Dopo il successo di “Un giro di bardo” (Iuppiter Edizioni, 2013), è in vendita il nuovo libro di Max De Francesco “Tropico della spigola – Ultima edizione dal Sud” (Iuppiter Edizioni, 2019 – nella foto).
L’autore è nato a Napoli, dove vive e lavora. Giornalista, editore, bardo. Raccomandato dalle idee, è presidente del gruppo editoriale “Iuppiter”, fondato nel 2002, in cui passa gran parte della sua giornata esercitando il mestiere di scrivere, comunicare e sviluppare visioni. E’ fiero di poche cose tra cui le radici irpine e cilentane, l’ultima incazzatura, un gol segnato da centrocampo, l’autonomia di pensiero e uno scrigno di titoli dati a libri e prime pagine. Continua a credere nei giornali cartacei: attualmente ne dirige uno, “Chiaia Magazine”, fondato nel 2006. Tra le sue nuove sfide quella del cinema sia in veste di produttore che di autore. Ha pubblicato anche: “Stupidi Passanti” (ESI, 1997) e “Tornasole” (Edizioni del Delfino, 2000).
Max De Francesco ha scritto: <<Diamo il Sud ai poeti veri, a quelli dalle visioni a lunga gittata, risolutori pieni di grazia e di follia, generosi e geniali, così simili ai “numeri dieci” di una volta che inventavano spazi e recuperavano sogni>>.
Con l’antologia “Tropico della spigola”, parallelo che regola la geografia dell’anima e attraversa l’emisfero sentimentale, Max De Francesco esplora i ricordi, aggiorna con cura l’inventario delle visioni, rievoca riti, raccoglie le storie di eroi noti e ignoti, decifra avvenimenti privati e pubblici, apre l’arsenale delle piccole cose e rinnova il patto con la scrittura nel solco della tradizione dei prosatori non imprigionati nell’architettura chiusa del romanzo e bazzicatori di più generi letterari. In un sapiente arabesco di racconti, apologhi e riflessioni, la raffigurazione corale, che emerge dal gioco di narrazioni fulminanti e ritratti di terapeutica ironia, presenta una Napoli “artificiale”, sempre più baraccone di meraviglie, un Sud sospeso nel solstizio della controra con i suoi borghi lunari e le sue pietre solenni, e una commedia umana dove il reale e il realismo magico si confondono, aprendo così una galleria di alberi parlanti, proiettili che scrivono lettere, bardi che provano a governare metafore e giornalisti costretti alla clandestinità.