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La Redazione di Matchnews ha incontrato il fotografo Vincenzo Maio reduce dal successo ottenuto dalla sua personale "Fotografie" in mostra alla Milano Art Gallery.

Che cosa può dirci sulla sua ultima mostra fotografica milanese?

Ho inaugurato a Milano, lo scorso 29 marzo, la mia personale dal titolo "Fotografie" nella prestigiosa e storica Milano Art Gallery diretta dal manager della cultura Salvo Nugnes, che cura gli interessi di grandi personaggi come Francesco Alberoni, Vittorio Sgarbi e Katia Ricciarelli.

La Milano Art Gallery è stata fondata quasi 50 anni fa ed è stata il luogo di riferimento del "Maurizio Costanzo Show". Nel corso degli anni ha ospitato mostre di altissimo livello, con Maestri dell'arte contemporanea del calibro di Renato Guttuso, Gilio Dorfles ed il premio Nobel Dario Fo. La mostra si svolgerà fino al prossimo 13 aprile.

Quali sono i soggetti ritratti nelle sue opere?

Ho esposto 39 immagini scattate in tutto il mondo senza dimenticare la natìa Benevento. Ho valorizzato molto l'immagine femminile con ritratti realizzati a Montecarlo e a Massa Marittima (GR). Ho evidenziato inoltre il mio impegno nel mondo cattolico con fotografie di cardinali e di Cavalieri di Malta. Ho riproposto al pubblico il mio catalogo di fotografie dal titolo "Immagini e pensieri per il nostro tempo", presentato vent'anni fa a Montecarlo, per il quale ho avuto una lettera di congratulazioni da Sua Altezza Serenissima la Principessa Carolina di Monaco.

Che cosa ha messo in luce nel suo intervento?

Ho evidenziato che "il vero artista ha la testa metà in terra e metà in cielo. Se avesse la testa tutta in terra sarebbe un uomo qualsiasi. Se avesse la testa tutta in cielo sarebbe fuori d testa, uno squilibrato".

E' intervenuto il Maestro di fotografia ing. Roberto Villa. Che cosa ha dichiarato?

Ha detto: « E' facile parlar bene delle fotografie di Vincenzo Maio. In primo luogo perché pone dei soggetti gradevoli ed in secondo luogo perché sa porli. Lui lavora molto bene con il soggetto umano. Ha scelto delle donne bionde e gli uomini, come diceva un vecchio film, preferiscono le bionde. Devo dire che ha fatto delle scelte corrette. Bisognerebbe discuterle una ad una. Ci sono delle interessanti composizioni che sono guidate dal drappeggio delle luci che ha gestito molto bene. I risultati che il Maestro di fotografia Roberto Rocchi ha portato, attraverso la scuola che ha fatto al Maio, sono evidenti ».

Il direttore del Museo Modigliani prof. Alberto D'Atanasio ha pubblicato una recensione sulla sua attività artistica. Che cosa ha scritto?

Ha scritto: « Vincenzo Maio è ciò che si può definire un cacciatore di bellezza. E la bellezza non si fa trovare da tutti. La bellezza, quella rara, quella che univa interiore ed esteriore, soma e psiche, immanente e trascendente, è rarissima, difficile da trovare, complicata da comporre. Gli artisti hanno la possibilità di portare a termine la ricerca e di trovare la bellezza. Vincenzo Maio è uno di questi artisti, non fa ritratti né si può dire che i suoi paesaggi o i tramonti siano soltanto belle vedute. Lui compone alla stessa maniera di Leonardo Da Vinci, di Raffaello, di Dante Gabriel Rossetti e di John Waterhouse ».

Quali sono i suoi programmi per l futuro?

Ritornare alla grande a Montecarlo, vent'anni dopo, come il celebre romanzo di Alessandro Dumas, per un evento del quale, per scaramanzia, preferisco non anticipare i particolari.