Si rimprovera spesso all’arte contemporanea di prediligere la provocazione, il cambiamento, la ricerca di strade innovative alla bellezza. Questa osservazione, in molti casi, è inopportuna nel senso che l’arte é uno dei più potenti strumenti di comunicazione.

Detto diversamente, attraverso di essa l’artista esplora se stesso e cerca di fornire una propria, personale, interpretazione della realtà che lo circonda. Senza dimenticare la famosa frase: “La bellezza è nell’occhio di chi guarda” con cui si indicano una serie di concetti fra cui la strettissima relazione tra un’opera e colui che la osserva, quello che l’artista ha voluto comunicare all’osservatore, quali emozioni ha cercato di trasmettere. In questa dinamica opera-fruitore, il valore estetico di un’opera d’arte è il risultato di un insieme di energie e di elementi che riguardano sia la forma che il contenuto.

Un esempio di quanto detto é nella mostra di arte contemporanea dal titolo Unwritten Thoughts” che si tiene presso la galleria Spazio 40 in via dell’Arco di San Calisto 40, a Roma, fino al 28 febbraio, tutti i giorni, dalle 12 alle 20, tranne il mercoledì. L’evento è curato dal critico d’arte Monica Ferrarini di M.F.eventi con la collaborazione di Alice Di Piero. Nella mostra sono esposte le opere di artisti internazionali dal comprovato curriculum artistico: Leonardo Ciccarelli, Manuela Citti, Federico Grazzini, Monika Hartl, Anna Irmanovová, Josef A. Kutschera, Valerio Magini, Carlos Mendoza, Nicole Papaefthimiou, Ann Pelanne, Laura Pennesi, Francesca Ragona, Anna Santilli, Roberto Servi, Jenni Souter.

Nel corso del vernissage ci ha gentilmente concesso un’intervista Monica Ferrarini, la quale ci ha rivelato il significato del titolo della mostra:Unwritten thoughts/pensieri non scritti” perché l’arte ha la capacità di esprimere in modo spontaneo i pensieri e le pulsioni di chi la crea, di trasferire su tela quel mondo privato che spesso rimane intimo e segreto ma che grazie alla materia, alla forma e al colore si concretizza in un immaginario artistico privo di inibizioni personali o sociali e libero di interpretare e di lasciarsi interpretare. La capacità dell’artista di esprimere la propria unicità attraverso le infinite potenzialità espressive, gli permette di realizzare opere che si prestano a svariate letture, frutto di molteplici declinazioni interpretative.  La fruizione dell’opera d’arte consente al suo spettatore di attivare meccanismi percettivi e dinamiche cognitive capaci di generare un livello di comprensione e valutazione prettamente soggettivo. La sensibilità di ciascun osservatore sotto l’imput dei diversi linguaggi artistici produce stimoli visivi che conducono inevitabilmente all’attivazione di logiche e sensazioni del tutto personali. Il pensiero prende forma grazie all’atto creativo e apre un dialogo producendo una rete di pensieri immaginari, immaginati, concreti, aleatori, volti a stimolare la nostra sensibilità cognitiva.”