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Cosa dovrebbe intendersi per dialogo tra culture? Forse lo scambio di una porzione del complesso di tradizioni, cognizioni, comportamenti oppure lo stabilire quale debba essere in qualche modo prevalente?

La risposta è innanzitutto conoscenza reciproca in quanto essa consente di apprendere l’altro per come egli è nella sua realtà e non per come si immagina che sia. Quanto affermato può essere ritenuto l’elemento qualificante e caratterizzante dell’evento di apertura del Premio letterario “Città di Castello” che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Il Premio è giunto nel 2016 alla decima edizione, è l’unico ad avere in Italia una sezione speciale permanente dedicata ai Paesi arabi intitolata “Mondi e culture sulle sponde del Mediterraneo” che quest’anno è stata assegnata alla memoria del poeta siriano Nizar Qabbani.

A questa sezione è stata dedicato un convegno  intitolato: “La letteratura ponte di dialogo tra i popoli” tenutosi nella storica Sala Borromini della Biblioteca Vallicelliana in Piazza della Chiesa Nuova a Roma.  L’ organizzazione dell’evento è stato dell’Istituto Euro Mediterraneo per i Paesi Arabi (ADDAR) con il sostegno dell’ Euro-Gulf Information Center di Roma, MIBACT, Associazione Editori Arabi, Casa editrice Jouvence, Biblioteca Vallicelliana. Alla manifestazione hanno partecipato esponenti del mondo culturale e dell’editoria araba ed italiana di livello internazionale. In occasione dell’evento il presidente del Premio “Città di Castello, Antonio Vella, ci ha comunicato che il fine del convegno è stato, in particolare, quello di fornire al pubblico italiano una visione del popolo siriano in una prospettiva lontana dalla politica, che tenesse conto di alcuni suoi elementi poco diffusi dai media.

L’obiettivo, in generale, è stato quello di illustrare gli aspetti umani e più intimi della personalità araba mediorientale utilizzando uno degli strumenti che possono meglio evidenziarla: la letteratura contemporanea d’avanguardia siriana dell’amore e della convivenza. Soprattutto nell’attuale momento storico sono molto forti le rappresentazioni mediatiche tra le due sponde del Mediterraneo condizionate da influenze politiche, economiche. Per questo è importante creare occasioni di incontro e scoprire un mondo di cui ci si può reciprocamente rendere conto di conoscere poco e comprendere quanto vi sia in comune da un punto di vista umano, culturale. In questa linea di maggiore conoscenza reciproca vi saranno una prossima traduzione e pubblicazione di opere scelte del Nord e del Sud del Mediterraneo.

L’evento finale del premio si è svolto successivamente a Città di Castello, in esso arte e cultura hanno coinvolto gli spettatori in un  percorso intellettuale ricco e stimolante con la partecipazione, tra gli altri, dell’attrice Anna Kanakis (in foto) e del figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, Alessandro; entrambi hanno emozionato il pubblico presente con le loro letture. I vincitori del Premio “Città di Castello” sono stati: nella sezione poesia il primo classificato è stato Giuseppe Perrone con la raccolta “La carità delle parole”; seguito da Bruno Sacco con “Segreti”, e Giovanni Codutti con “Raccolta poetica senza titolo”. Nella sezione narrativa il primo classificato è stato Nicola Barca con l’opera “Acerbo e altri racconti”, successivamente si sono posti Andrea Bacan con “Aperiromanzo, e Ruggero Grimaldeschi con “Sette racconti nel cassetto”.

Per la sezione saggistica si è posto al vertice Francesco Venier con l’opera “Essere” un essere umano”, poi Maria Teresa Sivieri con “Alfonso Ceccarelli. La tragica fine del falsario umbro, dispensatore di glorie e nobilità”, e Giancarlo De Angelis con “Fratelli del mondo – Sette sfumature nerazzure tra calcio e media”.