenic Print ©David LaChapelle