Verrà presentato mercoledì 8 marzo presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico il libro che racconta la Storia e le storie vissute dalla prima produttrice cinematografica italiana: Marina Piperno.

EPPURE QUALCOSA HO VISTO SOTTO IL SOLE, un’autobiografia edita da All Around Edizioni, interroga gli immensi archivi fotografici della sua famiglia, le cui radici romane risalgono all’epoca di Giulio Cesare, raccontando la sua formazione giornalistica e il viaggio a New York che la indurrà a scegliere il cinema e intraprendere una carriera sessantennale ricca di sperimentazioni e successi.

Un racconto che sarà illustrato dagli autori, nella sala Zavattini, alle ore 18:30, insieme al presidente dell’AAMOD Vincenzo Vita, alla presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani Laura Delli Colli e al regista e critico cinematografico Vito Zagarrio.


Ebrea laica che si misura senza sosta con le contraddizioni della realtà, imponendo apertura mentale ai suoi interlocutori e la giustizia sociale come stella polare del proprio agire, Marina Piperno decise, ancora giovanissima, che il cinema sarebbe diventato il suo strumento espressivo, rappresentando la prima donna italiana ad intraprendere una carriera ad appannaggio maschile. Il suo obiettivo, attraverso la macchina da presa, era dare voce a chi ne era privo: i popoli sottomessi dal colonialismo, le marginalità e gli esclusi, le devianze, i portatori di storie contadine e operaie, le donne e i loro diritti negati.

Esplorando territori sconosciuti, ricavandone crescita umana e preziosa esperienza professionale, fu accompagnata in questo coraggioso itinerario da giovani e importanti autori, svezzati dal più grande agitatore culturale che l’Italia abbia avuto, Cesare Zavattini, che lei stessa ricompensò moralmente a suo modo, producendo successivamente, nel 1982, il film “da camera” che ne segnò l’esordio come interprete e regista: La veritàaaa.

La sua copiosa produzione spazia dai documentari ai film di fiction, sempre fondata su un’attenta ricerca antropologica e ispirata ad una costante conservazione della memoria, elementi che costituiscono un “unicum motivazionale” del suo agire. La sua incessante attività, espressa in molteplici opere premiate nei più importanti festival nazionali e internazionali – non da ultimo il Nastro d’Argento alla carriera conferitole nel 2010 - offre il quadro di una personalità empatica, che non teme il confronto e lo sollecita, che spende la sua gioia di vivere non solo per il proprio benessere, ma per il bene comune.

È valsa la pena entrare nel labirinto del cinema? - lei stessa si chiede nella prefazione al volume - Questo libro intende rispondere al quesito. Ci troverete le vittorie e le sconfitte individuali, ci troverete l’Italia, ci troverete l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione, ci troverete la tenacia del lavoro, ci troverete l’amore per “l’altro”, ci troverete una speranza…”

L’incontro, realizzato in collaborazione con AAMOD, Centro Sperimentale di Cinematografia, Fondazione Museo della Shoah e All Around Edizioni, è aperto a tutti, fino ad esaurimento posti. È suggerita la prenotazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Marina Piperno, dopo una precoce esperienza giornalistica con il Paese, quotidiano diretto da Tommaso Smith, partendo dagli sport invernali per arrivare ai reportage sulle periferie urbane e i set di Blasetti e Zampa, sceglie il cinema come proprio destino, complice un viaggio a New York e lezioni di regia televisiva alla Columbia University. Esordisce nel 1961 come produttrice di 16 ottobre 1943, un cortometraggio sulla razzia del ghetto romano operata dai tedeschi e lo sterminio ad Auschwitz di oltre mille persone. Il breve film, regia di Ansano Giannarelli, di forte impatto, spezza il silenzio che aveva coperto l’orrore della shoah. Con la REIACfilm, fondata nel 1962, avvia una intensa produzione documentaristica, attenta ai processi di decolonizzazione e di liberazione dei paesi del terzo mondo, che le vale due consecutivi Nastri d’Argento, nel 1967 e 1968. Con Sierra Maestra, girato nel vivo della guerriglia venezuelana da Ansano Giannarelli, affronta la fiction e si apre alla collaborazione con la Rai, producendo film sperimentali, documentari scientifici e inchieste di grande risonanza. Tra i duecento pezzi che ha firmato spicca La Veritàaaa di Cesare Zavattini, sorprendente “film da camera” che l’assoluto genio del cinema italiano interpretò e diresse nel 1982. Nello stesso anno decolla il sodalizio con Luigi Faccini, collaborando alla nascita dei suoi documentari antropologici, ma anche dei film di fiction Inganni, Donna d’ombra, Notte di stelle, Giamaica. Felice di adottare i mezzi di ripresa digitale passa davanti alle telecamere, come protagonista di vita che diventa cinema. I film nei quali lascia il proprio segno, anche di attrice, sono: Storia di una donna amata e di un assassino gentile; Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo; C’è oro in Toscana; Diaspora, ogni fine è un inizio; Giro di boa. Nel 2010 ha ricevuto il Sigillo della Pace della città di Firenze e il Nastro d’Argento alla carriera.

ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO

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